Mazzucchelli Ivo
Rugbysta, Terza Linea, nato a Roma il 24 aprile 1943 nella zona di Tomba di Nerone.
Mazzucchelli è il più forte giocatore che abbia mai vestito la maglia della Lazio Rugby. Figlio di un magazziniere delle piscine del Foro Italico, comincia l'attività sportiva come nuotatore dopo aver imparato a destreggiarsi nelle acque del Tevere. Nel 1958 partecipa alla "Giornata delle Olimpiadi", una manifestazione a cui chiunque poteva iscriversi, e viene notato dai tecnici della Lazio Zabberoni e Baccini che convincono il padre di Ivo, inizialmente restio, a iscrivere il figlio alla sezione nuoto biancoceleste. I risultati sono discreti, ma Ivo in acqua non si diverte. I lunghi e monotoni allenamenti lo demotivano e i suoi tecnici lo spingono a dedicarsi alla pallanuoto. Questa attività è più confacente alla personalità del giovane ragazzo romano. Nel frattempo andava formandosi fisicamente e la sua altezza, unita a una solida muscolatura, colpiscono un allenatore della sezione Rugby della Lazio. Dopo un provino ai campi dell'Acquacetosa, Mazzucchelli diviene rugbista. E' il 1961: Ivo ha trovato finalmente lo sport che fa per lui.
Veloce, potente, abile con la palla, è immediatamente convocato per disputare una partita. Leggendario - ma vero - è l'episodio legato al suo esordio. Essendo privo degli scarpini da gioco e intuendo che non avrebbe potuto far sostenere alla sua famiglia la spesa per acquistarli, inchioda degli approssimativi tacchetti di cuoio alle scarpe da passeggio di suo fratello e con quelle disputa il match. Progressivamente il giocatore migliora la sua tecnica e dimostra intelligenza tattica. Sa "rubare" il pallone agli avversari come pochi, è veloce, coraggioso. Nel giro di pochi mesi viene convocato nella Rappresentativa del Lazio che vince il Torneo delle Regioni, quindi dalla Nazionale Giovanile che affronta, perdendo, i pari età francesi. La carriera sportiva di Ivo cresce esponenzialmente. I campionati giocati con la Lazio lo proiettano a livelli altissimi sia in ambito nazionale che internazionale. Giocherà in Nazionale 20 partite e in un'occasione, contro la Romania nel 1975, indossa la fascia di capitano.
Della Lazio Ivo è stato il simbolo per molti anni. In biancoceleste è cresciuto sia a livello sportivo che culturale, tanto da riuscire nonostante gli impegni agonistici a laurearsi brillantemente in Biologia della Nutrizione. La travagliata vita della Lazio Rugby negli anni '70, tra scissioni e riunioni, ha determinato il trasferimento quasi forzoso del giocatore prima alla Rugby Roma e poi al Rugby Parma. Nonostante ciò la Lazialità di Mazzucchelli è adamantina.
Cessata l'attività agonistica Mazzucchelli ha alternato il ruolo di allenatore e di dirigente della Lazio con quello professionale di nutrizionista. E' stato docente negli Istituti Alberghieri, collaboratore dell'Istituto Nazionale della Nutrizione e professore associato all'ISEF. Ha scritto un libro intitolato "Il rugby nel piatto". Lo sport della palla ovale ha sempre occupato una parte importante della sua vita. Nei primi anni '90 ricostituisce, insieme a Bernabò, quella che ancor oggi è la S.S. Lazio Rugby 1927. Ha svolto anche per un biennio il prestigioso ruolo di Responsabile nutrizionista della Nazionale italiana di Rugby sotto la gestione Berbizier.
Uomo vulcanico e dotato di fermissimi princìpi etici e politici, ha condotto battaglie contro l'apartheid in Sud Africa, si è espresso senza timori nel 1976 sul problema della partecipazione dei tennisti azzurri alla finale di Coppa Davis in Cile, è stato candidato alla lista civica Pro Bonino alle elezioni regionali del 2010. A conferma del suo amore per i colori biancocelesti, Ivo ricopre anche il ruolo di presidente della Lazio Rugby Junior. A 79 anni gioca regolarmente ancora a rugby per divertimento con i suoi compagni di un tempo. Può essere considerato uno dei più grandi atleti della Polisportiva Lazio: incarnandone a pieno valori e ideali, nel 2023 è stato insignito del Premio Luigi Bigiarelli, massima onorificenza riservata dalla Società a coloro che l'hanno onorata dentro come fuori dal campo. "Il rugby - ama ripetere Mazzucchelli - lascia dei segni indelebili sul corpo ma sono nulla in confronto a quelli lasciati nella mente e nell'animo".