Domenica 13 dicembre 1998 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Sampdoria 5-2
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13 dicembre 1998 - 1804. Campionato di Serie A 1998/99 - XIII giornata
LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Sergio Conceicao (83' Gottardi), Stankovic, Almeyda, De La Peña (67' Venturin), R.Mancini, Salas. A disp. Ballotta, Pinzi, Baronio, Iannuzzi, Lombardi. All. Spinosi - D.T. Eriksson.
SAMPDORIA: Ferron, Sakic, Lassissi, Grandoni, Balleri, Pecchia, Ficini (72' Iacopino), Laigle, Vergassola (81' Hugo), Sgrò, Palmieri. A disp. Ambrosio, Castellini, Nava, Zivkovic, Aloe. All. Spalletti.
Arbitro: Collina (Viareggio).
Marcatori: 29' Mihajlovic, 38' Palmieri (rig), 45' Mihajlovic, 52' Mihajlovic, 55' Palmieri (rig), 83' Stankovic, 92' Salas.
Note: ammoniti Almeyda e Stankovic per gioco scorretto, Grandoni e Balleri per gioco scorretto. Calci d'angolo: 7-2. Premiato prima della partita Roberto Mancini per le 500 partite in serie A.
Spettatori: 39.436 abbonati per una quota di 1.014.024.038 lire e 10.240 paganti per un incasso di 341.0511.000 lire.
Vincere largo, giocare maluccio e ricavare indicazioni utili sul da farsi. Che cosa c'è di meglio ? La Lazio fa questo e altro. Come realizzare un record con i tre gol di Mihajlovic su altrettante punizioni, e per fortuna che con Ferron c'era un'antica frequentazione genovese. Il 5-2 spedisce sempre più all'inferno la Samp: in serata Mantovani esonera l'allenatore Spalletti. I blucerchiati segnano solo su rigore e senza Montella, Mannini e i monelli sudamericani delle notti brave, non c'è il sigillo di Mancini. Che celebra le sue 500 gare in A senza infierire. Strana partita, che sotto il profilo del gioco la modesta Samp di questi tempi ha disputato spesso e volentieri meglio della Lazio all stars. Il 3-5-2 di Spalletti ha sovente ammiccato al 4-5-1, con Vergassola arretrato sulla linea dei terzini per contenere Conceicao e con Sgrò più vertice avanzato del centrocampo che autentica seconda punta dietro Palmieri. La Lazio ha sofferto un avversario per niente incisivo ma assai dinamico, peculiarità che solo qualche singolo tra i biancocelesti (Almeyda, Salas) sembra possedere. E ha sofferto soprattutto le assenze dello squalificato Favalli e dell'operato Nedved (quelle di Vieri e Boksic sono ormai storiche), ossia dell'intera fascia sinistra titolare. In difesa Eriksson, col ritrovatissimo Nesta e con Mihajlovic al rientro da un guaio muscolare, ha spostato Negro a destra, dirottando Pancaro a sinistra: e qui sono stati dolori, un po' perché il giocatore da quella parte rende di meno, un po' perché davanti a lui c'era poco filtro, molto a causa di Balleri, il più pericoloso degli ospiti. A metà campo è andata peggio, con il tentativo di proporre una linea a tre Conceicao-Stankovic-Almeyda a supporto di De la Peña (per la prima volta dopo tre mesi in campo dall'inizio) trequartista centrale, dietro Mancini e Salas. Non ha funzionato nulla e ha invece funzionato tutto quando a metà della ripresa, sul 3-2 e con la Lazio in palese sofferenza, Eriksson ha richiamato De la Peña inserendo Venturin e portando più avanti Stankovic. Improvvisamente sono arrivati il gioco, i rifornimenti a Salas, e le due uniche reti (Stankovic e Salas, davvero d'autore) segnate su azione. Prima di allora, solo calci piazzati. Con Mihajlovic cecchino implacabile e Ferron colpevole spettatore: due tiri fotocopia quelli del primo tempo, con la traiettoria numero uno leggermente deviata dal braccio alzato di Palmieri in barriera, sul palo opposto (il destro) di Ferron il terzo centro a inizio ripresa, prima che Collina concedesse il rigore numero due alla Samp, con Palmieri sempre freddo dal dischetto. Due penalty diversi, solare quello dell'1-1, con Pancaro che sgambettava Sgrò, contestato il secondo, del 2-3, per una strattonata di Stankovic a Pecchia come se ne vedono tante (ma non è un buon motivo per ignorarle). La Lazio, che sulle fiondate di Mihajlovic aveva fin lì tirato a campare, ha ballato nella dozzina di minuti che hanno preceduto il cambio Venturin-De la Peña. Spalletti ha prima giocato la carta Iacopino per Ficini, con Vergassola spostato al centro, poi, a 10' dalla fine, ha tolto proprio Vergassola per un difensore, Hugo, e consentire a Lassissi di fare il secondo centravanti. Mal gliene incolse: prima Stankovic, poi Salas han fatto chiaramente comprendere come l'unica forza della difesa della Samp risiedesse nei muscoli del vulcanico ivoriano.
Nota
Record Mihajlovic: mai 3 gol su punizione diretta. La gara dell'Olimpico tra Lazio e Sampdoria è stata caratterizzata dalle prodezze balistiche di Sinisa Mihajlovic, capace di segnare tre gol su calcio di punizione diretta. Il giocatore non è nuovo a simili prodezze ma nessuno era mai riuscito a segnarne tre nella stessa partita. Alla sua impresa si può accostare quella di Giuseppe Signori che il 10 aprile 1994, in Lazio-Atalanta 3-1, fu autore di una tripletta, segnando il primo e il secondo gol su punizione di seconda, in entrambi i casi la palla gli era stata offerta da Sclosa; il terzo gol invece arrivò su punizione di prima. Curiose due analogie: il campo di gioco (l'Olimpico), la squadra di appartenenza del triplettista (la Lazio). Mihajlovic è il secondo difensore che riesce a siglare una tripletta, nel recente passato c'era riuscito anche l'atalantino Cornacchia.
Fonte: Gazzetta dello Sport