Tofini Romeo
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Nuotatore e pallanuotista. Nato a Roma l'8 marzo 1881, è ivi deceduto l'8 settembre 1938. Soprannominato "Pezza".
Tofani risulta il suo vero cognome, ma a seguito di un errore di trascrizione di un cronista, viene chiamato definitivamente Tofini. Figlio di Antonio e Latini Carmela, alto 1,68 m, aveva una cicatrice in fronte. Nel 1901 espleta il servizio di leva prima nel 12° reggimento bersaglieri, poi nel Genio Zappatori. Il 22 gennaio 1903 resta ferito durante una seduta di ginnastica nella caserma di Sant'Eufemia, infortunandosi al piede destro. Viene congedato nello stesso anno con la dichiarazione di buona condotta. Figura mitica nella storia del nuoto romano, è il primo atleta di assoluto prestigio della sezione Nuoto sorta, al pari di quella del Podismo, agli inizi del ventesimo secolo. A luglio nella prima gara sociale organizzata sui 3.000 metri, da ponte Milvio a ponte Margherita, conquista il primo posto. Si assicura in seguito il Campionato del Tevere sulla distanza dei 7500 metri, distanza coperta in poco più di un'ora. Nel 1901 è primo nel criterium sociale, nel Campionato sul Tevere e in una gara sui 250 metri organizzata per il decimo anniversario della Rari Nantes Roma. In una sfida con il campione inglese John A. Jarvis è nettamente battuto sui cinque chilometri. Nel 1904 inizia a dedicarsi al Water Polo con l'attività svolta alle Acque Albule. Due anni più tardi e sino al 1910 sarà capitano dei pallanuotisti. Partecipa ai Campionati italiani che si svolgono sul lago di Bracciano il 14 e 15 agosto 1905. Giunge terzo nella specialità Stadio (m.185), secondo nei 100 sul petto (rana) alle spalle del milanese Franco Amatore. Nell'aprile 1906, come atleta della Lazio, partecipa alle gare di nuoto per le eliminatorie italiane di partecipazione alle Olimpiadi di Atene. Nel luglio 1908 arriva alle spalle di Guido Bronner nella corsa del Lago Trasimeno. Romeo continua comunque a cimentarsi nelle prove di fondo e nel 1909 è terzo nella Traversata del Tevere. Partecipa alle gare di staffetta nel 1912, giungendo secondo nella prova di resistenza di quindici chilometri. Interrompe per la guerra l'attività agonistica e durante il conflitto è caporal maggiore nel 56° reggimento "Brigata Marche". Alla ripresa degli avvenimenti sportivi è terzo a Ostia nel Gran Premio Apertura, che si svolge il 28 giugno 1919. A Castel Giubileo è quarto in una gara di sedici chilometri. Continua a gareggiare malgrado l'avanzare del tempo e nel 1923, all'età di 42 anni, vince l'importante Coppa Guglielmi. L'anno successivo a Ladispoli (14 gennaio) gareggia con al fianco il figlio Alfredo in un ideale passaggio di testimone. Altri Tofini daranno lustro alla S.S.Lazio Nuoto negli anni Trenta e Quaranta: Gino, Mario, Renato e Jone. Dopo la scomparsa del campione nel 1938, la S.S. Lazio intitolò una competizione sportiva alla sua memoria.
Se oggi la Canottieri Lazio può vantare ottant'anni di vita, qualcosa lo deve a questo umile ma appassionato personaggio. Romeo Tofini nacque a Roma nel 1881, da una famiglia di modeste condizioni economiche e sociali. Finita la scuola dell'obbligo cominciò ad arrangiarsi, lavorando come aiuto tipografo e riuscendo, infine, ad ottenere un lavoro da netturbino al Comune. Divenne un fiumarolo. Trascorreva molto del suo tempo, soprattutto nella buona stagione, sulle rive del Padre Tebro e immerso nelle sue acque verde-dorate. Quando Alessandro Talacchi smontava le capanne, lui continuava a bazzicare il fiume spogliandosi sotto ponte Margherita, frequentando il barcone-capanno della "Pippa Nera". Imparò il "braccetto", tipica nuotata di quei tempi, cominciò ad iscriversi a gare ufficiali. Nel luglio 1898 trionfò in una gara sul Tevere, coprendo mille metri in 9' netti. Si fece socio della Podistica, punto di forza della sezione nuoto. Il 26 luglio 1900 vinse il primo campionato sociale; tre giorni dopo si aggiudicò la quarta edizione del Campionato del Tevere, coprendo i 7 km e mezzo in 61’. Quindi vinse altre due prove libere a tutti, di 5,5 km e di 1 km, nei tempi di 45’ e di 7’19”.
Nella Traversata del Tevere registrò il record fenomenale dello spostamento di soli 24 metri. In dicembre partecipò al III Cimento Invernale, tornando a casa col diploma di "nuotatore invernale". Nel 1901 continuò la sua serie. A luglio si confermò "campione del Tevere", coprendo i 7.500 metri in 62’. Ad agosto si presentò a Roma, mentre faceva una tournée in Europa, il famoso nuotatore inglese Roger Jarvis. Questi adoperava l'over arm stroke, il nuovo stile che faceva passare alto sopra la testa il braccio di spinta. Una nuotata che i romani considerarono inelegante. In quel momento, due erano i nuotatori che andavano per la maggiore: Tofini, appunto, e Vincenzo Altieri, il rari nantes che aveva anche gareggiato in talune occasioni per i colori della Lazio. Jarvis scelse Tofini, perché Altieri era soprattutto uno specialista delle lunghe distanze. La sfida si svolse nell’agosto del 1901. Jarvis batté nettamente l’avversario sulla distanza di 500 metri. Il 17 settembre Tofini si aggiudicò una gara che vide scendere in acqua 250 tra atleti romani e milanesi, organizzata dal giornale "La Tribuna" nel quadro dei Ludi Sportivi al Secol Nascente.
Partito Jarvis, Tofini trionfò nella prima edizione della Gara Secolare Nazionale, una prova alla quale ciascun concorrente poteva partecipare una sola volta nella vita. L'anno successivo, ormai ventunenne, entrò di leva. Fu arruolato nell'Esercito, caporale nel 12° Bersaglieri di Brescia. Vinse il Campionato dell'Esercito e, con questo titolo, partecipò ai Campionati Militari Nazionali, a La Spezia il 17 agosto 1902. Fu battuto in finale dal campione della Marina, Francesco Albano, socio della Rari Nantes Spezia. Fu un poco ostacolato dal fatto che il mare non fosse calmo quel giorno, e lui, abituato al nuoto fluviale, ne ricavò il danno maggiore. Parteciparono alla gara ben 161 concorrenti. Ormai furoreggiava l'over arm stroke, stile acquisito dalla maggioranza. I giornali del nord lo qualificarono come "rari nantes". Allora lui fece pubblicare su "Il Messaggero" una rettifica: "socio della Podistica Lazio". Nell'ottobre del 1903, lasciata la divisa, Romeo prese parte ad una gara a Bracciano e ad alcuni esperimenti al Natatorium di Roma. Dal 1904 al 1913 fu il capitano della squadra di water-polo della Lazio, vincendo tre campionati italiani (organizzazione Rari Nantes Roma) nel 1906, 1907 e 1908. Fino allo scoppio della Grande Guerra, inanellò vittorie e piazzamenti in varie prove sul Tevere, imparando a nuotare a rana.
Nell'agosto del 1912 fece l'ultima impresa notevole, agguantando in rimonta un secondo posto alla "Castel Giubileo" (da ponte di Castel Giubileo al ponte del Risorgimento), dietro a Paolo Cesi della RN Ostia. Altro suo sport d'elezione furono le bocce. Conquistò numerosi campionati sociali e cittadini prima del conflitto bellico e anche dopo, negli anni '20. Era un abitué del bocciodromo della SPL nella sua bella sede di via Vittorio Veneto. Nuoto e bocce, in effetti, furono le sue passioni. "Una volta - raccontava Olindo Bitetti – battemmo ai Campionati Italiani di nuoto, svoltisi sul lago di Bracciano, Cattaneo, il campione milanese. A fine gara lo sfidarono a bocce, battendolo ancora: per un pelo la giornata non finì in una scazzottata generale". Nel dopoguerra, Tofini assunse il ruolo di animatore della sezione nuoto della Podistica Lazio. Fu lui a lanciare l'idea della costruzione di una casina sociale sulle sponde dell'Albero Bello. Lo stesso Bitetti ammise che fu quasi costretto da Romeo a dare vita alla sede fluviale, anche se in un primo tempo l'impenitente fiumarolo pensava più a delle capanne smontabili che ad una casina vera e propria; capanne che servissero a contenere quella "tribù dei Tofini" che imperversava d'estate sulle rive, a valle del ponte del Risorgimento.
Scrisse nelle sue memorie il grande presidente: Romeo ne divenne il custode, direttore sportivo, direttore di mensa, catalizzatore della vita fluviale più brillante. Il perenne sorriso di Romeo ci prometteva un banchetto luculliano, e noi accorrevamo incerti se avremmo trovato un panino al prosciutto, o pane casereccio con la porchetta. Di sicuro vi era il buon umore di Romeo, la mortificata muta implorazione di perdono della Sora Elettra sua moglie, e lo sciamare dei suoi numerosi figlioli, tutti futuri campioni, in un'atmosfera di litro di vino buono, una fraternità che riconciliava con l'umanità tanto fratricida nelle strade. Un'ulteriore testimonianza della centralità di Tofini l'abbiamo da un articolo sulla "Gazzetta dello Sport" dell'11 gennaio 1924:, in cui si dice: L'attività dei soci della Lazio si svolge quotidianamente nel magnifico specchio d'acqua a monte del ponte del Risorgimento, dinanzi allo chalet dei biancocelesti. Il "vecchio" Romeo Tofini che fu uno dei migliori velocisti romani è il leader sociale, ed anche un po' il mentore dei giovani che aspirano ai futuri successi. In seguito, Romeo lasciò l'incarico di custode ai fratelli Antinori. I suoi due figli maschi, Mario e Renato, ed anche la figlia Jane, si distinsero come ottimi agonisti.
Nei tardi anni '30, la figura del canuto Tofini era ancora presente alla Canottieri, Ivo Bitetti se lo ricorda bene. Per sfotterlo lo chiamavano "Romeo la Pezza", perché era sempre pronto a metterci una pezza quando le cose non funzionavano bene. Se ne andò l'8 settembre 1938, per un malore improvviso. Pubblicò al riguardo Il Littoriale: "Grande campione di nuoto, primo vincitore del Campionato del Tevere nel 1900 e di tante gare, capitano della squadra di pallanuoto dal 1906 al 1910. Padre di nuotatori campioni anch'essi e nazionali d'Italia. La sezione nuoto della Lazio verrà intitolata a suo nome, nel 1940, in segno di riconoscimento della grande attività a favore della Lazio Nuoto di cui era stato un grande ammiratore". In realtà, solo una Coppa, una gara di 800 metri con partenza alla Lazio e arrivo alla Società Romana di Nuoto, venne intitolata alla sua memoria. Si tenne fino ai tardi anni '40.
Il socio Tofini nel 1902
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