Domenica 11 settembre 1994 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Torino 3-0
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11 settembre 1994 - 2610 - Campionato di Serie A 1994/95 - II giornata
LAZIO: Marchegiani, Negro, Chamot, Di Matteo, Bergodi, Cravero (19' Bacci), Rambaudi, Venturin, Boksic (62' Casiraghi), Winter, Signori. A disp.: Orsi, Fuser, De Sio. All. Zeman.
TORINO: Pastine, Angloma, Maltagliati, Scienza, Torrisi, Pessotto, Tosto (54' Rizzitelli), Sinigaglia (72' Sogliano), Silenzi, Pelé, I.Bonetti. A disp.: Simoni, Petrachi, Luiso. All. Rampanti.
Arbitro: Amendolia (Messina).
Marcatori: 25' Signori, 36' Boksic, 40' Signori.
Note: ammoniti Winter per la Lazio, Tosto per il Torino. Calci d'angolo: 9-4.
Spettatori: 47.000 circa con 14.791 paganti per un incasso di £. 567.785.000 e 32.228 abbonati per una quota di £. 1.003.256.000.
Tanto di cappello di fronte a questa Lazio, che ha superato brillantemente anche la controprova interna d'inizio stagione, travolgendo, con legittimo merito personale e molta collaborazione avversaria, il diseredato Torino, dopo aver battuto, all'esordio il Bari. Tanto di cappello di fronte alla allegra, piacevole, talvolta sofisticata dizione di calcio che Zeman è riuscito a esprimere, anche sulla scena dell'Olimpico, da tempo costretto a ospitare rappresentazioni da squallido avanspettacolo. E tanto di cappello anche di fronte alla classifica maturata alla luce dei due successi d'apertura, che proiettano la Lazio verso le più prestigiose posizioni, proprio alla vigilia dell'esordio in Europa e della visita al Milan. Ma è preferibile rimanere, saggiamente nonché fermamente, con i piedi ben saldi a terra. Perché contro i fantasmi granata, la Lazio, nella sua impeccabile versione attuale, ha fatto vedere ciò che è capace e che cosa sarà capace di fare in futuro, ma anche che cosa potrà incrinare la deliziosa macchina che Zeman sta allestendo. In effetti il Torino non ha lanciato la spugna, coma si usa nel pugilato, forse soltanto perché nel calcio non è ammessa la resa anticipata. Ma non c'è mai stata partita, non c'è mai stato confronto. Sono stati sufficienti i primi minuti, non più di cinque, per rendersi conto della pochezza, della fragilità, dell'arrendevolezza dei timidi granata, scesi in campo già impauriti dalla loro cronica deficienza. In uno strettissimo lasso di tempo, la Lazio ha sfiorato ripetutamente l'immediato vantaggio, attraverso le vicende provocate da quattro calci d'angolo consecutivi, l'ultimo dei quali s'è spento sulla traversa. Poi ha preso d'assalto la flebile zona arrischiata da Rampanti, con i suoi poderosi arieti, Boksic e Signori, indubbiamente favoriti dagli ampi spazi messi loro a disposizione dagli sprovveduti difensori granata. E per questa ragione, la sostituzione del tridente schierato a Bari con l'accoppiata vincente Signori Boksic s'è rivelata propizia anche al di là delle aspettative. Fin quando ne è valsa la pena, i due attaccanti sono stati letteralmente irresistibili. Dai due attaccanti sono nate le innumerevoli occasioni propizie per la Lazio, fatta salva un'iniziativa personale dell'ottimo Chamot in apertura. Al quarto d'ora Signori ha cercato di smistare elegantemente in rete un invito del croato. Una decina di minuti dopo, una splendida invenzione del medesimo Boksic è stata vanificata da un tocco sbilenco di Bacci, subentrato al 20' a Cravero. Ma non ha sbagliato Signori allorché ha scaraventato imparabilmente in rete un cross dell'infaticabile Rambaudi, appena sbucciato dall'impaurito Angloma, che dovrebbe essere uno dei punti di forza del Torino. Ma il festival era appena cominciato. Alla mezz'ora un Boksic, in travolgente galoppata, impossessatosi di un pallone lavorato abilmente ancora da Rambaudi ha tentato il colpo angolato, costringendo Pastine all'unico intervento determinante della sua sciagurata giornata. Poi è stato ancora Signori che, a palla ferma, ha tentato un pallonetto teso e improvviso, ma un po' alto. Quindi Boksic è ripartito tempestivamente su lancio del mobilissimo Di Matteo, ha bruciato sul tempo l'impacciata struttura, ha galoppato in splendida solitudine per una ventina di metri e ha depositato prepotentemente in gol. In chiusura s'è rifatto vivo Signori che, accettando un suggerimento di Chamot, come il compagno, si è preso gioco dei difensori che gli si sarebbero dovuti opporre, s'è però allargato un po' troppo, lasciandosi fermare il tiro conclusivo proprio sulla linea da Scienza. Ma lo stesso Signori si è subito riscattato dando sostanza pratica, con l'apporto del suo formidabile sinistro, a un'idea di Bacci. La partita, in effetti, è finita qui. E qui son cominciate ad affiorare perplessità di tenuta e apprensioni difensive che vanno immediatamente poste al vaglio di avversari più validi. Anche se va detto che la zona di Zeman si è sviluppata meglio quando è uscito Cravero. La ripresa è volata via in allegria con il solito Signori che ha tentato il "tris" personale infrantosi sull'esterno della rete e soltanto sul finale s'è notata anche la presenza in campo di Marchegiani. Una Lazio, in definitiva, ben avviata: sostenuta da un ottimo impianto di gioco, da un grande, nonché giustificato entusiasmo, e soprattutto da una nobile classifica, che la vede al comando.
Zeman il perfezionista troverebbe difetti perfino in una vittoria per 10-0. "La squadra mi è piaciuta nel primo tempo. Nella ripresa, c'è stato un calo di concentrazione che non ho gradito. Le partite si devono giocare fino in fondo, anche se capisco che i ragazzi si possono essere mentalmente rilassati pensando alla trasferta di Coppa Uefa". Zeman l'incontentabile si alza dalla panchina anche quando il risultato è già al sicuro e vorrebbe che intorno alla Lazio ci fosse più calore da parte del pubblico. "Mi avevano detto che sarebbe venuta più gente, spero che alla prossima partita l'affluenza del pubblico sia maggiore". Zeman il glaciale è però capace anche di battute e complimenti. "Chamot può giocare sia come centrale sia sulle fasce. Lui è un ambidestro, nel senso che non gli funziona nessuno dei due piedi... Mi è dispiaciuto lasciare Casiraghi in panchina, ma ho a disposizione quattro attaccanti e i posti per giocare in avanti sono solo tre. Rambaudi è molto bravo nel preparare e offrire occasioni da rete". La Lazio vola in Bielorussia con la malcelata speranza di chi è convinto che questo possa essere l'anno buono. Boksic lo ha pensato fin dal primo giorno di ritiro. "Quando ho conosciuto il nuovo allenatore, ho subito capito che sotto la sua guida saremmo potuti andare lontano". Beppe Signori, ieri incoronato di fatto ottavo Re di Roma dai tifosi della Nord, evita l'argomento nazionale. "Andiamoci piano con gli elogi. Abbiamo un netto margine di miglioramento. Domenica c'è il Milan, ci va bene incontrarlo adesso, non abbiamo paura e chissà che non ci scappi il colpaccio".
Fonte: Corriere della Sera