Domenica 17 novembre 1996 - Piacenza, stadio Galleana – Piacenza-Lazio 1-3
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Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1996/97 - 9ª giornata - Piacenza-Lazio 1-3
PIACENZA: Taibi, Pari, Lucci, Maccoppi, Tramezzani (61' Polonia), Valtolina (46' Tentoni), Di Francesco, Pin, Scienza (61' Valoti), Luiso, Piovani. n.e. Marcon, Delli Carri, M.Conte, Moretti. All. Mutti.
LAZIO: Marchegiani, Nesta (68' Baronio), Grandoni, Fish, Chamot, Fuser, Okon, Nedved, Rambaudi (68' Buso), Casiraghi, Signori. n.e. Orsi, Piovanelli, Marcolin, Venturin, Gottardi. All. Zeman.
Arbitro: Sig. Treossi (Forlì).
Marcatori: 5' Signori, 27' Scienza, 40' Signori (rig), 54' Signori.
Note: ammoniti Tramezzani, Maccoppi, Di Francesco, Nesta, Piovani, Luiso. In tribuna il C.T. della Nazionale Arrigo Sacchi. Calci d'angolo: 7-5.
Spettatori: 9.344.
Quasi tutto sembra affiorare per svanire presto, in questo pazzo campionato. Anche il riscontro relativo all'imbattibilità casalinga del Piacenza, al suo miracoloso "made in Italy" supportato da corridori assatanati. Basta una Lazio rammendata dietro e sospettata di crisi irreversibile per smagare a raffica ogni suggestione rappresa dentro questo stadio, dopo quattro esibizioni senza prendere gol. L'unico piacentino d'antan che si diverte sotto la pioggia è Beppe Signori, autore d'una tripletta facile nel diluvio d'occasioni concesse nei paraggi dell'incolpevole Taibi. Così, presente Arrigo Sacchi, Piacenza diventa il posto ideale per ricaricare le batterie biancocelesti, per certificare miglioramenti nell'organizzazione zemaniana, resa più fluida dal ritorno dei centrocampisti titolari (ottimo Okon) e dallo spostamento dello scatenato Chamot sul versante sinistro, laddove tanto Pari quanto Di Francesco rappresentano solo la loro desolante mediocrità. Come se il gruppo proletario su piazza, stravolto dalle scelte difensive di Mutti, avesse scelto le peggiori soluzioni contro i superstiti campioni ancora rintracciabili nell'organico cragnottiano: l'impresentabile Maccoppi addosso a Casiraghi, Pari per veder rifiorire Beppe-gol, Tramezzani mai in grado d'anticipare Rambaudi, salvo accontentarsi dietro degli aggiustamenti - Lucci, libero all'italiana troppo lento e macchinoso. Perché non conservare ai loro posti Polonia e Conte, esemplari nell'opera di sbarramento ai danni dei propositori avversari già capitati da queste parti? Perché sottrarre Valoti dalla cordata piacentina che rilanciava i pericoli sul fronte opposto? Serve possedere un saltimbanco ispirato tipo Taibi, se poi quella sua porta risulta esposta ad ogni spiffero? Casiraghi duetta con Nedved, svaria lungo il versante mancino, pianta Maccoppi e delega Signori ad aprire le marcature.
Delizie da allenamento, con la superiorità tecnica degli zemaniani destinata a scintillare fra antagonisti fermi, disintegrati perfino sotto l'aspetto atletico. La Lazio prende quota, scappa dalla propria crisi, rimuove turbamenti accumulati in quattro sconfitte consecutive. Accordi eleganti, frenesie improvvise, rallentamenti ragionati: e i piacentini assistono smemorati, senza nemmeno applicare quelle implacabili marcature ad personam che li hanno resi competitivi nel football d'alto bordo. Zeman non traballa più. Zeman si gusta pressing, ripartenze, diagonali, sovrapposizioni, chiusure elaborate. Facile giocare contro nessuno. Facile pure per l'inedita accoppiata centrale Fish - Grandoni, che annienta Luiso, mentre l'evanescente Piovani finisce sempre per incartarsi quale improbabile solista. Certo, a poco dall'intervallo, i laziali vengono sospettati di complicare la beata domenica in Emilia. E' un attimo. E' l'unico atto d'insubordinazione che abbozza Luiso. Insomma Fish lo atterra e il successivo calcio piazzato griffato Scienza trafigge Marchegiani. Pareggio subito sfuggente, perché Chamot vanta i cambi di marcia dell'assaltatore indigesto quando piazza percussioni. Dribbling volante su Lucci, poi ciao Maccoppi, che all'imbocco dell'area osa lo sgambetto. Rigore per Signori, che bacia il pallone quasi volesse scongiurare dispiaceri. Difatti Taibi s'inchina e s'inchinerà ancora al suo destro definitivo, scaricato di precisione dentro la riabilitazione laziale.
Tre gol di Beppe Signori davanti ad Arrigo Sacchi, ieri in tribuna allo stadio Galleana. Per il bomber laziale è una bella rivincita al termine di una settimana tribolata. "Sono soddisfatto soprattutto della squadra - dice Beppe-gol, a fine gara -. Questo successo ci rilancia, anche se ancora la classifica non ci sorride. Ora siamo tutti più contenti. Voglio evitare le polemiche, perché è cambiato poco rispetto alle ultime esibizioni. Ci è bastato guardarci in faccia per renderci conto che la situazione non era delle più semplici. Per una volta siamo riusciti a imporre il nostro gioco come avremmo voluto fare sempre". Il peggio, per questa Lazio, sembra dunque passato. "La crisi potrebbe ancora scoppiare - sorprende Signori -, ma questa dovrebbe essere una tappa decisiva per il nostro rilancio. Eravamo col morale a terra nelle ultime partite; adesso dobbiamo fare tesoro degli errori passati per cercare di non ripeterli". Signori sembra felice qui a Piacenza, tanto che vuole pure riscattare il significato della sconfitta dello scorso giovedì, a Napoli in Coppa Italia. "Qualche segnale di risveglio l'avevamo già offerto allora". E dopo il brutto errore contro il Napoli, è ritornato a segno anche su calcio di rigore. "Avevo semplicemente detto che contro il Napoli non avrei calciato più dal dischetto. Altri portieri non mi creano gli stessi problemi psicologici". Il rigorista ritrovato vuole anche puntualizzare il significato delle sue affermazioni della scorsa settimana. "Non mi sono mai sentito in crisi, non l'ho mai detto. Ero in difficoltà sul piano morale, ma sul piano fisico ero al massimo, e ora anche il morale può risalire".
Beppe Signori ormai non pensa più alla nazionale. Ma sottolinea: "Sono contento che Sacchi mi abbia visto in azione, ma i tre gol sono importanti soprattutto per la Lazio. Abbiamo confermato di essere in ripresa, dopo le ultime esibizioni. Per una volta siamo riusciti a imporre il nostro gioco come vuole l'allenatore. Dobbiamo continuare così per ottenere buoni risultati". In una sola partita Signori ha realizzato più di quanto non gli era riuscito finora in campionato: tre centri in 90' contro i due in nove incontri. Anche Zdenek Zeman è soddisfatto. Può respirare, la sua panchina sembra non correre più pericoli. "Segnare tre gol su un campo finora imbattuto dove nessuna squadra aveva marcato gol non è un'impresa di poco conto. - spiega il tecnico boemo - Contro il Piacenza ci sono riuscite giocate che negli ultimi tempi non andavano a buon fine. Non ero deluso dopo la prestazione contro il Napoli, non mi andava bene il risultato. I guai, forse, sono passati, ma ce ne possono attendere altri già dalla prossima domenica". Infine una considerazione di Zeman su Chamot, utilizzato sulla fascia sinistra, che dovrebbe però ritornare al centro della difesa in coppia con Nesta. "Sino a tre settimane fa si diceva che quella coppia centrale era la migliore d'Europa. Non avevo motivo di cambiare, se non ci fossero stati problemi per Favalli".
Fonte: Corriere della Sera