Domenica 22 maggio 2005 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 1-1
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22 maggio 2005 - 3.148 - Campionato di Serie A 2004/05 - XXXVII giornata
LAZIO: Peruzzi, Siviglia, Giannichedda, Zauri, Oddo, A.Filippini, Liverani (18' Sereni), Dabo, E.Filippini, Bazzani (73' Pandev), Rocchi (90' Di Canio). A disposizione: Sereni, Lequi, Talamonti, Cesar. Allenatore: Papadopulo.
FIORENTINA: Lupatelli, Ujfalusi, Viali (79' Ariatti), Delli Carri, Chiellini, Di Livio, Maresca, Donadel, Jorgensen, Miccoli (59' Bojinov), Pazzini (76' Riganò). A disposizione: Cejas, Obodo, Nakata, Fantini. Allenatore: Zoff.
Arbitro: Sig. Rosetti (Torino).
Marcatori: 2' Maresca, 18' Siviglia.
Note: giornata calda, terreno in buone condizioni. Ammoniti Giannichedda e Zauri e Di Livio per gioco scorretto, Dabo per proteste. Calci d'angolo: 5 - 6. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: paganti 16.490 per un incasso di euro 161.753,00, abbonati 28.731 per una quota di 390.838,19 euro.
La Gazzetta dello Sport titola: "Lo schiaffo di Zauri alla Fiorentina. Dopo i gol dell'1-1, clamoroso "mani" del difensore: era rigore ed espulsione, Rosetti non vede".
Continua la "rosea": Il veleno nella coda del campionato è tutto all'Olimpico. Finisce in parità tra Lazio e Fiorentina, ma l'arbitro Rosetti e il suo collaboratore Pisacreta non vedono, a risultato già fissato dalle reti in avvio di Maresca e Siviglia, una clamorosa parata di Zauri sulla linea di porta, col pallone calciato violentemente da Jorgensen che ha già scavalcato Peruzzi e sta per gonfiare la rete. Rigore ed espulsione dei più classici, capace di indirizzare altrimenti il match anche se alla fine manca un'ora. Per l'arbitro è solo calcio d'angolo perché pensa che quella deviazione di Zauri sia avvenuta di testa. Giannichedda, che un Rosetti titubante intervista al volo visto che Pisacreta non gli va in soccorso, si fa peloso garante del gesto di Zauri: "Ho visto io, l'ha presa di testa". Non è vero, e Giannichedda a replay spianati ne converrà. Un episodio straordinario, quasi incredibile, quello di Roma. Che rilancia prepotentemente il partito della moviola in campo o, per quello che ci riguarda, quello del "vigilantes" dietro la porta (proposto a suo tempo da Carraro), quantomeno per il gol non gol e per le parate sulla linea di chi non è delegato a farle. Altro che perdite di tempo: sarebbero bastati pochi secondi di adeguate consultazioni per fare giustizia e non condizionare pesantemente il finale della stagione.
Domenica, infatti, la Fiorentina può finire in B anche battendo il Brescia, basterà che il resto dei risultati congiuri contro i toscani come in buona parte è avvenuto ieri. La sdegnata e amareggiata reazione di Diego e Andrea Della Valle, a fine gara, è più che comprensibile, e c'è anzi da apprezzare la sostanziale capacità di contenersi che hanno avuto patron e presidente della Fiorentina. Al di là del fattaccio, e della constatazione che con la Lazio c'è sempre polemica (all'andata l'arbitro Rizzoli, altro rigore negato e non solo, favorì coi suoi errori la vittoria 3-2 degli allora ospiti), la squadra di un meditabondo Zoff la partita l'ha largamente vinta ai punti, senza essere tuttavia capace nella ripresa, complice l'infortunio di Miccoli, di concretizzare la larga superiorità territoriale esercitata. Chi ipotizzava pareggi di comodo (per chi poi ? I viola sono quasi in B e la Lazio è ancora aritmeticamente a rischio spareggio salvezza) ha avuto torto, anche se i gol che hanno fissato il risultato sono stati imbarazzanti, a riprova di due difese tutt'altro che impeccabili. Quella della Lazio si è fatta infilare dopo appena due minuti su una punizione corner corto di Miccoli scheggiata da Ujfalusi, finita sulla traversa dopo l'intervento di Chiellini e ribadita in gol di testa da Maresca, con tutta la difesa biancoceleste immobile. Il pari un quarto d'ora dopo e sempre su palla inattiva, stavolta un corner con Antonio Filippini e Siviglia indisturbati nel passarsi la palla di testa a centro area così da consentire il colpo vincente sottomisura dello stopper. La partita l'ha fatta sempre la Fiorentina, con Maresca e Miccoli capaci di mostrare qualità tecniche superiori, mentre la Lazio, perso subito per infortunio Liverani, s'è affidata all'improbabile regia di Dabo.
Così che Bazzani e Rocchi, i due davanti, sono sempre rimasti a corto di rifornimenti, nonostante sulle corsie esterne il match mostrasse maggiori equilibri: Oddo e Chiellini, dirimpettai, si sono divisi un tempo per uno, e Seric (subentrato a Liverani con susseguente accentramento di Emanuele Filippini) ha costretto dall'altra parte il vecchio, indomito e onesto Di Livio (bravo nell'aiutare Rosetti su un rigore che non c'era) a fare un po' di straordinari. Tatticamente, l'uomo che a metà campo ha sparigliato le carte, rendendo quasi inutile il ricorso di Papadopulo alla difesa a tre, è stato Jorgensen, partito largo a sinistra, ma presto accentratosi dietro le punte viola. Antonio Filippini se lo è perso spesso per strada e nella ripresa Dabo è stato costretto a fare il centromediano davanti alla difesa per seguirne le tracce. Prima di allora, alla mezz'ora del primo tempo, c'era stato l'episodio chiave, nato da un precedente tiro di Miccoli che Peruzzi aveva deviato aiutandosi con la traversa, la seconda della serie viola. Zauri si improvvisava portiere. Mestiere già esercitato quando giocava nell'Atalanta: 10 marzo 2002, 2-1 al Lecce con decisiva parata sulla linea scambiata dall'arbitro Tombolini per una deviazione col petto. Nella ripresa, la Lazio arretrava il baricentro, Zoff perdeva Miccoli e al suo posto entrava un Bojinov pesante e irriconoscibile. La pressione della Fiorentina era sterile fino al minuto 88, quando un'avventata uscita di Peruzzi provocava il possibile pallonetto vincente di Maresca. Ma stavolta sulla linea di porta c'era Oddo: che parava coi piedi.
La Repubblica titola: "Rosetti non vede un clamoroso salvataggio di mano di Zauri. Negati ai viola un rigore e la possibilità di giocare in 11 contro 10. Un solo punto e tante polemiche. Fiorentina a un passo dalla B. La sfida dell'Olimpico finisce 1-1, ma la Lazio non è certa della salvezza".
Continua il quotidiano: Si infrangono sulla mano di Zauri le ultime speranze della Fiorentina di evitare la retrocessione. Sull'1-1 finale tra la Lazio e la squadra viola, infatti, pesa come un macigno il clamoroso errore dell'arbitro Rosetti di Torino, e dei suoi assistenti, che non hanno visto un evidente mani del laziale davanti alla linea di porta, che avrebbe dovuto portare all'assegnazione del calcio di rigore per la Fiorentina e all'espulsione dello stesso Zauri. Eravamo al 30' del primo tempo, sul risultato di 1-1. Adesso per gli uomini di Dino Zoff, nonostante lo scontro diretto di domenica prossima contro il Brescia, diventa difficilissimo evitare la retrocessione: anche una vittoria, infatti, potrebbe non bastare. E dire che era iniziata nel migliore dei modi per i toscani, già in gol al 2', grazie a Maresca che era stato il più veloce a ribattere in rete la palla, dopo che Chiellini aveva colpito la parte alta della traversa. La Lazio risponde con una punizione di Oddo, da circa 30 metri, che finisce di poco alta sulla traversa. All'11, Miccoli, su punizione, impegna Peruzzi alla deviazione in angolo. Al 17', tocca a Lupatelli mettere in angolo un tiro di Rocchi. La partita è combattuta a viso aperto da entrambe le parti e si susseguono i capovolgimenti di fronte. Al 18', nella Lazio esce Liverani per infortunio ed il suo posto è preso da Seric. Subito dopo, i padroni di casa pareggiano con un colpo di testa di Siviglia, lasciato solo in area, sugli sviluppi di un calcio d'angolo.
La Fiorentina, che ha disperato bisogno dei tre punti, prova a riorganizzarsi ed a far propria l'intera posta in palio. Al 30', un tiro di Miccoli viene deviato da Peruzzi sulla traversa, poi Jorgensen di esterno destro a botta sicura, ma Zauri si sostituisce a Peruzzi e manda in angolo con la mano. Proteste viola, ma l'arbitro, clamorosamente, non ha visto niente e così niente calcio di rigore ed espulsione dello stesso Zauri. Nel resto del primo tempo, in pratica, non succede più nulla. Squadre immutate alla ripresa del gioco. Al 4', un tiro ravvicinato di Seric viene deviato da Lupatelli in calcio d'angolo. Al 14', Zoff fa entrare Bojinov al posto di Miccoli. Le notizie che giungono da Brescia e dagli altri campi fanno tremare i tifosi viola: il pareggio contro la Lazio potrebbe non bastare per evitare la retrocessione. La Fiorentina prova, così, ad affondare i colpi, ma il caldo e la fatica iniziano a farsi sentire. Al 19', ci prova Jorgensen, ma il suo destro finisce fuori. Al 31', Zoff prova la carta Riganò, che fa il suo ingresso in campo per Pazzini. Al 41', Fiorentina vicino al gol, con un pallonetto di Maresca che salta Peruzzi, ma la palla viene respinta da Oddo sulla linea di porta. Nel recupero, Riganò manca l'aggancio vincente davanti alla porta ed è l'ultima occasione per la Fiorentina.
Nota[modifica | modifica sorgente]
Il 25 maggio 2010 durante il processo per lo scandalo di partite truccate viene resa nota un'intercettazione telefonica fra il designatore Bergamo e l'arbitro Rosetti. Ecco il testo:
"Luca, qui si rovina il campionato, dillo a Roby". Così l'ex designatore Paolo Bergamo al telefono con Luca Banti, quarto uomo di Lazio-Fiorentina, del 22 maggio del 2005, finita 1-1, commenta nell'intervallo della partita, penultima del campionato con i viola con un piede in B, un clamoroso errrore dell'arbirtro Roberto Rosetti. Alla fine del primo tempo Rosetti non vede infatti un evidente fallo di mano del laziale Zauri. La Fiorentina si sarebbe salvata la domenica successiva battendo il Brescia. Ecco il colloquio.
Bergamo: "Luca!".
Banti: "Paolo sono io eccomi...".
Bergamo: "Guarda che c'era un rigore e una espulsione...".
Banti: "Eh...non l'abbiamo visto Paolo...".
Bergamo: "Eh non l'avete visto, ma che cazzo fate, qui si rovina il campionato avverti Roby... svegliatevi ragazzi. E poi Papadopulo è sempre in piedi e fa i cazzi suoi e te non dici niente...".
Bergamo, dopo la partita, telefona poi a Rosetti. E' un'altra delle intercettazioni telefoniche prodotte dalla difesa di Luciano Moggi nel processo a Calciopoli. Bergamo è durissimo con l'internazionale, designato come arbitro per i prossimi mondiali in Sudafrica, che prese il posto di Massimo De Santis anche ai mondiali di Germania proprio dopo lo scandalo Calciopoli. L'ex designatore commenta ancora l'evidente fallo di mano di Zauri. "È il peggiore errore dell'anno Roby. Qui ci crocifiggono tutti", dice. Ecco la telefonata.
Bergamo: "Roby..."
Rosetti: "Uè..."
Bergamo: "Ma che casino ragazzi! È incredibile... guarda. Ma Dio santo ragazzi... ma vai a parlare con Giannichedda? Uno ti fa un fallo e te vai a parlare con quell'altro... eri talmente imbambolato che io non ti riconoscevo nemmeno... credimi. C'è questo episodio, te fai qualche passo e poi vai a parlare con Giannichedda? Io non lo so ragazzi a volte... boh".
Rosetti: "Che ti devo dire...".
Bergamo: "Non lo so dimmelo te... se non me lo dici te".
Rosetti: "Eh... non l'ho visto... non l'ho visto".
Bergamo: "Dio santo... mai hai tutti che ti protestano e un dubbio ti potrà venire... no?".
Rosetti: "Eh si... infatti mi viene il dubbio e guardo subito Pisacreta (uno dei due assistenti, n.d.r.), questo faccio...".
Bergamo: "E lui non l'ha vista, Pisacreta... evidentemente".
Rosetti: "E poi arriva Giannichedda e mi fa lui (Zauri, n.d.r.) l'ha presa con la testa...".
Bergamo: "Giannichedda, ma che ci combina Giannnichedda, Roby? Il fallo non l'ha mica fatto lui. Te lì eri nel pallone... non lo so... eravamo al ventesimo... boh... non eri vivace... e poi dico vai a parlare con Zauri! Aggredisci lui... aggredisci lui vedi se riesci a tirare fuori qualche cosa da lui. Ma che cazzo ci combina Giannichedda, scusami io non lo so: questo è il peggiore errore dell'anno...".
Rosetti: "È clamoroso?".
Bergamo: "È clamoroso, questo è il peggiore errore dell'anno che ti devo dire: quello è rigore e anche espulsione. Questo (Zauri, n.d.r.) va col braccio aperto e lo tira fuori è incredibile...".
Rosetti: "Ufff...ma vaffanculo va...".
Bergamo: "Ma poi non hai avuto una reazione... uno va, fa, si muove...te fai dei passi molli, vai verso Zauri che si allontana poi viene Giannichedda dice che ha colpito di testa ed è finita lì... aldilà del non vedere... che eri anche in buona posizione evidentemente era una situazione difficile, ma non hai avuto quella reazione che dovevi avere. Minimo vai ad aggredire quello che dice che ha colpito di testa o no? Minimo ci vai a parlare, vedi come reagisce, se è imbarazzato se ti dà un aiuto, un conforto... e invece parli con quello che non ci combinava niente non lo so veramente. Qui ci crocifiggono tutti uno insieme all'altro è inspiegabile. Sai te vai lì, Giannichedda dice che è quello che ha fatto il fallo, dice "testa" ma tu...vabbè: l'arbitro non ha visto e il giocatore è un imbroglione... ma scusa... uno fa il fallo e te vai a parlare con quell'altro...".
Rosetti: "Cosa ti devo dire...".
Bergamo: "E che mi devi dire... è un casino, è un casino. Il primo tempo poi, come al solito, Papadopulo (l'allenatore della Lazio, ndr) sembrava il padrone del vapore... e allora è inutile parlare delle cose se poi andate in campo e le cose non le fate. Dimmi quante volte si è parlato di [[Papadopulo Giuseppe|Papadopulo] e Papadopulo ha continuato a stare tutto il primo tempo lì, al limite dell'area tecnica a contatto con i giocatori. Banti va beh... è Luca Banti (il quarto uomo di Lazio-Fiorentina, ndr), ma te sei Roberto Rosetti. Ma se noi dobbiamo far diventare gli allenatori eroi, vabbè fate voi... tanto che cazzo me ne frega ci andate voi in campo la domenica. Ma, Dio santo, ci sono allenatori che sono già nell'occhio del ciclone... arrivano in campo quelli come te che non riescono a dirgli: Guardi, stia per lo meno al bordo..." non dico buttalo fuori ma perché deve stare al limite dell'area tecnica a contatto con i giocatori io non capisco. Luca è un coglione e ha fatto una partita ma te ne hai fatte cento... va be è un gran frittata, va bè... va bè ci sentiamo ciao".
Rosetti: "Ciao, ciao".