Recagni Ettore
Attaccante, nato a Lodi il 6 novembre 1937, deceduto a Roma il 2 novembre 2020. All'anagrafe "Reccagni".
Viene acquistato nel 1959 dall'Ozo Mantova con cui si è messo in particolar luce realizzando 28 gol in due campionati.
Nella Lazio non trova molto spazio collezionando solo 2 presenze in Campionato. A fine stagione fa ritorno al Mantova.
Con i virgiliani non torna ad essere prolifico come ad inizio carriera anche perché, nel frattempo, assume una posizione in campo più arretrata. Realizza comunque 19 reti in 4 stagioni prima di passare, nell'estate 1964, alla Reggiana. Nel 1966/67 gioca poi con il Savona, nel 1967/68 con l'Alessandria e nel 1968/69 e 1969/70 con il Sora.
Diventato allenatore, guida in successione Palmese, Spal (in seconda), Reggina, Salernitana, Taranto (in seconda), Sorrento, la Roma (vice di Giagnoni nel 1977/78), Formia, Sansepolcro, Potenza, Giugliano, la Nazionale Femminile, la Lega Nazionale Serie C Under 21 (insieme a Roberto Boninsegna).
Lo sport lodigiano piange Ettore Reccagni: segnò 12 gol in Serie A e allenò le azzurre
È scomparso a Roma l’ex giocatore di Mantova e Lazio: avrebbe compiuto 83 anni fra pochi giorni
Il suo nome resterà per sempre nella storia del Mantova. E legato a doppio filo anche alla Nazionale femminile, di cui fu allenatore (vincente) negli anni Ottanta e poi a fine Novanta. Il mondo del calcio piange la scomparsa di Ettore Reccagni, deceduto ieri a Roma dopo una lunga malattia. Lodigiano (era nato in città il 6 novembre 1937), aveva iniziato a giocare difendendo i colori di Adda e Fanfulla, per poi (1957) trasferirsi al Mantova dove divenne uno dei “pilastri” della squadra virgiliana, capace di passare dalla quarta serie alla Serie A nel giro di quattro stagioni. In riva al Mincio visse le sue annate migliori, comprese le tre nella massima divisione. Ala destra prolifica, nel corso della carriera arretrò progressivamente il raggio d’azione trasformandosi in centrocampista. Nel suo curriculum anche una sfortunata parentesi alla Lazio nella stagione 1959/60 (2 presenze) e altre annate proficue con i colori di Reggiana, Savona e Alessandria. In carriera ha totalizzato complessivamente 74 presenze e 12 reti in Serie A e 92 presenze e 24 reti in Serie B. «L’ho sempre seguito sul campo, dalla quarta serie alla Serie A – racconta il fratello Mao -. Oltre a essere un fratello, era un grande amico. Si era fermato a vivere a Cerveteri, purtroppo da tre anni soffriva di Alzheimer. Il calcio è sempre stato la sua passione: ha fatto strada anche come allenatore, aveva il dono di saper parlare con i calciatori». Tra le tante squadre allenate (fu anche vice di Giagnoni alla Roma nel 1977/78) spiccano la Nazionale femminile (ct dal 1984 al 1989 e poi dal 1999 al 2000) e della rappresentativa Under 21 di Serie C insieme a Roberto Boninsegna. «È stato l’unico allenatore vincente della Nazionale femminile – continua il fratello Mao -, ha contribuito allo sviluppo del movimento negli anni d’oro in cui giocava Carolina Morace». Nel suo palmares la vittoria di due Mundialito (il torneo organizzato prima dell’avvento dei Mondiali) e due secondi posti: per farlo entrare di diritto nella hall of fame azzurra.
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