Domenica 16 settembre 1951 - Roma, stadio Torino - Lazio-Udinese 3-1
Turno precedente - Turno successivo
16 settembre 1951 - Campionato di Serie A 1951/52 - II giornata
LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Furiassi, Alzani, Malacarne, Fuin, Puccinelli, Magrini, Antoniotti, Flamini, Sukrü. All. Bigogno.
UDINESE: Brandolin, Vicich, Tosi, Spartano, Feruglio, Snidero, Castaldo, Mariani, Bacci, Sorensen, Rinaldi. All. Testolina.
Arbitro: sig. Savio di Torino.
Marcatori: 36' Antoniotti, 42' Rinaldi, 55' Flamini, 58' Puccinelli.
Note: al 27' lieve infortunio per Antoniotti, che però non solo rimaneva in campo, ma addirittura era artefice del gol del vantaggio laziale; invece a fine primo tempo Rinaldi si strappava alla coscia sinistra, anche lui rimaneva in campo, ma praticamente nullo; al 68' a conclusione di un’azione Flamini-Antoniotti Sukru realizzava la quarta rete, che Savio annullava per fuori gioco dello stesso turco.
Spettatori: 17.000 circa.
Enrico Vignolini su La Gazzetta dello Sport scrive: Dopo 45’ l’Udinese ha ceduto. La Lazio alla distanza. Ma nonostante il successo schietto e sincero come quello conseguito ai danni dell’Udinese questa Lazio ancora non va e non acquisterà carattere e fisionomia di gioco fintanto che non avrà risolto il problema delle mezze ali a cui manca il controllo costante ed assiduo. Infatti nel primo tempo Mariani faceva e disfaceva le trame delle azioni a suo piacimento e Flamini difettava nello sfruttare le sue indubbie qualità nel rifornire con precisione i veloci Sukrü e Puccinelli ed il funambolico Antoniotti, insomma stridevano, come fossero arruginite le articolazioni del quadrilatero, inceppando la fluidità delle azioni e la continuità del gioco. La Lazio camminava a tentoni, fronteggiata da un’ardita Udinese, anch’essa peraltro robusta in difesa ma fragile in attacco, nonostante il buon lavoro di Mariani e di Castaldo e qualche intelligente apertura di Bacci; ne scaturiva un «uno a uno» più fortunoso che reale: un gol di Antoniotti segnato in netto fuori gioco, su centrata di Puccinelli, ma sia Antoniotti che Flamini erano indisturbati davanti a Brandolin ed un gol bianconero, un mezzo infortunio di Sentimenti (IV) che, caricato, si lasciava sfuggire il pallone che finiva sui piedi dell’accorrente e pronto Rinaldi. I valori in campo si delineavano però nettamente nella ripresa. Calava l’Udinese, specialmente, nonostante si affermassero il gioco fine di Soerensen, la continuità di Spartano e la velocità di Castaldo; però cresceva di conseguenza la Lazio, libera finalmente di spaziare senza l’eccessivo controllo da parte dell’avversaria. Si vedeva pertanto una squadra tecnica, quella che i tifosi sognano, che vengano o meno le mezze ali. Senza crederci ciecamente e da affermarlo con sicurezza, ma senz’altro è tutt’un altro gioco, più aperto, più rapido, più preciso: venivano segnati ancora due gol: uno da Flamini su lancio di Puccinelli ed uno da Puccinelli dopo una fucilata di Sukrü che Brandolin non riusciva a trattenere. Resta solo da chiarire quanto merito abbia la Lazio e quanto piuttosto non sia demerito dell’Udinese.
Di seguito, il commento di Rizieri Grandi su "Il Calcio Illustrato":
I biancoazzurri, pur non giocando una partita magistrale nel loro esordio allo Stadio, hanno vinto e vinto anche bene. Ѐ piaciuto della squadra, se non la tecnica, l’impegno e almeno per quanto riguarda l’efficienza fisica, la durata alla distanza e quel certo vigore che non è un’arma secondaria nel gioco del calcio, la Lazio ha dimostrato di non essere lontana dalla fisionomia della scorsa stagione. Certo, con due mezze-ali che non sono quelle che si vorrebbero, sebbene Flamini non sia del tutto dispiaciuto, prima di trovare il ritmo la Lazio ha faticato, ha pasticciato, ma alla fine vi è riuscita quando lo smalto della freschezza dell’Udinese si è screpolato. Una partenza, dunque, faticosa, affannata ma un buon arrivo.
La Lazio è stata facilitata nel gioco di prima linea dalla posizione arretrata del centro-sostegno Feruglio. L’udinese ha lasciato campo libero ad un Antoniotti che è apparso lento ma buon manovriero, ad un Antoniotti che, pur non essendo un gladiatore, ha finito per imporsi in campo e far giocare tutta la prima linea. Forse Feruglio, anche se l’Udinese ha rivelato un vuoto impressionante nel settore sinistro della difesa, ha sbagliato a concedere troppa libertà ad Antoniotti. La Lazio ha avuto pure un Puccinelli in buona giornata, un Flamini positivo e un Sukru che pure a modo suo gioca. La mediana laziale, e così la difesa, dopo una partenza difficoltosa, hanno finito per sciogliersi e nel complesso hanno poi abbastanza tranquillamente tenuto il campo.
L’Udinese ha presentato una prima linea inconcludente in Bacci. Sempre in posizione arretrata, l’ex-giallorosso non ha fatto gioco e ha costituito un peso più che un aiuto. Così l’apprezzabile lavoro di Sorensen e di Mariani e quello più grezzo ma a volte efficace di Castoldi, non ha approdato a nulla. Quanto a Rinaldi il suo apporto si è limitato al solo primo tempo perché uno strappo muscolare lo ha poi reso praticamente inutilizzabile.
Una partita come gioco modesta con due squadre in cerca di una cifra di gioco.
La Lazio ha finito per ritrovarsi, mentre l’Udinese è naufragata. La dura sconfitta incassata dai biancoazzurri a Genova può oggi considerarsi un episodio dei tanti che accompagnano l’esordio grigio della Lazio ad ogni campionato. Il prossimo inserimento di Lofgren, che nel mattino della domenica è giunto a Roma con tutta la famiglia e il prevedibile rinforzo faranno della Lazio una squadra di primo piano. Già nel secondo tempo la squadra è apparsa migliorata rispetto ai primi quarantacinque minuti e un Furiassi che aveva cominciato in sordina, ha finito dominando. Bene Malacarne, a posto Antonazzi, in via di affiatamento i terzini, la Lazio si è dimostrata più solida di quanto si pensava. Ha i suoi problemi in prima linea, senza dubbio, ma l’impianto è sano.
Il primo goal è stato segnato da Antoniotti al 3’, con una mezza girata su azione Alzani-Puccinelli. Pareggiava Rinaldi che interveniva su di un pallone sfuggito a Sentimenti IV su un tiro di Mariani e carica di Bacci e nella ripresa prima Flamini, su azione Puccinelli-Antoniotti, poi Puccinelli, su passaggio di Sukru, che entrava di forza su Brandolin, portavano a tre i punti per i biancoazzurri.
L’arbitro Savio è apparso discreto. Un paio di svarioni soltanto ma, come tutti gli arbitri, in area di rigore lasciò correre. La severità arbitrale, insomma, è limitata alla sola zona di centro campo.