Baraldi Luca
Dirigente. Nato a Modena nel 1961. Calisto Tanzi, patron del Parma e della Parmalat, lo convince nel 2001 a lasciare la Banca Monte di Parma e ad entrare nel Consiglio di Amministrazione del Parma Calcio e della Parmatour.
L'8 gennaio 2003 diviene Amministratore Delegato della Lazio, fortemente voluto da Cesare Geronzi di Capitalia. Il suo compito è quello di tentare il salvataggio della società romana, caduta in una grave crisi finanziaria a causa del crac della Cirio di Sergio Cragnotti. Progressivamente il potere di Baraldi si amplia e il dirigente assume anche il ruolo di Direttore Generale. In questo ruolo sperimenta nuove strategie per ridurre l'enorme deficit societario consistenti in "spalmamenti" degli ingaggi dei calciatori e nella trasformazione di parte dei loro stipendi in azioni societarie (Piano Baraldi). La permanenza di Baraldi nella Lazio è abbastanza breve e nell'ottobre 2003 si dimette, adducendo come motivazione non meglio precisate esigenze familiari.
Il ruolo avuto da Baraldi nelle tormentate e gravissime contingenze economiche attraversate dalla Lazio, susseguenti al fallimento di Sergio Cragnotti, è controverso. Se è vero che nel breve tempo le sue iniziative sono servite ad allentare la morsa debitoria e a permettere alla Lazio di sopravvivere, nel lungo tempo hanno contribuito ad aggravare il deficit e a portare la società sull'orlo del fallimento. Per svolgere il suo lavoro nella società biancoceleste, Baraldi ha ottenuto compensi altissimi che mal si conciliavano con lo stato economico di allora. Per tale ragione l'attuale presidente biancoceleste Claudio Lotito ha avanzato in tribunale la richiesta di cancellazione di alcuni premi ottenuti da Baraldi, all'epoca del Piano aziendale che portava il suo nome e ridimensionava del 25% gli ingaggi dei calciatori. Il Tribunale Civile di Roma, Sezione Lavoro, ha accolto nel maggio 2007 la richiesta di Lotito di ottenere la restituzione di circa 2 milioni di euro, in quanto l'abbattimento degli ingaggi del "Piano Baraldi" sarebbe stato in realtà solo fittizio; in seguito, i legali della Lazio e quelli dell'ex dirigente si sarebbero accordati per una transazione.
Nel gennaio 2004 Baraldi diviene vicepresidente e consigliere d'amministrazione del Parma, ma il 25 giugno 2005 esce dalla società emiliana. Il 30 agosto 2006 è eletto vicepresidente della Lega di Serie B e contemporaneamente è nominato prima vicepresidente e Direttore Sportivo e in seguito presidente del Modena. Ma anche in questi ruoli non dura molto e nel luglio 2007 diviene collaboratore esterno della società rugbystica del Colorno. Dirige pure una televisione privata di Parma chiamata Telemec. Nel novembre 2009 Baraldi diventa Direttore Generale del Bologna. Successivamente, tra il 2012 e il 2013 il dirigente modenese cura gli interessi della società calcistica del Padova. Nel 2016, Baraldi diviene amministratore unico della "Segafredo Zanetti Grandi Eventi", società controllata dell'omonimo gruppo attivo nel settore della ristorazione, incaricata di diffondere il marchio aziendale specialmente nello sport. Dal 2019 Baraldi è amministratore delegato della Virtus Bologna.
Le iniziative di Baraldi non sono state sempre lineari a causa dell'attuazione di metodiche d'intervento molto complesse e ai limiti della normale prassi finanziaria. Di ciò sono testimonianza le inchieste a suo carico da parte della giustizia ordinaria che lo ha inquisito, per motivi collegati al fallimento della Parmalat, e condannato in primo grado a una pena di tre anni, all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e dagli uffici aziendali privati per dieci e al pagamento di 250.000 euro; in secondo grado, tuttavia, Baraldi sarà prosciolto con formula piena per insussistenza di reato. La Procura federale sportiva ha inquisito il dirigente con l'accusa di aver effettuato plusvalenze fittizie, come A.D. del Parma; ma anche da questo addebito sarà in seguito prosciolto.