Domenica 1 giugno 1986 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Empoli 0-0
Turno precedente - Turno successivo
1 giugno 1986 - 2281 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie B 1985/86 - XXXVI giornata
LAZIO: Ielpo, Podavini, Calcaterra, Fonte, Piscedda, Magnocavallo (75' Torrisi), Poli (66' D'Amico), G.Corti, G.Damiani, Caso, Garlini. A disp. Carlini, Perna, Toti. All. Simoni.
EMPOLI: Drago, Miggiano, Gelain, Della Scala, Picano, Salvadori, Cecconi, Urbano, Della Monica, Casaroli, Cipriani (46' Zennaro, 83' Calonaci). All. Salvemini.
Arbitro: Casarin (Milano).
Note: ammoniti Magnocavallo, Cipriani, G.Corti e Salvadori.
Spettatori: 20.000 circa di cui 10.760 paganti per un incasso comoplessivo compresa la quota abbonati di £. 222.432.000.
Per un'ora buona, a insistenti e commoventi ondate, la marcia trionfale dell'Aida ha pervaso l'Olimpico di irreale atmosfera. Un coro di ventimila, un ritmo ossessionante da rituale propiziatorio che ha sorretto i muscoli rattrappiti, i polmoni stretti, le gambe molli di afa dei tredici biancocelesti mandati in campo dall'all. Simoni. Ma la Lazio per una volta di più non è riuscita a ripagare tanta dedizione. Il punto conquistato contro l'Empoli non scaccia i fantasmi della C. I biancocelesti avrebbero meritato un pizzico di fortuna in più ma non vanno dimenticati neanche i clamorosi svarioni difensivi non sfruttati dalle punte avversarie. La Lazio ha giocato col coltello tra i denti come deve la quart'ultima della classe che affronta la quarta. E i toscani hanno dimostrato quanto sia legittima la loro posizione di classifica con una difesa rocciosa, un centrocampo agile e punte sempre pericolose. Per contro la Lazio si è gettata avanti con il tridente e Caso libero di giostrare e inventare. Al proscenio è presto salito Drago, un portiere davvero insuperabile, che ha respinto a mani aperte due volte su Podavini e una su Caso senza che ci fosse qualche rapinatore d'area in grado di capitalizzare. Meglio la ripresa, con il vecchio G.Damiani in crescendo e Poli sventato che poi contesterà platealmente la sostituzione con D'Amico. Proprio Vincenzino chiamerà Drago alla paratona decisiva ma va detto che Cecconi aveva colto dall'altra parte una clamorosa traversa da dieci metri al 32' dopo un pasticcio tra Calcaterra e Piscedda e dopo la base del palo colpita da Caso di sinistro dal limite a pareggiare i legni, era stato decisivo pure Ielpo nel togliere dall'angolino basso un'altra testata dell'incerottato Cecconi. L'impagabile Curva Nord non si è mai arresa e ha intonato all'unisono "Que sera sera". Fatalismo? No, fede!
Fonte: Il Tempo