Domenica 16 dicembre 1984 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Verona 0-1
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16 dicembre 1984 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1984/85 - XII giornata
LAZIO: Orsi, Vianello, Podavini, Calisti, Batista, Filisetti (82' Garlini), D'Amico, Torrisi, Giordano, Laudrup, Storgato (56' Dell'Anno). A disp. Cacciatori, Spinozzi, G.Marini. All. Lorenzo.
VERONA: Garella, Volpati, Marangon I, Tricella, S.Fontolan (87' Marangon II), Sacchetti, Fanna, Bruni, Galderisi, Di Gennaro, Turchetta (71' Donà). A disp. Spuri, Terracciano, Larsen-Elkjaer. All. Bagnoli.
Arbitro: Pieri (Genova).
Marcatori: 60' Podavini (aut).
Note: ammoniti Batista, Volpati, Podavini, Bruni e Fanna. Angoli 9-2 per la Lazio.
Spettatori: 60.000 circa.
Il Verona è una capolista solida, anche se in formato completamente italiano. La Lazio, beh la Lazio è un po' la solita, eccessivamente rinunciataria e squassata dalle polemiche interne, la divisione in vere e proprie fazioni. In più metteteci l'assenza per squalifica del suo uomo più in forma e più eclettico, ovvero Lionello Manfredonia, e avrete il risultato finale: una sconfitta di misura, per certi versi perfino sfortunata, ma sicuramente evitabile. Partiamo dagli spogliatoi a fine gara per capirci meglio: Chinaglia tiene a rapporto i giocatori uno per uno nel camerino lasciato dall'arbitro, Storgato il più scuro in volto per l'ennesima sostituzione; sfogo accorato di Laudrup prima nell'intervallo e poi a fine gara alla tv danese perché non gli passano un solo pallone giocabile, specie Batista cui gli ozi della sosta non hanno certo fatto bene; D'Amico, di gran lunga il migliore dei suoi, non le manda a dire a Dell'Anno che è tipetto da rispondergli per le rime; infine, ciliegina sulla torta, Lorenzo che accusa Giordano di non saper più neanche battere le punizioni. E tutto questo putiferio solo per una sconfitta, peraltro prevedibile, contro la squadra mostratasi di gran lunga la più solida del campionato... Mah, questa è la Lazio attuale.
Quanto alla partita in sé, essa ha risentito della scelta del tecnico biancoceleste di schierare un difensore, Storgato, al posto dell'assente Lionello, dando subito un'idea di rinuncia. Così la manovra è andata a sprazzi, con poche conclusioni di Giordano fuori di un niente e di D'Amico ad impensierire il fischiatissimo ma attento Garella da una parte, mentre dall'altro brillava l'estro di Fanna. Da registrare inoltre un pericoloso colpo di testa fuori di poco di Fontolan, unico grosso pericolo per la porta di Orsi prima del gol, piovuto dal cielo al quarto d'ora della ripresa, quando un'incursione in area laziale sull'asse Turchetta-Galderisi metteva il centravanti in condizione di calciare a rete da posizione centrale: probabile che Orsi avrebbe intercettato il tiro non irresistibile ma una deviazione di Podavini, intervenuto in scivolata, ha cambiato la traiettoria di quanto bastava a prendere il portiere in contropiede. E' stato a questo punto che la Lazio ha mostrato i propri limiti offensivi e il dispetto tra giocatori in campo mentre il Verona aveva campo libero per il suo imprendibile contropiede che ha portato al tiro consecutivamente Di Gennaro, Fanna e un Galderisi sempre incredibilmente impreciso sotto porta. Al proscenio, di converso, il portiere biancoceleste che ha evitato almeno un passivo più pesante. Bagnoli, bontà sua, a fine partita ha dichiarato di aver avuto anche un po' di fortuna. Ma il risultato è apparso a tutti abbastanza chiaro tra una squadra che gioca a memoria e un'altra che balbetta calcio e pensa solo a litigare.