Domenica 20 gennaio 2002 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Perugia 5-0
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20 gennaio 2002 - 2984 - Campionato di Serie A 2001/02 - XIX giornata
LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Negro, Fernando Couto, Cesar, Poborsky, Giannichedda, Liverani (69' D.Baggio), Stankovic, Crespo (26' Fiore), S.Inzaghi (26' C.Lopez). A disposizione: Marchegiani, Mihajlovic, Colonnese, Mendieta. Allenatore: Zaccheroni.
PERUGIA: Tardioli, Sogliano, Di Loreto, Rezaei, Zé Maria, Blasi, Gatti (55' Samereh), Milanese (46' Grosso), Tedesco, Baiocco, Vryzas. A disposizione: Proietti, M.Samuel, Cordova, Ahn, Berrettoni. Allenatore: Cosmi.
Arbitro: Sig. Bertini (Arezzo).
Marcatori: 9' S.Inzaghi, 33' C.Lopez, 52' Fiore, 58' Stankovic, 64' Negro.
Note: ammoniti Poborsky, Giannichedda, Gatti, Cesar. Recuperi: 2' p.t., 1' s.t.
Spettatori: 35.000 circa.
È finita con lo stadio spaccato in due. Da una parte chi contesta la squadra, dall'altra chi la difende. È volato anche qualche pugno quando alcuni scalmanati hanno scavalcato alcuni settori dello stadio. Brutto segnale quando ci si picchia tra tifosi della stessa squadra. È per questo che la Lazio non può archiviare con il sorriso sulle labbra il 5-0 inflitto al Perugia. La tensione resta altissima. Mihajlovic è stato insultato per 90' con l'epiteto di "zingaro", dopo il giallo dello sputo verso la curva (negato peraltro dal giocatore) prima di Lazio-Milan di Coppa Italia. Negro e Pancaro hanno avuto pesanti striscioni "dedicati". Fiore, Lopez e Mendieta (tutti e tre in panchina all'inizio) sono stati sommersi di fischi e insulti alla lettura delle formazioni. Dalla società biancoceleste non è arrivato nessun passo ufficiale a difesa soprattutto di Mihajlovic. Un silenzio ingiusto nei confronti di Sinisa e più pavido della reazione che gran parte del pubblico aveva già manifestato allo stadio. Alberto Zaccheroni ha incominciato a vincere la sua partita con una mossa psicologica: ha ordinato alla squadra di riscaldarsi in spogliatoio e non, come avveniva in passato, sotto la curva Nord. Ha così evitato di sottoporre i giocatori a un linciaggio di fischi prima dell'inizio. Il resto è stato pura logica: tornare cioè alla squadra che aveva vinto cinque partite di fila senza Gaizka Mendieta, Stefano Fiore e Claudio Lopez.
Il ritorno alla formula vincente è stato produttivo e fortunato. Simone Inzaghi ha colpito una traversa al 4' (colpo di testa su azione da calcio d'angolo) e già al 9' ha sbloccato il risultato (tap-in sottomisura di sinistro su perfetto cross di Crespo, che si era infilato nella voragine lasciata dall'iraniano Rezai). Poborsky ha dominato la fascia destra, Stankovic dato sostanza a quella sinistra e solo il momento poco felice di Crespo ha impedito ai biancocelesti di chiudere subito la gara. Al 26' è arrivato un doppio cambio da Oscar della sfortuna: fuori Crespo e Inzaghi, dentro Fiore e Claudio Lopez. Per il centravanti argentino si tratta di una contrattura alla coscia destra che dovrebbe tenerlo fuori per tre-quattro settimane, per Inzaghi di un risentimento inguinale assai meno grave.
I sostituti, però, sono stati ugualmente decisivi: Lopez ha ribattuto in gol di ginocchio (32') una deviazione-harakiri di Di Loreto che aveva colpito il palo, Fiore ha chiuso con la rete del 3-0 un perfetto assist di Poborsky al 52' e dato il passaggio decisivo a Stankovic sul 4-0 (57'). Sei minuti dopo è arrivato in mischia il 5-0 di Paolo Negro. Ancor più importante dei gol della ripresa è quello che è successo dopo. Stefano Fiore ha preso a calci un tabellone pubblicitario per la rabbia (tra l'altro "roba" del patron Cragnotti!) ma ha trovato la solidarietà di tre quarti di stadio mentre la Nord continuava lo stesso a inneggiare contro di lui. Dejan Stankovic ha fatto mezzo campo con la maglia sventolata come fosse una bandiera e ha concluso la sua corsa tra le braccia di Mihajlovic in panchina: gli amici si riconoscono quando le cose vanno male e il gesto del serbo è stato limpido come la sua partita. Paolo Negro è stato soffocato dall'abbraccio dei compagni. Si è visto, dall'altra parte, un Perugia imbarazzante.
Una sola punta, Vryzas, e due centrocampisti avanzati, Baiocco e Tedesco. Peccato che, essendo due giocatori bravi ad inserirsi ma senza il tocco del trequartista, in quella posizione abbiano perso le loro doti e amplificato i loro difetti. Il centrocampo, così, ha perso la possibilità di avere una logica superiorità numerica su quello laziale e la difesa a tre è stata presa più volte d'infilata. Un disastro tattico e di concentrazione. I giocatori hanno chiesto pubblicamente scusa al patron Gaucci. Da oggi andranno in ritiro in fila per sei col resto di due, guidati dal numero 44 Gatti.
Fonte: Corriere della Sera