Rotellini Mario

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Mario Rotellini

Podista, nato a Castel Del Piano (SI) il 22 gennaio 1892, muore combattendo sull'altopiano di Asiago il 30 giugno 1916. Soprannominato "Craig".

Figlio maggiore di Ludovico (1865-1919) e Assuntina Monaci (1869-1963), Mario è tra i primi giocatori della squadra di calcio locale Neania, appena fondata. Nel periodo in cui è alunno del collegio militare di Roma si distingue come uno dei migliori atleti della S.P. Lazio tra il 1910 e il 1915. Giunge 2° nei 100 m ai Campionati Romani del 1912, vince sulla stessa distanza le gare podistiche svolte allo Stadio Nazionale nel settembre 1912, conquistando anche i Campionati Militari del 1913. Grande ammiratore dei figli di Lamarmora, Rotellini vuole fortissimamente far parte del glorioso corpo dei Bersaglieri: si arruola col 2° battaglione nel 1912. Vive con ardore ed entusiasmo le vicende della Grande Guerra assieme ai suoi soldati, con cui condivide tutto, ottenendo illimitata fiducia e ammirazione. Nel conflitto fa parte dell'87° reggimento "Brigata Friuli" 3° Compagnia bis. Il suo battaglione viene dislocato a partire dal 16 giugno 1916 nel settore di Foza. Dal 18 al 30 dello stesso mese Rotellini e compagni vengono messi a dura prova in attacchi in località Val Franzela, poi lungo il tratto a quota 1476 sul monte Mosciagh (altre fonti dicono Monte Catz) sull'altopiano di Asiago. Qui Mario, il 30 giugno, prende il comando del battaglione: rimasto solo, con audacia straordinaria percorre tutto il campo di battaglia spronando i suoi soldati, incitandoli all'ultimo sforzo per vincere la battaglia. Una fucilata lo colpisce a morte. I suoi resti sono subito sepolti al cimitero di Asiago e in seguito traslati al paese natio, dove ancora riposa. Viene decorato con la medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione: "Nell'assalto di un trinceramento nemico, caduti gli altri ufficiali della stessa Compagnia, si dava coraggiosamente a riordinare il proprio reparto sotto un fuoco violentissimo di mitragliatrici nemiche, riuscendo, col suo ammirevole slancio, di raro esempio ai suoi dipendenti che lo seguirono fin sotto i reticolati nemici ove rimase ucciso". Cippo 55."

Si ringrazia per la collaborazione la Dott.ssa Giovanna Longo, Presidente dell'Istituzione "Imberciadori" di Castel del Piano (GR).





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