Prodosmo Fabio

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Fabio Prodosmo
Fabio Prodosmo

Centrocampista, nato a Roma il 23 agosto 1970. Fa parte della Primavera nell'1988/89 e nell'1989/90. Nel giro di prima squadra colleziona tre presenze in panchina nell'1988/89 ed una nella stagione successiva. Prende parte anche ad alcune amichevoli infrasettimanali tra cui Taranto-Lazio 0-2 dell'8 dicembre 1988.

Nel 1990/91 gioca con il Tempio. Nel 1991/92 partecipa alla Tournée della Lazio in Canada e Brasile


Nel 1996, mentre era in vacanza a Manchester, si trova al centro di un attentato dell'IRA ma non riporta danni fisici.

Da "La Repubblica" del 16 giugno 1996:

UN BOATO ANNUNCIA LA SFIDA DELL' IRA

I racconti dei turisti italiani sfuggiti per caso all' esplosione ' HO VISTO MAMME E BAMBINI CON LE FACCE INSANGUINATE' MANCHESTER - Due ragazzi italiani, ex giovani calciatori di Roma e Lazio, sono tra i testimoni dell' esplosione. Uno di loro, il ventisettenne Fabio Prodosmo, è stato portato in ospedale e subito dimesso. "Piovevano vetri dappertutto, una scena terribile. Io e il mio amico Costantino Zuccarini eravamo dentro il centro commerciale quando hanno cominciato a suonare le sirene e ad abbassarsi le saracinesche. Ci hanno spinto verso l' uscita e non capivamo cosa stesse accadendo. Poi ci siamo spostati verso la stazione Victoria e in quel momento è scoppiata la bomba. Il tetto della stazione era una cupola di vetro, si è letteralmente disintegrata, siamo stati colpiti dalle schegge, ma non ci siamo fatti nulla, a parte la paura". "Non potrò mai dimenticare le mamme e i bambini che scivolavano sui vetri con la faccia insanguinata" dice il suo amico Costantino, 30 anni. "Fino a un istante prima scherzavamo, chissà mai cosa sta capitando, ci dicevamo. Si era pensato di fare una gita a Chester dopo avere visto l' Italia perdere". Neppure lui si aspettava la bomba all' uscita dal centro commerciale: "Ho visto tanti bambini feriti, tante mamme e c' erano parecchie persone anziane. Sinceramente nessuno di noi ha pensato di soccorrere gli altri perché scappavamo tutti, e tutti urlavano. Poi ho sentito solo le sirene delle ambulanze e ci siamo ritrovati all' ospedale. Adesso pensiamo solo a salire sul primo aereo per dimenticare tutto".