Domenica 17 febbraio 2008 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Atalanta 3-0
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17 febbraio 2008 - 3.271 - Campionato di Serie A 2007/08 - XXIII giornata - inizio ore 15.00
LAZIO: Ballotta, Behrami, Siviglia, Cribari, Radu, Mudingayi (89' Dabo), Ledesma, Manfredini, Mauri (84' De Silvestri), Rocchi, Pandev (79' Bianchi). A disposizione: Muslera, Rozehnal, Baronio, Del Nero. Allenatore: D.Rossi.
ATALANTA: Coppola, Rivalta, Capelli, Pellegrino, Bellini, Ferreira Pinto (46' Guarente), Tissone, De Ascentis, Langella (51' S.Inzaghi), Doni, Floccari (65' Muslimovic). A disposizione: Ivan, Padoin, Belleri, Manfredini. Allenatore: Delneri.
Arbitro: Sig. Girardi (San Donà di Piave) - Assistenti Sigg. Maggiani e Pirondini - Quarto uomo Sig. Velotto.
Marcatori: 26' Rocchi (rig), 56' Pandev, 88' Rocchi (rig).
Note: pomeriggio freddo, terreno in buone condizioni. Ammoniti: 26' Coppola, 35' Mudingayi, 60' Capelli, 65' Radu, 91' De Ascentis, tutti per comportamento scorretto; 88' Bellini per proteste. Angoli 4-5. Falli 21-24. Tiri in porta 5-3. Tiri fuori 3-3. Fuorigioco 8-4. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: paganti 4.122 per un incasso di 80.234 euro, abbonati 14.881 per una quota di 188.278,95 euro.
Tornano i "gemelli del gol", la Lazio vince e prende una bella boccata d'ossigeno. Rocchi e Pandev (17 reti in due sui 27 totali della squadra) stendono per 3-0 un'Atalanta non in giornata, ritrovano l'affetto del pubblico e anche i rigori a favore, ben due dopo un anno senza penalty. Non una grande Lazio, sia chiaro. Ma la squadra di Rossi ha costruito la sua vittoria con ordine, equilibrio e sacrificio, sfruttando l'episodio del rigore, realizzato al 26' da Rocchi. Un gol pesante e importante che ha permesso alla Lazio di gestire con tranquillità la partita, anche perché nell'Atalanta di oggi, il solo Doni ha cercato di cambiare le cose. Non è stato sufficiente e per la Lazio sono arrivati tre punti importantissimi. Rossi, privo di Kolarov, Zauri, Firmani e Mutarelli, recupera Behrami e Radu (solo loro i due terzini), schiera Mauri trequartista e alle spalle della solita coppia Rocchi-Pandev. Il macedone viene preferito a Bianchi che sembrava destinato all'esordio dal primo minuto e che, invece, va in panchina.
Assenze importanti anche per l'Atalanta, Delneri si affida ad un 4-4-1-1 con Doni alle spalle dell'unica punta Floccari, preferito a Muslimovic, reduce dalla doppietta di sabato scorso nel 2-2 contro la Fiorentina. La Lazio arriva all'appuntamento al termine di una settimana difficile dopo la sconfitta di Empoli. Giovedì il civile confronto squadra-tifosi e il sostegno che la curva assicura a Rocchi e compagni. Tra i più attesi Ledesma e Mauri, entrambi nel mirino della critica. Il trequartista inizia bene e si prende i primi applausi con uno splendido assist, al 6', per Rocchi che non riesce a superare Coppola (bravissimo in uscita) di sinistro. La Lazio non sembra tranquilla e fatica a costruire il suo gioco, mentre l'Atalanta è fin troppo prudente. Al 25', però, la partita si sblocca. Pandev vede Manfredini tutto solo sulla sinistra e lo serve, l'aggancio non è perfetto, ma l'ex Chievo riesce a superare Coppola e poi finisce a terra. Per Girardi è rigore, sul dischetto va Rocchi che di destro spiazza Coppola.
Lazio in vantaggio e più serena, Atalanta ancora inspiegabilmente prudente. Non è in giornata la squadra di Delneri che non riesce mai a sfruttare le fasce. I nerazzurri si fanno vedere solo al 42', splendida la punizione di Doni, ottima la risposta di Ballotta che vola a deviare sopra la traversa. Un minuto dopo, però, Ballotta rischia di fare la frittata sbagliando la presa, Floccari non ne approfitta. Nella ripresa Delneri prova a cambiare qualcosa, Ferreira Pinto lascia il posto a Guarente che già al 3', di sinistro, sfiora il gol. La Lazio si spaventa e allora Ledesma scarica la tensione con un sinistro che sfiora la traversa. Nell'Atalanta fuori anche Langella, dentro l'ex Inzaghi, ma non cambia nulla per i nerazzurri. Anzi, all'11, la Lazio raddoppia: lancio di Mauri per Pandev, errore di Pellegrino, il macedone salta Coppola, Capelli gli respinge la prima conclusione, ma il numero 19 laziale non spreca la seconda chance e sigla il 2-0. Doni prova a rimettere in partita la sua squadra, ma Ballotta è attento e bravo. Entra Bianchi che si procura il secondo rigore della giornata, vorrebbe tirarlo lui, ma sul dischetto va ancora Rocchi che sigla il definitivo 3-0.
La Gazzetta dello Sport titola: "Rigorosamente Lazio. Girardi consegna a Rocchi i primi penalty dell'anno. E Rossi travolge l'Atalanta".
Continua la "rosea": Senza rigori dall'inizio del campionato, scomodo record condiviso con Reggina e Udinese, la Lazio se ne ritrova due in un colpo solo. Basta e avanza il primo (Coppola su Manfredini), che c'è al contrario del secondo (Pellegrino su Bianchi), per stendere l'Atalanta quasi di goleada: il 3-0 conclusivo frutto dei due tiri dal dischetto di Rocchi (che nega il secondo a Bianchi) e il gol di mezzo realizzato da Pandev, migliore in campo, rappresenta il risultato più rotondo della stagione laziale. Fin troppa grazia per una prestazione niente più che dignitosa, valorizzata dalla pessima prova degli ospiti. Volendo scherzarci sopra, potrebbe essere identificata in Bianchi, cui Delio Rossi dovrebbe riservare il battesimo dell'Olimpico e che invece si ritrova in panchina. Con la sua sola presenza, Pandev, Rocchi e Mauri fanno il "pieno" di motivazioni e tornano quelli di un tempo. Ma c'è altro: il controllo assoluto delle corsie esterne, un tempo prerogativa delle squadre di Delneri. Coi terzini e i laterali giusti, Rossi gli ruba per un giorno l'idea.
E' un'altra rispetto alla sbiadita Lazio di Empoli. Si torna al 4-3-1-2 più congeniale al fraseggio stretto di Mauri, Pandev e Rocchi. Soprattutto, sono diversi i due difensori laterali e i due cursori ai fianchi di un sempre troppo compassato Ledesma. Con Behrami, Radu, Mudingayi e Manfredini la Lazio acquista in peso, muscolarità e temperamento. Sia chiaro, non ne esce fuori niente di davvero straordinario, ma una ritrovata sensazione di solidità, che autorizza pensieri positivi sul prosieguo di una stagione (8 punti sotto la zona Uefa, 5 sopra la zona retrocessione) ancora da mettere in cassaforte. Capitolo Atalanta. Doni in campo predica nel deserto e a fine partita si lamenta dell'arbitro, ma il diverso e autocritico atteggiamento di Delneri fotografa meglio la situazione. Un'Atalanta così spenta e disarmata non la si ricordava da tempo. Squadra tradizionalmente dal gol facile (34 reti, sesto attacco del campionato) all'Olimpico rimane all'asciutto per la seconda volta nelle ultime sedici giornate (nell'altro Olimpico, quello della Juve, il precedente del 9 dicembre).
Il tecnico, che in partenza protegge il rientro di Doni con una sola punta (Floccari), le prova tutte. Vedendo prima fallire gli esterni offensivi (Ferreira Pinto e Langella) del centrocampo a quattro, poi tenta la non significativa carta del ribaltamento dei centrali De Ascentis e Tissone, e infine puntando su una panchina piena di attaccanti di complemento. Ma gli ingressi di Guarente, Simone Inzaghi e Muslimovic (uomo-gara con la Fiorentina, forse troppo trascurato), che modificheranno il 4-4-2 iniziale in un conclusivo 4-3-1-2 si traducono solo in un paio di parate di Ballotta. E altrettanti gol della Lazio.