Mercoledì 12 ottobre 1994 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Piacenza 3-2
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12 ottobre 1994 - 2617 - Coppa Italia 1994/95 - Ottavi di finale - gara d'andata
LAZIO: Marchegiani, Negro, Chamot, Di Matteo, Bergodi, Cravero, Rambaudi (62' Boksic), Fuser, Casiraghi, Venturin, Signori. A disp.: Orsi, Bacci, De Sio, Della Morte. All. Zeman.
PIACENZA: Taibi, Polonia, Di Cintio, Suppa, Maccoppi, Lucci, Turrini, Brioschi, Inzaghi (I), Iacobelli (72' Moretti), Piovani (84' De Vitis). A disp.: Ramon, Cesari, Papais. All.: Cagni.
Arbitro: Rodomonti di Teramo.
Marcatori: 18' Inzaghi (I), 23' Casiraghi, 45' Piovani, 71' Casiraghi, 88' Cravero.
Note: ammoniti Cravero e Fuser per la Lazio, Polonia, Moretti e Brioschi per il Piacenza. Calci d'angolo: 11-1.
Spettatori: 15.000 circa.
La Lazio si becca una sonora bordata di fischi: il successo stentato contro il Piacenza non ha certo accontentato il pubblico. Alla fine tentano tutti di giustificarsi e anche Zeman difende a spada tratta le sue scelte, lo schieramento a zona e la prestazione della squadra. "I fischi? Fanno parte del calcio, i ragazzi hanno cercato di fare del loro meglio, si sono impegnati per vincere e alla fine ci sono riusciti", ha detto subito il tecnico boemo. Una frecciata, qualche istante prima, l'allenatore biancazzurro l'aveva ricevuta dal collega di scuola "italianista" che siede sulla panchina del Piacenza, Cagni: "Non è questione di modulo. Si vince con i grandi campioni", aveva sottolineato alludendo all'ingresso in campo di Boksic che ha cambiato il volto alla Lazio e aveva messo a soqquadro la difesa ospite. "Non sono d'accordo con Cagni", ha replicato Zeman. "Bisogna avere buoni giocatori, è vero, ma anche moduli efficaci". Lo stratega voluto da Cragnotti alla guida della formazione è andato oltre: "Il Piacenza è una compagine difficile, alla vigilia dell'incontro avevo detto che non sarebbe stato un avversario facile e i fatti mi hanno dato ragione", ha aggiunto. Inevitabile parlare della "papera" di Marchegiani che ha permesso a Piovani di riportare in vantaggio la sua squadra: "E' stato un infortunio", ha sottolineato Zeman. E poi ha spiegato: "Quell'errore e il palo di Casiraghi quando eravamo sull'1-1 hanno condizionato la nostra gara. Siamo stati sempre sotto pressione e, quando siamo passati nuovamente in svantaggio, era inevitabile che ci scoprissimo". Ricordando l'impegno della Nazionale a Tallin e l'utilizzazione del trio d'attacco (oltre che di Favalli, ieri però assente), è stato chiesto all'allenatore laziale se la stanchezza avesse influito sul rendimento dei calciatori convocati da Sacchi: "Nel calcio ci sono due possibilità - ha ricordato - aspettare l'avversario o fare gioco. Noi abbiamo provato sin dall'inizio a mettere alle corde il Piacenza e abbiamo speso molto", ha ammesso. E poi: "Ciò non toglie che si possa correre meglio come squadra", ha scandito lasciando intendere che qualche meccanismo non lo ha convinto. Zeman non ha accettato nemmeno le critiche sui troppi pericoli corsi da Marchegiani e sul fatto che la Lazio sembra destinata a dover rincorrere gli avversari: "Anche sul 2 2 ci siamo spinti in avanti per vincere ed è normale, in certe situazioni, che si corra qualche rischio di troppo. E non è vero che siamo sempre costretti a lottare per recuperare il risultato: contro il Torino e il Modena non è accaduto", ha ricordato. "E se non sbaglio anche il Milan era in vantaggio e poi ha perduto". La Lazio andrà a Piacenza con il vantaggio di un gol. Fatto importante soprattutto dal punto di vista tattico, al di là dell'entità numerica: "La qualificazione è tutta da giocare, ancora. Ma loro dovranno cercare di vincere, si sbilanceranno", ha preannunciato Zeman. Come a dire che i biancazzurri potranno trovarsi nelle migliori condizioni per sfruttare gli ampi varchi che, inevitabilmente, gli avversari saranno costretti a lasciare incustoditi per gettarsi in avanti. Boksic, invece, ha ammesso che ormai è un'utopia pensare di trovarsi di fronte a partite dal risultato scontato: "Anche con la mia Croazia abbiamo sofferto, contro una formazione che sulla carta era molto inferiore alla nostra. Adesso il calcio non è facile per nessuno, le piccole squadre come il Piacenza possono mettere in difficoltà chiunque". Casiraghi si è soffermato sull'importanza della fortunosa rete di Cravero: "Sul 2-2 sarebbe stato difficile passare il turno. Ma la caratteristica principale delle formazioni allenate da Zeman, e quindi anche della Lazio, è quella di cercare il successo fino alla fine. E noi contro il Piacenza abbiamo dimostrato di non arrenderci mai". La "papera" porta la firma di Marchegiani. Un altro errore clamoroso, dopo quello di Cagliari contro la Svizzera, quando indossava la maglia della Nazionale. E il portiere lo ha descritto così: "Ho chiamato il pallone a Bergodi e lui me lo ha lasciato. Mi sono reso conto, però, che ero sulla linea dell'area di rigore e la palla mi è sfuggita mentre cercavo di fermare la mia rincorsa". Un "pasticciaccio", insomma. E la paura di aver contribuito al "patatrac" deve essere stata grande: il numero uno, alla fine, ha ringraziato la squadra per aver ribaltato il risultato.
Fonte: Corriere della Sera