Cortesi Arnaldo
Dirigente della sezione Rugby. Nato a Roma il 21 settembre 1897 e deceduto il 26 novembre 1966. Nato da Salvatore e dall'americana Isabelle Cochrane si trasferisce in Inghilterra nel 1910. Nella contea di Dorset, nella cittadina di Sherbone si diploma nel locale liceo per entrare quindi all'Università di Birmingham dove nel 1920 si laurea in Ingegneria. Dopo aver lavorato alla Westinghouse Electric torna in Italia nel 1922. A Roma assume l'incarico di corrispondente del New York Times , posto in precedenza occupato dalla madre e poi dalla sorella maggiore Elizabeth. La passione per il rugby maturata negli anni inglesi lo spinge ad essere uno dei diffusori di questo sport in Italia. Così alterna la sua professione di giornalista con quella di esperto della palla ovale. Nel novembre del 1928 viene nominato consigliere della Federazione per volere di Giorgio Vaccaro. Il 16 febbraio 1929 è nominato Presidente della Sezione Rugby della Lazio. Diviene segretario della F.I.R. e si adopera con grande entusiasmo alla crescita della società biancoceleste. Porta a Roma il tecnico inglese Thomas e a sue spese organizza nella capitale amichevoli con squadre estere. Chiusa l'esperienza con la Lazio continua a lavorare per la Federazione ricoprendo negli anni vari incarichi da selezionatore della squadra nazionale a presidente del Direttorio Federale sino alla vice presidenza generale nel 1935. Sul finire degli anni Trenta , soprattutto per i rapporti ormai tesi tra il regime fascista e gli Stati Uniti lascia Roma dopo 17 anni trasferendosi oltre Oceano. Qui il suo giornale lo invia prima a Mexico City e poi , nominadolo Capo Corrispondente per il Sud America, in Argentina. Dal 1941 sino al 1946, racconta da Buenos Aires l'ascesa al potere e quindi l'elezione a Presidente di Juan Domingo Peron. I suoi reportages, duri e critici, non passano inosservati e lo costringono ad una fuga avventurosa per tornare a New York. Nel 1946 gli viene assegnato per la sua attività il prestigioso premio Pulitzer. Torna quindi a Roma divenendo presidente della Stampa Estera sino al 1948 e continuando sino al 1963 le sue corrispondenze per il New York Times.