Mercoledì 14 dicembre 1994 - Napoli, stadio San Paolo - Napoli-Lazio 1-2
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14 dicembre 1994 - 2632 - Coppa Italia 1994/95 - Quarti di finale - gara di ritorno
NAPOLI: Di Fusco, Tarantino, Grossi, Pari, Cannavaro (I), Cruz, Buso, Bordin, Lerda, Carbone (49' Policano), Altomare. A disp.: Infanti, Matrecano, Luzardi, De Rosa. All. Canè, D.T. Boskov.
LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli, Di Matteo, Cravero (85' Bergodi), Chamot, Rambaudi, Fuser, Di Vaio, Venturin (68' Colucci), Signori. A disp.: Orsi, Bacci, De Sio. All. Zeman.
Arbitro: Sig. Stafoggia di Pesaro.
Marcatori: 42' Lerda, 49' Negro, 89' Signori.
Note: ammoniti Marchegiani e Favalli per la Lazio, Tarantino per il Napoli. Espulso Buso.
Spettatori: 25.000 circa.
Stampelle di mezza settimana. La Lazio si aggrappa alla Coppe della sopravvivenza. E' una specie di animale feriale la squadra di Zeman: sei vittorie su sei in Coppa Italia, quattro successi e due pareggi in Coppa Uefa. Via da Napoli con le semifinali e, se la qualificazione è positiva, il risultato è ingannatore perché, viste le forze in campo, ha interpretato il match con più anima il Napoli e Marchegiani è stato il migliore della banda Zeman. L'allenatore boemo raccoglie molto da una prestazione mediocre: il contrario della sua filosofia. E' il Napoli, infatti, ad accendere la partita come una luminaria natalizia. C'è grande intensità nel primo tempo, ma la Lazio partecipa solo per un quarto d'ora tentando qualche sortita, qualche rara accelerazione, ma non c'è consistenza nel cercare gli spazi, non c'è costanza nell'aggredirli, non c'è continuità nel ripartire. Meglio il Napoli di "mister 51 per cento" Boskov, azzerato da cinque assenze, ma sorretto dalla buona vena di Carbone. La Lazio è flaccida, all'inizio funziona bene il fuorigioco, la linea difensiva riesce quasi sempre a mettere in difficoltà Lerda, unica punta. Ma, col passare del tempo, il Napoli cresce in volontà, si passa dai tiri di assestamento all'abbordaggio vero e proprio alla porta di Marchegiani. Prima sono Carbone (16') e Pari (23') a cercare gli angoli alti, ma lo studio balistico non è dei migliori: conclusioni fuori misura. Mortaretti isolati come quelli di tifosi? No, intorno alla mezzora ci sono segni concreti a sostegno del possibile miracolo boskoviano. Una punizione di Carbone (32') viene ribattuta dalla barriera e Cruz si coordina per un sinistro violento che Marchegiani è bravo a intuire quando esce dal mucchio selvaggio che scatta in avanti per favorire evitare il fuorigioco; la palla schizza alla sinistra del portiere dove si catapulta Lerda per il cross: Grossi schiaccia e l'intuito del portiere si allea con la traversa per impedire che la palla finisca dentro. Ma il vantaggio del Napoli a questo punto è più che legittimo, anche in presenza del nulla che avvolge la Lazio come una nebbia maligna: non un tiro in porta. La difesa del Napoli gioca in completo relax. Il gol di vantaggio conclude questo primo tempo ad alta tensione ed è anche bello: punizione di Carbone, nuca di Bordin e sinistro al volo in girata di Lerda che sorprende Marchegiani (43'). Tutto regolare. Ma i piani di Boskov vengono annichiliti dall'uscita del malconcio Carbone dopo cinque minuti del secondo tempo e, soprattutto, un minuto dopo, dalla sonnolenza improvvisa che scende sulla retroguardia in occasione di un angolo di Signori. La palla rimbalza davanti a Di Fusco, osservata come un oggetto non identificato dai difensori del Napoli. Il primo a riconoscerla è Negro, il cui colpo di testa vale la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia. Il Napoli, però, malgrado il colpo al cuore, continua a giocare meglio e il fatto che la Lazio abbia ora una maggior libertà di azione deriva, oltre che dalla stanchezza, anche dai rinnovati tentativi offensivi del Napoli. E Marchegiani (10') impedisce con una prodigiosa respinta su Buso la riapertura delle ostilità. E, dopo un salvataggio di Di Fusco su Fuser (unica azione d'attacco di netta superiorità laziale) è Policano a non valorizzare (33') un pregevole assist di Lerda precipitando il tiro. E' sempre Napoli: Marchegiani salva su Cannavaro, la Lazio soffre, rischia di incassare da un momento all'altro il gol. E invece il destino, con perfidia infinita, mette sul piede del più assente tra gli assenti la palla della vittoria corsara: da Rambaudi a Signori che indovina (forse con una leggera deviazione di Cruz) la palombella aggirante e beffarda. Il Napoli s'arrabbia e ha ragione, la sconfitta è ingiusta e crudele, ma sbaglia Buso, uno dei più attivi, esagera e si fa espellere quando ormai c'è solo da farsene una ragione.
Fonte: Corriere della Sera