XII^ Coppa del Mondo - Spagna 1982

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Storia della Competizione[modifica | modifica sorgente]

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Il nostro "Mundial" per antonomasia, l'edizione che riporta l'Italia sul tetto del mondo dopo i fasti degli anni '30, quella che regala l'immortalità sportiva a Enzo Bearzot e "Pablito" Rossi. L'edizione spagnola è stata quella delle lacrime amare per un Brasile realmente galattico ma eliminato dalla tripletta del nostro centravanti e per una Germania ancora una volta umiliata dagli azzurri, dodici anni dopo la leggendaria semifinale di Messico '70. Bearzot ha completato il progetto tecnico-tattico avviato nel '78 con l'inserimento di Conti, Oriali, Antognoni e Collovati, la squadra si qualifica senza troppi problemi alla fase finale, eppure la spedizione spagnola parte sotto auspici tutt'altro che incoraggianti. Le scelte di Bearzot sono osteggiate dall'opinione pubblica e da larga parte della stampa, il ct va per la sua strada lasciando a casa fra le polemiche Evaristo Beccalossi e soprattutto Roberto Pruzzo, capocannoniere incontrastato del campionato italiano da due stagioni; al centro dell'attacco vuole solo ed esclusivamente Paolo Rossi, uscito dalla lunga squalifica per lo scandalo del calcioscommesse solo 45 giorni prima dell'inizio del Mondiale. Per la prima volta le squadre ammesse passano da 16 a 24, dopo la prima fase (sei gironi da quattro) ci sarà un'ulteriore suddivisione in quattro gironi da tre squadre, e le prime di ogni girone si affronteranno poi nelle semifinali ad eliminazione diretta. L'Italia è inclusa nel primo gruppo con Polonia, Perù e Camerun. Dopo lo 0-0 coi polacchi, dove riusciamo a cogliere una traversa con Tardelli e nulla più, incappiamo in un altro pareggio, 1-1 col Perù: cannonata dal limite di Conti al 18' e autogol di Collovati all'84'. Un pari che scatena le critiche della stampa italiana. La terza partita è ancora una volta un pari, 1-1 col Camerun firmato dalle reti di Graziani al 60' e da M'Bida un minuto dopo; in seguito verrà ipotizzata la combine, comunque l'1-1 ci qualifica alla seconda fase per differenza reti alle spalle della Polonia. Le critiche non si placano, qualcuno scade addirittura nel cattivo gusto (voci di un'amicizia "particolare" fra Cabrini e Rossi, compagni di stanza), gli azzurri entrano in silenzio stampa. Da segnalare, relativamente agli altri gruppi, la marcia trionfale di Brasile e Inghilterra ed il 10-1 dell'Argentina su El Salvador, il risultato più netto nella storia dei mondiali di calcio. In virtù del secondo posto nella prima fase, per la seconda ci tocca un girone di ferro con Argentina e Brasile, in cui sembriamo la vittima predestinata. Invece la nostra nazionale trova contro i campioni del mondo in carica la svolta decisiva. Bearzot appiccica Gentile a Maradona e Tardelli a Kempes, le maniere rudi dei due juventini tolgono all'Argentina le principali armi offensive, e dopo lo 0-0 del primo tempo vinciamo la gara nella ripresa grazie al contropiede. Segnano Tardelli al 55' e Cabrini al 67', Passarella all'89' realizza su punizione (con Zoff ancora impegnato a posizionare la barriera) il gol che, in virtù della differenza reti, ci obbliga a battere anche il Brasile. I verdeoro, infatti, hanno battuto per 3-1 l'Argentina, e possono permettersi anche di pareggiare contro di noi. Al Sarrià di Barcellona, il 4 luglio 1982, va in scena la partita che popolerà per anni i ricordi di un'intera generazione, come lo fu Italia-Germania 4-3 del '70 per la generazione precedente. Quello del ct Santana, anche a detta dei brasiliani, è il miglior Brasile di sempre, con un centrocampo da sogno formato da Eder, Cerezo, Falcao, Socrates, Junior e Zico. Pablito cambia marcia proprio in questa torrida giornata catalana, dopo 5' liscia da due passi un bell'assist di Tardelli, un minuto dopo non sbaglia e di testa porta in vantaggio gli azzurri. Il Brasile macina gioco con invidiabile abilità di palleggio, Socrates al 19' pareggia infilando Zoff sul primo palo, ma ancora Rossi, prima che si chiuda il primo tempo, si infila fra i due centrali difensivi verdeoro e batte Valdir Peres con un destro non angolatissimo ma secco. Nella ripresa il Brasile spinge fino a trovare il pari con una botta di Falcao al 69', ma ancora Rossi si produce nel suo colpo migliore, il gol di rapina, ed al 74' fa 3-2. Poco dopo ci viene addirittura annullato per sospetto fuorigioco il 4-2 di Antognoni, ma il triplice fischio dell'israeliano Klein spinge un Italia ora entusiasmante in semifinale. La schiera dei detrattori si scioglie come neve al sole Nel penultimo atto affrontiamo ancora la Polonia, priva per squalifica della stella Boniek. A Bearzot manca Gentile per lo stesso motivo, e debutta a soli 18 anni Beppe Bergomi, alla seconda presenza in nazionale. Oramai Rossi è sulla rampa di lancio, e con un gol per tempo (22' e 73', colpo di testa di Rossi su cross millimetrico di Conti) ci trascina in finale. Nell'altra semifinale Germania Ovest e Francia danno vita ad una partita memorabile. Dopo l'1-1 dei 90' regolamentari (Platini e Littbarski), nei supplementari i transalpini, nettamente più tecnici, sembrano chiudere la pratica con le reti di Tresor al 92' e Giresse al 98'. Ma la Germania Ovest ha risorse atletiche insperate, e sfrutta il calo di concentrazione degli avversari per realizzare con Rummenigge al 102' e con Fischer al 107' i gol che rimettono in parità la gara. Per la prima volta nella storia dei mondiali si va ai rigori, dove l'errore di Bossis condanna i francesi e regala la quarta finale ai tedeschi. L'11 luglio, al Santiago Bernabeu, siamo privi di Antognoni infortunato (giocherà Bergomi dal 1' con Oriali spostato al posto del viola) e di Graziani, che si infortuna all spalla e deve lasciare il posto ad Altobelli dopo soli 7'. Ma siamo anche più freschi rispetto ai tedeschi, reduci dalla massacrante semifinale. Al 24' Briegel placca Conti in area e l'arbitro brasiliano Coelho concede giustamente il penalty, ma Cabrini, forse anche distratto da un mortaretto, calcia malamente a lato. Il primo tempo si chiude 0-0 senza altri sussulti, la Germania tiene uno sterile predominio territoriale, l'Italia sembra attendere il prevedibile calo dei teutonici. Al 56', su punizione da destra di Gentile, Rossi nella mischia inzucca di testa la palla che sblocca la partita. La Germania Ovest accusa il colpo, ed al 69' Tardelli, con un sinistro in scivolata dal limite infila l'angolino alla sinistra di Tony Schumacher e realizza il gol che chiude virtualmente la gara. L'esultanza del centrocampista mentre corre verso la panchina azzurra diventerà un'autentica icona del calcio italiano. A 10' dal termine Altobelli realizza il 3-0, poco dopo Breitner segna il gol della bandiera per i tedeschi, al triplice fischio di Coelho Nando Martellini, telecronista Rai, può abbandonarsi al quel triplo "Campioni del Mondo" che entra a sua volta nella storia dello sport italiano.

Nessun Giocatore Biancazzurro convocato