Domenica 23 febbraio 1997 - Parma, stadio Ennio Tardini – Parma-Lazio 2-0
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Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1996/97 - 21ª giornata - Parma-Lazio 2-0
PARMA: Buffon, Zé Maria, Cannavaro, Thuram, Benarrivo, Stanic (69' Brolin), Sensini, D.Baggio, Strada (84' Crippa), Chiesa, Crespo. A disposizione Nista, Morello, Melli. All. Ancelotti.
LAZIO: Marchegiani, Negro, Grandoni, Chamot, Favalli, Fuser, Baronio (43' Buso), Marcolin, Nedved, Protti, Signori. A disposizione Orsi, Gottardi, Di Lello, Piovanelli, Rambaudi, Paniccia. All. Zoff.
Arbitro: Sig. Collina (Viareggio).
Marcatori: 3' Stanic, 26' Chiesa.
Note: ammoniti Baronio, Favalli, Grandoni, Brolin, Crippa. Calci d'angolo: 2-2.
Spettatori: 20.690 per un incasso di 812.414.000 lire; paganti 1553 per un incasso ai botteghini di 52.170.000 lire, abbonati 19.137 per una quota di 760.244.000 lire.
La Gazzetta dello Sport titola: "La squadra emiliana domina la Lazio, torna al successo e si rilancia in classifica. Questa è musica da vero Parma. Stanic e Chiesa gol, terzo posto: Zoff k.o. Il Parma non regala spazi alla Lazio e prende in mano fin da subito l'incontro. Azioni concrete, essenziali, sempre pungenti. E' la prima sconfitta per Zoff in panchina".
Continua la "rosea": Zoff ha subito la sua prima sconfitta da quando è tornato in panchina. E si è' trattato di una sconfitta bruciante. La sua Lazio è stata messa sotto sul piano del gioco in maniera chiarissima e solo un Marchegiani ispirato l'ha salvata dalla goleada. Il Parma, finalmente, ha giocato con grande autorità. Praticamente imperforabile in difesa, forte, anche se non illuminato dal genio a centrocampo, aggressivo e pericoloso in attacco, il Parma ha giocato a tratti un gran calcio. E' un calcio nuovo, che unisce la velocità e la forza. L'azione non indulge mai al ricamo elegante, ma è sempre concreta. E' un calcio che ha il respiro ampio di una sinfonia, dove la partecipazione è corale. Anche Crespo, ancora una volta frenato dal tabù del gol, si batte allo stremo sul piano fisico e riesce a portare contributi preziosi. Chiesa era ispirato dal demone del gol e lo cercava su ogni palla. Zé Maria era splendido nei suoi lanci illuminanti. Ma straordinaria era la coppia Cannavaro-Thuram, il primo implacabile nell'anticipo, il secondo strapotente nelle penetrazioni profonde. Contro questo Parma assai bene armato c'era una Lazio esangue, distratta in difesa, dove si è sentita l'assenza di Nesta, fragile a centrocampo, arrendevole in attacco, dove Signori e Protti vagavano come ombre. Il Parma ha segnato subito. Su cross da destra di Zé Maria, Stanic, al centro dell'area, tra Chamot e Grandoni, ha potuto colpire liberamente di testa, segnando alla sinistra di Marchegiani (1-0). Non pago del vantaggio, il Parma imperversava. La Lazio comunque non rinunciava alla manovra e al 10' aveva una palla-gol: azione Marcolin-Favalli, ma Nedved toccava timidamente di testa proprio al centro della porta, dove Buffon bloccava. Il Parma, più aggressivo, più dinamico, imperversava. Finiva fuori un bel sinistro di Crespo, lanciato da Baggio. Poi Marchegiani era grande a neutralizzare in due tempi una fucilata di Chiesa. Il raddoppio era frutto di un'altra grave esitazione dei difensori centrali laziali, che si addormentavano dopo aver conteso una palla aerea a Chiesa: Sensini, di testa, rimetteva oltre i difensori e Chiesa, tenuto in gioco da Negro, segnava con un preciso destro in diagonale (2-0).
Sul finire del tempo Zoff cercava di rinforzare il centrocampo inserendo Buso e spostando Fuser al centro. La seconda linea si schierava allora così: Buso-Fuser-Marcolin-Nedved. E subito la Lazio si faceva pericolosa con una penetrazione di Favalli, sventata da Buffon in uscita, poi Protti mancava la deviazione di testa sulla rimessa di Nedved. Nella ripresa ci si aspettava la reazione della Lazio. Invece il Parma dilagava. Grandoni fermava col fallo in posizione da ultimo uomo Baggio e Collina, benigno, estraeva solo il giallo. Crespo, al 15', serviva l'assist facile a Thuram, ma sulla bomba del difensore salvava Marchegiani, che poi domava un destro forte di Crespo. L'argentino, al 20', confermava la sua idiosincrasia al gol al termine di un'azione strepitosa: lancio stupendo di Zé Maria, galoppata di Chiesa e assist preciso al centro dell'area per Crespo, che, solo, invece di toccare di precisione, cercava la soluzione di forza e Marchegiani, d'intuito, salvava. Ancelotti poteva permettersi perfino di sostituire Stanic con Brolin, che si ripresentava al Tardini dopo un anno e mezzo (ultima presenza il 24 settembre 1995) ed era salutato con un boato di gioia. Invano Negro offriva a Signori l'assist favoloso, il sinistro del cannoniere era sciaguratamente alto. Poi Marchegiani, con due uscite provvidenziali su Crespo e Crippa, salvava la Lazio da una sconfitta umiliante.
Dal Corriere della Sera:
In crisi di fede pure verso i semplici principi calcistici del presidente-allenatore Zoff, la Lazio impiega nemmeno mezz'ora per rilanciare il Parma come forza d'urto, produzione offensiva e virtù realizzative. Pare un miracolo nella notturna al Tardini quasi a senso unico, pure se le lentezze operative di un centrocampo biancoceleste improponibile semplificano i compiti affidati all'accoppiata Baggio-Sensini, base di lancio per le sovrapposizioni di Benarrivo o dello scatenato Stanic, che sopraggiungendo nell'area biancoceleste castiga Marchegiani dopo 4 minuti. Ancelotti non crede ai propri occhi. Possibile che sia finita d'incanto la carestia parmense, culminata giusto una settimana fa nell'insulso 0-0 di Reggio Emilia? Sì, con tempi d'aggiramento assatanati, il Parma non può fallire pure stasera l'aggancio al terzo posto in classifica, aiutato dalla contrapposizione depressa d'una Lazio troppo rattoppata per osare ribaltamenti oltre le chiusure fragili applicate sui tragitti esterni e soprattutto sull'accoppiata Chiesa-Crespo. Sì, lasciato dapprima colpevolmente fuori lo scattista Buso (verrù inserito a giochi fatti, con due reti da rimontare), Zoff affronta l'emergenza privilegiando un centrocampo molle di presunti ragionatori come Marcolin e Baronio, neppure scrupolosi nel mantenere la squadra corta; neppure attrezzati per contenere le strattonate di Baggio, Strada, Zé Maria e Sensini, che tutto travolgono, che accelerano indisturbati palla al piede, salvo garantire attraverso puntuali variazioni i collegamenti verticali. La Lazio soffre, mentre in tribuna d'onore Zeman pare una sfinge, seduto poco distante dal c.t. argentino Passarella e dall'ex selezionatore brasiliano Parreira.
Volendo fare commenti verrebbe da dire che andava peggio quando andava meglio, non essendo qui rintracciabile un dignitoso tono atletico e un'identità sostitutiva del passato zemaniano, bruscamente interrotto. Il Parma sparpaglia bene certe risorse, quasi l'innesto dell'ottimo Strada servisse ad assimilare finalmente i sistemi zonaroli di Ancelotti, fatti apposta per abbattere gli argini biancoazzurri, i temerari raddoppi Favalli-Nedved o le combinazioni esterne Negro-Fuser, evaporate sul nascere. Casiraghi dove sei? Là davanti Protti è un fantasma cancellato da Thuram e Cannavaro, mentre Signori arretra mesto a caccia di palloni giocabili. Nessuna meraviglia, quindi, quando Strada innesta l'azione del raddoppio, spalancando una falcata insopportabile per Marcolin, inseguitore sfiatato di circostanza. Va al cross il fuggitivo e la respinta di Chamot risulta un assist ghiotto per Sensini, che attiva Chiesa sul filo dell'offside. Si fermano i ritardatari centrali laziali, invocando l'improbabile annullamento dell'azione da parte dell'arbitro Collina. Vana speranza e Chiesa, alla sua maniera, pianta dentro la seconda rete, quella che permette al Parma di gestirsi secondo estri, senza minime preoccupazioni, senza paventare l'ira delle punte laziali, corpi estranei scivolati ai margini della sfida, potenzialità che nessun suggeritore riesce a recuperare. Ormai il tema tattico non presenta complicazioni che possano accartocciare questo Parma lanciato, anche se, inserito Buso, Zoff scopre tardi una sua formazione più tonica e logica nell'inseguimento al rischiatutto. Sono tuttavia impressioni favorite dal modificato atteggiamento cui sovrintende Sensini, con una teorica iniziativa lasciata volontariamente ai prolissi laziali, per stanarli sbilanciati e umiliarli nei capovolgimenti.
Come vorrebbe Crespo, terminale d'una procedura lampo che l'incontenibile Chiesa gli arreda a pochi passi da Marchegiani. Però la gioia d'andare a rete abbaglia il talento argentino, qui ancora inespresso, e il portiere laziale si spalanca nel tuffo provvidenziale. Non importa. La lezione serale di calcio lascia appena agli storditi laziali un'occasione onorevole: è un eccesso di confidenza di Thuram, che s'incarta nel disimpegno lezioso e tampona Protti, a dare un rimpallo favorevole al famoso sinistro di Signori. Favorevole? Il bomber ha la luna di traverso e, scoordinato, ne cava fuori uno sproposito. Così, Carlo Ancelotti può offrire al figliol prodigo Brolin una passerella finale, con le mansioni propulsive che Stanic ha già espletato senza sbavature. Quanto alla Lazio, ancorata ai passi moviolati di Favalli, Nedved, Negro e Marcolin, meglio stendere veli pietosi. Era questa la scossa auspicata? Qui l'unico a salvarsi è Marchegiani, che impedisce l'onta del 3-0 ipnotizzando Crippa nell'azione d'epilogo. La gestione-Zoff affonda.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
La sorpresa arriva prima ancora del calcio d'inizio: Zdenek Zeman è di nuovo in tribuna. Per la seconda volta consecutiva l'allenatore esonerato da Cragnotti segue da vicino la Lazio. Da spettatore. Qualcuno per rompere il catenaccio del suo silenzio prova a pizzicarlo. Un bilancio piuttosto magro: un punto in due partite. "Non sarò mica io a portare male". Ma perché è da queste parti? "Per lavorare". Non una parola sulla Lazio che s'è vista al "Tardini". "Io non c'entro, sono un esterno". Luca Marchegiani, il migliore in campo della Lazio, non riesce a non ritornare a Zeman. "E' un momento critico perché il cambio di guida tecnica è stato accolto soprattutto dalla piazza in modo traumatico. Ma non bisogna farsi prendere dal panico". La classifica era brutta allora ed è brutta anche adesso. E ora la squadra è attesa da una specie di spareggio delle deluse sabato contro la Fiorentina. Alla lista già lunga degli indisponibili si aggiunge Baronio, che sarà squalificato. Zoff prova a trovare nella serataccia qualche motivo di fiducia: "Purtroppo avevamo diverse assenze e tra chi ha giocato c'era pure chi aveva la febbre (Negro, ndr). Ma mi conforta il secondo tempo, dove abbiamo fatto qualcosa in più".