Mercoledì 1 dicembre 1999 - Ravenna, stadio Bruno Benelli - Ravenna-Lazio 1-1

Da LazioWiki.

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1 dicembre 1999 - 2866 - Coppa Italia 1999/00 - Ottavi di finale - gara d'andata

RAVENNA: Sarti, Dall'Igna (68° Lamonica), Cristante, Atzori, Pergolizzi, Sotgia, Bergamo (56° Agostini), Pregnolato, Centofanti, Dell'Anno, Murgita (56° Vecchiola). A disp.: Lorenzini, Guardigli, Pellizzaro, Rossi. All. Perotti.

LAZIO: Ballotta, Gottardi, Conti, Simeone, Pisano (80' Mihajlovic), Lombardo, Pinzi, Veron (46’ Stankovic), Marcolin, S.Inzaghi (80’ Mancini), Boksic. A disp.: Mondini, Varriale, Cinelli, Ruggiu. All. Eriksson.

Arbitri: Messina (Bergamo) e Borriello (Mantova).

Marcatori: 65' Boksic, 76' Vecchiola.

Note: serata umida, terreno in discrete condizioni. Ammoniti: Gottardi, Atzori, Dell'Anno. Calci d'angolo: 7-2. Recupero 0' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 4.884 paganti, per un incasso di 162.895.000 lire.


Il biglietto della gara
L'ex Francesco Dell'Anno e Dario Marcolin si scambiano i gagliardetti
Alen Boksic in azione
Alen Boksic scocca il tiro vincente
L'abbraccio di un compagno dopo la marcatura
La rete del pareggio ravennate

Esordio in Coppa Italia per i biancocelesti che presentano numerosi giocatori della Primavera sia in campo che in panchina. Il Ravenna cerca di sorprendere la Lazio, sia al 4' con Murgita di testa, sia all'11' con Centofanti. Al 12' è Ballotta a salvare su colpo di testa ravvicinato di Murgita. La Lazio reagisce e Boksic viene fermato da un'uscita di Sarti. Nel finale è ancora Murgita a tirare di poco a lato. La ripresa vede la Lazio salire di tono. Il portiere romagnolo ferma un'azione di Gottardi. Al 53' replica il Ravenna con l'ex Dell'Anno che su punizione serve Atzori, ma Ballotta para distendendosi in tuffo. Al 64' ci prova Simone Inzaghi, ma il tiro è impreciso. Un minuto dopo arriva il vantaggio laziale: Boksic approfitta di un rimpallo ed infila Sarti. Dopo circa 10 minuti arriva il pareggio ravennate con Vecchiola che supera Ballotta con un colpo di testa. Finisce qui la gara e per i biancazzurri ed i giallorossi l'appuntamento è alla partita di ritorno per decidere chi proseguirà il cammino nella competizione.


Il Messaggero titola: "Privo di dodici titolari, Eriksson ha preferito coprirsi: nel primo tempo neanche un tiro in porta. Meglio la ripresa grazie a Stankovic".

L'articolo prosegue: La Lazio baby veste i panni della provinciale: soffre, lotta, stringe i denti e supera indenne lo scoglio-Ravenna. Ora, archiviata la "coppetta", può concentrarsi su Perugia e Chelsea che rappresentano gli obiettivi cruciali di questo scorcio di stagione. Il canovaccio della gara è quello previsto: molto Ravenna e poca Lazio. I romagnoli, sicuramente animati da stimoli maggiori, danno fondo a tutte le energie nell'intento di mettere in difficoltà la blasonata formazione biancoceleste. Più grintoso, più aggressivo e determinato nell'approccio alla sfida, è il Ravenna a fare la partita, del resto la Lazio schierata al "Benelli" è imbottita di riserve e di Primavera e non è certamente la solita corazzata. Tra squalifiche ed infortuni restano fuori ben 12 titolari ed altri sono a prendere freddo in panchina. Eriksson, infatti, pensa molto più al campionato ed alla Champions League che a questo intermezzo di Coppa Italia, considerato alla stregua di un intralcio. Comunque si gioca. E giocano soprattutto i giallorossi romagnoli costringendo gli avversari sulla difensiva. Il talentuoso Dell'anno, applaudito anche dalla curva laziale, esibisce giocate mirabili, Centofanti è un incursore senza pause, Sotgia domina da gran signore la fascia destra da dove partono quasi tutte le iniziative più insidiose.

Eriksson allora sposta Gottardi a sinistra e porta Lombardo a destra, ma con scarsi risultati. Proprio da un cross di Sotgia, infatti, nasce l'occasione migliore del Ravenna: la deviazione aerea di Murgita è ribattuta d'istinto da Ballotta con in piedi. Una botta di Dell'Anno incoccia la gamba di Simeone, poi ci prova anche Pregnolato, fuori. E la Lazio? Si difende, arranca, tenta di proporsi con qualche ripartenza affidata alle sgroppate di Boksic ed ai rilanci di Veron. Però la prestazione offensiva della prima parte si limita ad un'iniziativa profonda di Inzaghi e ad un affondo di Lombardo. Il portiere Sarti non tocca praticamente mai il pallone. Nonostante le assenze, tutte di rilievo, era lecito attendersi qualcosa di più dai biancocelesti. In avvio di ripresa Stankovic rileva Veron collocandosi a sinistra e Marcolin diventa il perno centrale di un reparto che acquista in potenza. Schierata con tre centrocampisti, la Lazio viene, comunque, spesso a trovarsi in inferiorità numerica in mezzo al campo anche perché Lombardi e Gottardi - più che alimentare l'azione - devono preoccuparsi di presidiare le fasce. Per fortuna tiene bene il campo Simeone, che nell’inedito 5-3-2 interpreta con disinvoltura il ruolo di libero. Pronti al raddoppio, più dinamici e puntigliosi, i romagnoli tengono botta e sono sempre lesti nelle ripartenze. La Lazio del resto non morde e non impensierisce quasi mai seriamente la porta di Sarti. Un lancio profondo di Simeone non trova pronto alla girata Inzaghi, mentre Ballotta deve distendersi per neutralizzare una incornata di Atzori. La gara si mantiene su ritmi decenti anche perché il Ravenna sogna il colpaccio.

La Lazio, però, ha temperamento e mille risorse e quando riesce ad innescare il contropiede con Boksic, defilato sulla corsia di sinistra, sono sempre pericoli. Succede così che in vantaggio passa, inaspettatamente, proprio la Lazio grazie al croato che - dopo aver avviato l'azione di rimessa - scambia con Simeone e poi sfrutta di potenza un rimpallo: perentoria la conclusione di sinistro e palla sotto l'incrocio. Il Ravenna reclama per un gioco pericoloso ma sono proteste flebili, resta quindi il vantaggio di Boksic, alla terza marcatura stagionale. La rete laziale conferisce più nerbo alla sfida: il Ravenna non accusa il colpo ma moltiplica le forze mettendo alla frusta la retroguardia biancoceleste. Trascinati da un incontenibile Sotgia, i romagnoli agguantano il pareggio su colpo di testa di Vecchiola, lesto a sfruttare un'incertezza difensiva. Pari voluto, inseguito e meritato. Nel finale Eriksson getta nella mischia anche Mancini e Mihajlovic. Il tecnico, fiutato il pericolo, tenta di scuotere dal torpore la Lazio. La scossa serve alla squadra che gioca gli ultimi minuti con un piglio diverso. Mancini si fa apprezzare per un paio di spunti interessanti mentre il serbo va ad affiancare Simeone nel cuore delle difesa. Viste le situazioni contingenti, l'1-1 rappresenta un risultato apprezzabile che spiana alla Lazio la strada della qualificazione ai quarti. In fondo, in questa Coppa Italia, snobbata un po' da tutti, nessuno vuole perdere.


La Gazzetta dello Sport titola: "Il Ravenna resiste alla folgore di Boksic. Lazio in versione primaverile, Vecchiola fissa un pari meritato. Tra giovani e giocatori fuori ruolo, Eriksson manda in campo un mosaico molto improvvisato. Il Ravenna, spinto dal bravo Sotgia, si fa preferire; e a un quarto d'ora dalla fine ottiene il premio dell'1-1".

Continua la "rosea": Non era una Lazio degna di questa città superba. Ma un mosaico improvvisato di riserve e di giovani. Dell' undici sceso in campo contro la Juventus c' era, in avvio, il solo Veron. Così un Ravenna ordinato e puntiglioso ha inchiodato la Lazio sul pareggio con pieno merito. Il Ravenna ha giocato meglio. Ha esibito il miglior uomo in campo, l' ala destra Sotgia, 30 anni, da Ozieri, incontenibile, veloce, preciso nei cross. Ha attaccato a lungo. La Lazio ha retto il confronto per l' esperienza di alcuni uomini-cardine e nella ripresa ha avuto l' occasione di vincere la gara. Poche le indicazioni per Eriksson. Inzaghi si è confermato in un difficile momento. Boksic ha vagato senza meta, a parte l' illuminazione del gol. Le cose migliori sono venute da Simeone, nel ruolo di centrale difensivo, Veron e Stankovic, oltre che da Ballotta, protagonista di due interventi decisivi. Eriksson schiera la Lazio 2, con tre giovani della Primavera: Conti, Pisano e Pinzi. Simeone fa la chioccia in difesa, Veron a centrocampo, mentre in attacco si muovono Boksic e Inzaghi. Il Ravenna, a parte gli infortunati Cervone e Bertarelli, è in formazione-tipo. Gioca con ordine e preme già dall' inizio.

Il suo modulo classico, il 4-5-1, si trasforma quasi subito per l' avanzamento di Sotgia che penetra con grande facilità sul fianco sinistro della difesa biancoceleste. Eriksson, dopo un quarto d' ora, per limitare i danni inverte Lombardo con Gottardi, più aggressivo sull' uomo. Il Ravenna cerca il gol con Centofanti, che sbaglia il sinistro su cross preciso di Sotgia (10' ). Poi, ancora Sotgia si fa luce sulla destra e pennella il cross corto per Murgita, che si è liberato sullo scatto di Simeone: il suo colpo di testa è perfetto, ma Ballotta riesce a salvarsi miracolosamente di piede (12' ). In contrattacco la Lazio si fa pericolosa con un bel lancio di Veron che Inzaghi non riesce a sfruttare. Pregnolato sfiora la traversa su angolo corto di Dell' Anno. La Lazio non riesce ad articolare il contrattacco. È evidente la difficoltà dei giovani nel partecipare alla manovra e, d' altro canto, c' è una punta di sufficienza nel gioco di Veron. Così le due punte si trovano piuttosto abbandonate contro una difesa a quattro attenta e flessibile. A centrocampo Pregnolato orchestra il gioco, facendo il play-maker, Dell' Anno lo illumina con le sue invenzioni, mentre Sotgia è sempre pungente. Al 34' si fa luce in dribbling e mette in condizione Murgita di tirare, ma la conclusione finisce fuori. Nella ripresa la Lazio si fa più aggressiva. Un magnifico lancio di Simeone non viene sfruttato da Inzaghi, che perde il tempo per la conclusione al volo (5').

Il Ravenna risponde con un bel colpo di testa di Atzori, su punizione di Dell' Anno, che Ballotta blocca a terra (8' ). Un colpo di testa di Simeone alto. Poi una girata di sinistro di Inzaghi fuori bersaglio. Sono segni premonitori. Il gol è nell' aria. Nasce da un' iniziativa di Stankovic e da un rimpallo di Lombardo, Boksic si trova sul sinistro un' occasione d' oro, il tiro è memorabile, la palla entra in rete all' incrocio dei pali (0-1). Il Ravenna non si arrende. Sulla destra continua a imperversare Sotgia. Ma il gol arriva su un lancio di Agostini dalla tre quarti, mirato nel cuore dell' area: il giovane Conti lo lascia passare e dietro di lui Vecchiola è pronto a segnare di testa (1-1). Un pareggio meritato. Il pubblico, in festa, canta «Romagna mia». E festeggia per la prodezza della squadra del cuore imbattuta contro la Lazio, ancorché dimezzata.


Tratte dal quotidiano sportivo, alcune dichiarazioni post-gara:

Diego Simeone è felice di essere libero. Il giocatore argentino scopre il fascino di questo ruolo e si propone per ricoprirlo da qui a qualche anno, quando la corsa a certi ritmi sarà difficile da mantenere. «È vero, mi è piaciuto molto giocare dietro la difesa. Lo abbiamo provato una sola volta in allenamento, ma è andata abbastanza bene. Mi sono ritrovato comodo in questa posizione e mi piacerebbe ricoprirla quando avrò 32 anni e più esperienza». Si prenota convinto Simeone, che ripete proprio il termine «comodo» per spiegare come si trovi a suo agio in difesa. «Sono stati bravi anche i nostri due esordienti Conti e Pisano. Hanno sofferto un po' perché, schierando un' unica punta il Ravenna, sono un po' venuti a mancare i punti di riferimento. Io ho cercato di aiutarli, come tutti gli altri compagni. E questa Lazio non mi è dispiaciuta per la grinta che ha messo in campo». Diego Simeone, da grande combattente, si esalta quando c' è da giocare e rilancia l' importanza di questa coppa Italia: «Qui succede un po' come in Spagna, quando all' inizio tutti fanno finta di snobbare un po' la coppa del Re. Poi, quando per strada si accorgono di non aver vinto nulla, ecco che la coppa nazionale diventa l' ultima ancora per salvare la stagione. Io non ci sto a fare questo ragionamento, per me è bello e stimolante vincere questo trofeo e voglio fare il massimo per conquistarlo. Come se fosse l' unico obiettivo della mia stagione. E poi la Lazio quando va in campo deve sempre mostrarsi al suo livello, anche se qui a Ravenna mancavano tanti giocatori».

Simeone sabato a Perugia è destinato a ricoprire il ruolo dell' infortunato Almeyda, sulla mediana: «Speriamo, perché io mi diverto tanto a giocare e questa Lazio sempre competitiva dà uno stimolo particolare. In Umbria dobbiamo ritrovare la via del successo». Sull' importanza della coppa Italia concorda con Simeone il tecnico Eriksson: «Sono soddisfatto per la prestazione della Lazio, perché a me questa coppa Italia piace e voglio cercare di vincerla. Certo, sicuramente possiamo fare meglio, ma bisogna che questi ragazzi abbiano il tempo di allenarsi insieme, di trovare l' intesa. Non dimenticate che in difesa abbiamo schierato due giovani esordienti, più altri due fuori ruolo, Lombardo e Simeone. Diego però è stato molto bravo ad adattarsi, mostrando grande intelligenza tattica». Eriksson ha parole di elogio per gli avversari: «Il Ravenna ha giocato bene, oltre all' aggressività ha anche buone individualità. Dell' Anno non lo scopro io. E poi mi ha sorpreso Sotgia: mi chiedo come nessuno si accorga di lui per farlo giocare in serie A. È stato così bravo da costringermi a cambiargli marcatura, spostando su di lui Gottardi che è più difensore di Lombardo». E per Gottardi è stata anche una prova generale per sabato a Perugia e per martedì contro il Chelsea in Champions League, quando dovrà ricoprire il ruolo di esterno in difesa, viste squalifiche e infortuni vari. «Gottardi è andato bene anche perché aveva l' avversario più duro». Una nota di colore riguarda Mancini e Mihajlovic, che nel secondo tempo hanno «pressato» per entrare, stufi di stare in panchina a sorbire freddo. Commenta divertito Eriksson: «Così sono andati più soddisfatti a fare una bella doccia calda».


Dal Messaggero:

Un pareggio, quello con il Ravenna, che in casa Lazio viene accolto bene. Eriksson è sembrato soddisfatto: «Questa era una squadra che non aveva mai giocato insieme. Due difensori della Primavera schierati dal primo minuto al fianco di Simeone nell’insolito ruolo di libero — ha dichiarato il tecnico biancoceleste — Un pareggio in queste condizioni va bene. Ora aspettiamo la gara dell’Olimpico. Il Ravenna è un’ottima squadra. Gioca a calcio, fa girare la palla, ha un’ottima ala destra come Sotgia. Non ho capito perché questo giocatore non abbia mai calcato i grandi campi di serie A». Una manifestazione quella della Coppa Italia a cui non tutti tengono in modo particolare. «Qualcosa si deve fare per una manifestazione così importante e che ha una certa tradizione in Italia — ha proseguito Eriksson — Negli altri Paesi la Coppa vale come il campionato soprattutto in Inghilterra. Peccato che il valore qui in Italia sia considerato minore. A me comunque sta bene anche vincere la Coppa Italia». Soddisfatto anche Simeone schierato nell’insolito ruolo di libero: «Penso che tutta la difesa abbia fatto bene compresi i due ragazzi della Primavera. E’ un ruolo che mi piace per il futuro. A 32 anni posso giocare libero perché mi trovo bene anche in questa posizione». Anche Simeone parla della Coppa Italia. «Il bello di questa manifestazione è che all’inizio tutti la prendono sotto gamba, ma poi quando non si vince niente diventa improvvisamente importante. Ed io questa competizione l’affronto per vincerla perché alla fine è pur sempre una coppa».

La Lazio riprenderà nel pomeriggio al centro sportivo di Formello la preparazione in vista della trasferta di campionato di Perugia. Ancora problemi per Eriksson. Favalli e Simone Inzaghi sono squalificati, Almeyda e Negro infortunati. Ieri Pavel Nedved si è allenato a Formello ma il giocatore ceko è reduce da un attacco influenzale e sembra destinato alla tribuna. Farà il suo esordio in campionato dal primo minuto Gottardi nel ruolo di terzino destro, con Nesta, Mihajlovic e Pancaro a completare il reparto difensivo. A centrocampo probabile un assetto con Stankovic a destra, Veron e Simeone centrali e Conceicao a sinistra. In attacco, oltre a Salas, fiducia in Alen Boksic.