Mercoledì 10 aprile 1996 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 4-0
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10 aprile 1996 - 2691 - Campionato di Serie A 1995/96 - XXVI giornata
LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli, Di Matteo, Nesta, Chamot, Signori, Fuser, Casiraghi (88' Piovanelli), Winter (75' Marcolin), Boksic (75' M.Esposito). A disp.: Orsi, Gottardi. All. Zeman.
FIORENTINA: Toldo, Carnasciali, Amoruso, Padalino, Serena (79' Robbiati), Piacentini, Bigica (46' Cois), Rui Costa (70' Bettoni), Schwarz, Batistuta, Baiano. A disp.: Mareggini, Sottil. All. Ranieri.
Arbitro: Pellegrino (Barcellona Pozzo di Gotto).
Marcatori: 14' Winter, 33' Signori, 52' Signori, 83' Casiraghi.
Note: l'attuale turno di Campionato (il XXVI), svoltosi in data odierna, era originariamente in programma il 17 marzo 1996 ma non è stato disputato per uno sciopero dei calciatori. Espulso Amoruso. Ammoniti: Di Matteo, Casiraghi, Padalino.
Spettatori: 45.000 circa.
La Lazio è una domanda infinita, sempre la stessa. E una risposta impossibile da pronunciare. Perché non è sempre stata così ? La sua storia di quest'anno ruota intorno a quel punto interrogativo che si porta dietro, in eguale misura, illusioni e rimpianti feroci. Ieri sera, dal mucchio selvaggio con la Fiorentina, la Lazio è uscita sempre con la cadenza più appropriata (4 a 0 il punteggio in suo favore). Questa capacità ritrovata è stata forse alla base di una prestazione che l'ha restituita ai suoi periodi migliori. Il mucchio selvaggio è risultato ragionato da parte biancoceleste, e ha finito disorientando la squadra di Ranieri, quasi sorpresa nel trovarsi di fronte un blocco non più vittima di distrazioni. Il doppio vantaggio, determinato prima da Winter (14') e poi da Signori (34') è emerso da una maggiore lucidità laziale, lucidità non facile da far risaltare in un contesto tatticamente complicato, perfino ossessivo nei suoi ritmi. Tutto si è prodotto in quaranta metri, talvolta pure in trenta: due squadre rigorosamente corte, fuorigioco sistematico (quasi sempre riuscito, da una parte e dall'altra, e quasi sempre seguito con accortezza dai due guardalinee, Preziosi e Manfredini) e un'alternanza di scambi brevi e molto veloci con palle lunghe a scavalcare le difese. La Lazio si è ritrovata nel suo ambiente naturale e ha annullato la Fiorentina. Si è chiesta come ha fatto Zeman a tenere nascosto Nesta, ieri assolutamente straordinario nel ruolo di centrale difensivo accanto a Chamot. Ha riscoperto un centrocampo in condizioni smaglianti. Determinante Winter, al di là del gol che ha spianato la strada (destro potente dal limite che ha superato Toldo), ma ispirati anche Fuser e Di Matteo. Signori non ha lasciato i gol a Batistuta: i gol se li è presi lui, e pure uno più bello dell'altro: slalom in area (splendido lancio di Winter, fuorigioco della Fiorentina saltato) e Toldo messo a sedere in occasione del primo gol; azione personale e rasoterra di sinistro dal limite per il 3 a 0 ad inizio di ripresa. Insistenti la spinta e le sponde di Casiraghi, trascinante Boksic. Eppure la Fiorentina non ha giocato male, limitatamente al primo tempo, quando la partita ha avuto un senso. Questa la stranezza più clamorosa ed evidente, perché l'ex antagonista del Milan ha tenuto testa alla Lazio, ha ribattuto ogni colpo. Ha patito la carica della squadra di Zeman che l'ha soffocata nelle iniziative offensive, rubandole i tempi di riflessione e lasciando a Rui Costa pochissima libertà d'azione. Ciò ha significato per la Fiorentina l'impossibilità di servire Batistuta e Baiano. Il segreto della Lazio è stato quello forse di non aver mai abbassato il ritmo. Pur generosa nel contenimento, la Fiorentina ha finito col soccombere. Espulso Amoruso per somma di ammonizioni, inevitabile il crollo, in condizioni di inferiorità numerica, atletica e mentale. E un destino amaro si è ripetuto dopo l'umiliazione dell'anno scorso, quando la Fiorentina venne sommersa da un 8 a 2. Da quel botto alla caduta di ieri sera molte cose tuttavia sono cambiate, e paradossalmente quasi tutte in favore dei viola. La Lazio infatti era partita per lottare per lo scudetto e si è ritrovata, invece, ad inseguire un misero posto in coppa Uefa. Mentre la Fiorentina ha saputo crescere contro ogni aspettativa. Forse ha creduto di essere di "più", ad un certo punto del campionato. E forse il quarto gol subito da Casiraghi in chiusura d'incontro le ha ricordato che la strada per salire ancora non è tanto lunga, ma non è nemmeno breve.
Fonte: Corriere della Sera