Calcio (sport)
Le origini[modifica | modifica sorgente]
La genesi della sezione calcio è stata ricostruita in maniera abbastanza univoca e documentata. In un giorno di gennaio del 1901 (per alcuni il 9, più probabilmente il 6) si presenta alla sede della Lazio Bruto Seghettini, socio del Racing Club Paris, una società della capitale francese i cui iscritti praticano diversi sport, tra i quali il football. Seghettini ha con sé un pallone da football, ha sentito parlare della Lazio e vuole far conoscere ai soci biancocelesti il nuovo gioco che si va diffondendo in Europa.
In Francia, il football si diffonde come nel resto d'Europa: sono i marinai delle navi britanniche ad insegnare il gioco nelle città portuali degli altri paesi. Così, il football (denominazione adottata anche dai francesi) comincia ad essere praticato nei porti di Normandia, e si diffonde rapidamente nel resto della Francia, dove già nel 1896 esiste già un campionato e una Lega che lo organizza. Questo, insieme alla presenza di numerosi calciatori d'oltremanica, nel campionato francese, lascia supporre che le regole adottate, e conosciute da Seghettini, fossero del tutto analoghe a quelle già codificate (sia pure non definitivamente e tra mille difficoltà nel diffonderle) dai britannici, inventori del gioco.
Il football si sta già diffondendo in Italia, ma attraverso due percorsi inizialmente distinti e in antitesi fra loro.
I pionieri inglesi (e non solo)[modifica | modifica sorgente]
L'avventura dei ginnasti[modifica | modifica sorgente]
Nel 1895 la Federazione Ginnastica Nazionale invita le società affiliate a favorire la pratica del gioco del football, facendo seguito a una memoria del 1892 del senatore Gabriele Pecile, dirigente di primo piano della FGN. In realtà, ai promotori del gioco non era chiara la distinzione tra football e rugby. Nell'ottica però della formazione civile e militare delle nuove generazioni, che era punto di riferimento imprescindibile per le federazioni ginnastiche (la FGN era fuoriuscita dalla più antica Federazione Ginnastica Italiana), si comprese benissimo l'utilità del gioco in questo senso, data la necessaria disciplina che era alla base della sua pratica. Ancora il senatore Pecile si adopera per l'inserimento del football nei nuovi programmi scolastici, a seguito della riforma del 1893 promossa dall'allora Ministro della Pubblica Istruzione Ferdinando Martini: tuttavia, nel caso specifico, il gioco a cui ci si riferiva era indubbiamente quello del rugby.
La pratica del gioco da parte dei ginnasti seguiva, necessariamente, un percorso burocratizzato dal punto di vista regolamentare: nel 1895 fu pubblicato a Udine il manuale "Il gioco del calcio (Foot-ball)" e l'anno successivo un manuale di giochi sportivi del maestro trevigiano Francesco Gabrielli. Lo spirito del gioco era stato certamente ben compreso, tuttavia rimanevano delle difformità dalle regole originarie e, soprattutto, restava la pretesa di emanare autonomamente le regole e di continuare a organizzare un proprio campionato, mentre il football dei pionieri si andava diffondendo con l'irresistibile spinta di chi il football lo praticava da anni nel proprio paese e ne insegnava oralmente regole e tattiche a chi voleva impararlo. Quando, nel 1903, la FGN modificò il proprio regolamento per avvicinarlo ulteriormente a quello da tempo emanato da un organismo ufficiale, l'International Board, era già troppo tardi: il campionato italiano della Federazione Italiana Football era già alla sua quinta edizione e riscuoteva sempre più adesioni, mentre quello della FGN andava già incontro a un inesorabile declino.
A Roma, il calcio "ginnastico" ebbe ben poca eco, se si eccettua un'esibizione tra due compagini di Udine e Bologna avvenuta in occasione del concorso nazionale ginnico, tenutosi nella capitale nel settembre 1895. A parte i dubbi, purtroppo non risolvibili per mancanza di documentazione, sulla natura del "football" praticato in quell'occasione, c'è da dire che l'esibizione, benché svoltasi al cospetto di un nutrito pubblico, rimase fine a sé stessa, non suscitando quello spirito d'imitazione che è alla base della diffusione di una pratica sportiva: negli anni successivi non vi è più traccia storica, a Roma, di partite di football, salvo non documentate affermazioni circa l'attività "di solo allenamento" di un non meglio specificato "Foot Ball Club Roma" e una partita di "football" del 1899 che però, stando alla sommaria cronaca riportata, tutto appare essere tranne qualcosa di nemmeno lontanamente accostabile al calcio.
La storia del calcio della ginnastica a Roma, insomma, non può nemmeno definirsi tale. Ben altra fortuna arriderà al gioco, invece, nel momento in cui esso approderà nella capitale per merito di uno dei tanti pionieri che posero le basi del suo successo in tutta Italia.
Primi passi[modifica | modifica sorgente]
Amichevoli[modifica | modifica sorgente]
Le lezioni dai seminaristi[modifica | modifica sorgente]
Arriva Ballerini[modifica | modifica sorgente]
Le prime partite ufficiali[modifica | modifica sorgente]
Le altre squadre romane[modifica | modifica sorgente]
1910: la Lega Centromeridionale[modifica | modifica sorgente]
Il campionato romano[modifica | modifica sorgente]
Il campionato di I categoria[modifica | modifica sorgente]
La sospensione bellica[modifica | modifica sorgente]
Il primo dopoguerra[modifica | modifica sorgente]
1921-1927: profondi cambiamenti[modifica | modifica sorgente]
-PAGINA DA COMPLETARE-
Nel primo dopoguerra, il calcio italiano conosce una profonda crisi di crescita. I calciatori italiani, anche se ufficialmente ancora dilettanti, cominciano a percepire dei "rimborsi spese" che somigliano sempre di più a degli ingaggi, che le società pagano grazie agli incassi delle partite. La formula pletorica e interminabile del campionato italiano diventa palesemente anacronistica: i club più prestigiosi vorrebbero una formula che eviti loro di affrontare troppo spesso le piccole squadre, in partite di scarso interesse: questi, invece, non vogliono rinunciare ai prestigiosi incontri con le squadre maggiori: anche se a loro volta hanno il problema di riempire una stagione che li vede troppo presto disimpegnati.
Il conflitto è inevitabile, e nel 1921 i club più importanti escono dalla FIGC e fondano la Confederazione Calcistica Italiana. La CCI crea un proprio campionato, sul modello più moderno di quello inglese: campionato che cattura senz'altro l'interesse degli appassionati (fu vinto dalla Pro Vercelli) mentre quello "ufficiale" della FIGC (vinto dalla Novese) andò avanti tra l'indifferenza pressoché generale.
Lo scisma, tuttavia, dura una sola stagione. La Fifa non ha alcuna intenzione di riconoscere la CCI e le squadre che ne fanno parte rientrano nei ranghi: anche se il seme di inevitabili trasformazioni è ormai stato gettato.
Nel 1922 viene introdotta anche la Coppa Italia, che però non incontra il favore dei club e non verrà ripresa con successo prima del 1936.
Verso il girone unico[modifica | modifica sorgente]
La mancata fusione[modifica | modifica sorgente]
Il progetto di ristrutturazione del calcio nazionale, naturalmente, investì anche le squadre romane: del resto, proprio il presidente della Fortitudo Pro Roma, Italo Foschi, era stato tra i redattori della "Carta di Viareggio", il punto di partenza della riforma fascista del calcio. Inoltre, Foschi era segretario provinciale del fascio, e proprio i segretari provinciali si occuparono della riforma, a livello locale. In questa triplice veste, Foschi si adoperò per far confluire tutte le anime del calcio romano in una nuova ed unica realtà che, in osservanza allo spirito della Carta, doveva essere unica rappresentante della municipalità e doveva assumere, naturalmente, la denominazione cittadina.
Gli ostacoli che Foschi incontrò nella realizzazione del suo progetto non furono pochi. L'Alba e la sua stessa Fortitudo versavano in gravi difficoltà economiche, e proprio la FIGC aveva imposto ai club, dopo la crisi del 1925, un maggior rigore nel controllo dei conti. La nuova società, quindi, aveva bisogno di una robusta solidità economica, per la quale si confidava proprio sulle risorse della Lazio: inoltre, solo la Lazio disponeva di uno stadio, la Rondinella, idoneo per il futuro campionato nazionale. Quanto al patrimonio tecnico della nuova squadra, tutti e tre i club erano in grado di contribuire in buona misura. La Lazio, però, come avvenne spesso per le squadre che furono oggetto di fusione, avrebbe preferito mantenere la sua identità, o al limite partecipare al progetto ma soltanto a condizione di mantenere la sua denominazione e di incorporare, di fatto, le altre squadre: resistenze facilmente scavalcabili dal "supremo interesse dello sport nazionale", non fosse che la Lazio annoverava tra i suoi dirigenti quel Giorgio Vaccaro futuro presidente della FIGC e, soprattutto, comandante della Milizia fascista, il quale giocò tutte le sue carte per evitare la sparizione della Lazio.
Le vicende precedenti la fusione non sono ben chiare, tuttavia, stando ai documenti disponibili, si possono ipotizzare con buona approssimazione. Vaccaro manifestò a Foschi le sue intenzioni: quest'ultimo, probabilmente, fece buon viso a cattivo gioco, non disponendo di altre soluzioni: la mancata partecipazione della Lazio al sodalizio ne avrebbe compromesso l'esistenza stessa. A questo punto, probabilmente, entrò in gioco (su sollecitazione o di propria sponte) quel Roman Football Club che, seppure realtà ormai marginale del calcio romano (non aveva partecipato ai campionati del 1921, 1924, 1925 e 1927) disponeva di quella solidità economica che mancava ad Alba e Fortitudo. La Lazio, evidentemente rassicurata da Foschi, rinunciò addirittura (fatto poco noto) alla campagna acquisti effettuata per la stagione 1927/28, campagna importante proprio in vista della partecipazione alla nuova Divisione Nazionale, campionato a gironi geografici che doveva preludere alla nuova serie A a girone unico: i dirigenti laziali erano evidentemente più che convinti di inquadrare nei propri ranghi almeno i giocatori della Fortitudo.
L'atto decisivo fu la riunione, nella sede della Lazio, tenutasi il 6 giugno 1927. Tra i punti fermi della Lazio, la questione del nome e la disponibilità alla copertura, in una certa misura, dei debiti della Fortitudo: quando i dirigenti di quest'ultima fecero presente che l'esposizione economica del club era ben maggiore di quella considerata dalla dirigenza laziale, Vaccaro si disse comunque disposto a considerare la questione: ma anche di fronte a questa disponibilità i dirigenti della Fortitudo, alle decisioni dei quali si sarebbe adeguata anche l'Alba, preferirono, sorprendentemente, ritenere chiusa ogni trattativa. Il giorno successivo, in via Forlì, i dirigenti di Alba, Roman e Fortitudo costituivano l'AS Roma: è evidente che le trattative in questo senso erano già state avviate e che la partecipazione alla riunione del 6 giugno avvenne al solo scopo di chiudere ogni trattativa con la Lazio.
La Lazio riuscì a rimanere fuori dalla nuova società, sancendo il sostanziale fallimento del progetto di Foschi. Ne sarebbe rimasta fuori anche l'Alba, se non costretta da "volontà suprema": il suo presidente e principale finanziatore, Farneti, manifestò il suo dissenso per quanto avvenuto al punto di diventare uno dei più acerrimi tifosi della Lazio. La nuova squadra, quindi, nacque per la sola volontà di Foschi, che coincideva naturalmente con quella della Fortitudo, e grazie all'apporto finanziario dei dirigenti dell'ormai decaduto Roman.
Gli anni '30[modifica | modifica sorgente]
La Brasilazio[modifica | modifica sorgente]
Silvio Piola[modifica | modifica sorgente]
Eugenio Gualdi[modifica | modifica sorgente]
Il dopoguerra[modifica | modifica sorgente]
Gli anni '50: la quarta grande[modifica | modifica sorgente]
Il declino[modifica | modifica sorgente]
Cinque campionati in B[modifica | modifica sorgente]
La banda Maestrelli: il primo scudetto[modifica | modifica sorgente]
Lutti, addìi e scandali[modifica | modifica sorgente]
Gli anni '80: sull'orlo dell'abisso[modifica | modifica sorgente]
La resurrezione[modifica | modifica sorgente]
L'era Cragnotti[modifica | modifica sorgente]
Il secondo scudetto[modifica | modifica sorgente]
Lotito[modifica | modifica sorgente]
Il ritorno in Europa[modifica | modifica sorgente]
Cronistoria[modifica | modifica sorgente]
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