Domenica 14 gennaio 2001 - Udine, stadio Friuli - Udinese-Lazio 3-4
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14 gennaio 2001 - 2930 - Campionato di Serie A 2000/01 - XIV giornata
UDINESE: Turci, Zamboni, Sottil, Bertotto, Diaz (22' Margiotta), Fiore, Walem (41' Alberto), Giannichedda, Gaarde (74' Micolucci), Jorgensen, Sosa. A disposizione: Basso, Bisgaard, Helguera, Gutierrez. Allenatore: De Canio.
LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Fernando Couto, Favalli, Poborsky (90' Lombardo), D.Baggio (58' Baronio), Simeone, Nedved, Crespo, Salas (65' Ravanelli). A disposizione: Orlandoni, Mihajlovic, Colonnese, Gottardi. Allenatore: Zoff.
Arbitro: Sig. Treossi (Forlì).
Marcatori: 3' Zamboni (aut), 35' Crespo (rig), 47' Salas, 49' Fiore, 53' Crespo, 66' Margiotta, 86' Sosa.
Note: espulso Bertotto per fallo di mano da ultimo uomo al 34'. Ammoniti Sottil, Giannichedda, Marchegiani e Ravanelli. Recuperi: 3' p.t. 3' s.t. Esordio in serie A per Karel Poborsky classe 1972.
Spettatori: 19.000 circa.
Zoff ha ricominciato esattamente dove aveva finito Eriksson. Da un autogol. Piccolo particolare: Pancaro segnò nella sua porta contro il Napoli; Zamboni ha dato un esempio di ospitalità friulana dopo 4 minuti lanciando la terza avventura di Dinone sulla panchina della Lazio. Essere fortunati, nel calcio come nella vita, non è certo una colpa. E Zoff ha raccolto, come quattro anni fa, quando sostituì Zeman proprio con una trasferta a Udine, una vittoria che fa morale e classifica. Allora fu 3-2 e ieri è stato 4-3, in una partita in cui prodezze e orrori si sono intrecciati sul campo ghiacciato. La Lazio poteva dilagare quando si è trovata prima sul 3-0 e poi sul 4-1 - in undici contro dieci - ma poi ha mostrato chiarissimi limiti atletici. Dopo un'ora è quasi scomparsa dal campo e la difesa, senza più il filtro del centrocampo, ha ballato e subito due gol. Chiudere in affanno, aspettando il fischio di Treossi come una liberazione, è stato uno spettacolo che Zoff non ha certo gradito. Essere moderati, nella vita come nel calcio, è una virtù difficile da trovare. Così il presidente dell'Udinese, Pozzo, ha incendiato il dopopartita con le accuse all'arbitro: "Treossi dovrebbe essere fermato per sei mesi. Ha subito la sudditanza di una squadra metropolitana".
Nel mirino di Pozzo l' pisodio che ha portato al 2-0 della Lazio. Splendida azione Simeone-Nedved in profondità, cross per Salas che "buca" ma Crespo tira verso la porta vuota: Bertotto scivola e ferma, non si sa quanto volontariamente, il pallone con il braccio. La decisione è comunque difficile: Bertotto salva un gol già fatto ma il fallo di mano, unico caso, richiede la volontarietà per il rigore e non solo il procurato danno. Treossi tentenna perché assegna il penalty ma non espelle immediatamente il capitano dell'Udinese, come richiederebbe il regolamento in caso di fallo che evita una chiara occasione da gol. Bertotto lo "aiuta" lanciando la palla lontano con stizza, i giocatori dell'Udinese parlano anche di un intervento del capitano laziale Nesta: solo a quel punto, dopo un balletto tra giallo e rosso, Treossi espelle Bertotto. E lo stadio esplode. Proprio la Lazio si sentì scippata dello scudetto, due anni fa, dopo la direzione di Treossi a Firenze, alla penultima giornata. L'impressione è che ieri l'arbitro non fosse sereno, aiutato a sbagliare anche dai due guardalinee. Spiegare tutto con l'episodio del rigore, però, sarebbe riduttivo: l'Udinese, fino a quel momento, non aveva mai messo insieme due passaggi di fila. La Lazio di Zoff, invece, ha copiato quella di Eriksson nello schieramento (4-4-2), ma ha anche fatto vedere almeno un paio di importanti differenze: Crespo e Salas che non si pestano i piedi; un centrocampo più compatto senza il Veron purtroppo dimezzato dagli infortuni.
La differenza l'hanno fatta Poborsky, molto più incisivo di Lombardo e delle altre soluzioni di emergenza che aveva provato Eriksson, e Crespo. L'argentino, alla migliore prestazione in maglia biancoceleste, è stato più assistito dalla squadra e, nell'occasione del 4-1, è tornato a segnare un gol dei suoi: splendido anticipo sul primo palo e volée che non lascia scampo a Turci. Da quel momento (7' della ripresa) la Lazio scompare dal campo. Nessuno in mezzo ha la tecnica per gelare il pallone e Baronio spreca l'occasione di dimostrarsi utile. La difesa torna in balìa di vecchie paure e Fiore, che secondo il presidente Pozzo non si muoverà da Udine fino al termine della stagione, cresce minuto dopo minuto. Margiotta sul filo del fuorigioco segna il 4-2 quando mancano ancora 25' e Sosa (con la complicità di Couto) fa balenare il miracolo a 5' dalla fine. Ma anche le paure della Lazio hanno un limite, se non altro temporale, e Zoff può festeggiare. Con la fortuna e con il lavoro niente è impossibile.
Fonte: Corriere della Sera