Martedì 6 dicembre 1994 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Trabzonspor 2-1

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6 dicembre 1994 - 2630 - Coppa UEFA 1994/95 - Ottavi di finale - gara di ritorno

LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli (83' Bacci), Venturin, Cravero, Chamot, Rambaudi, Fuser, Casiraghi, Winter, Signori (65' Di Vaio). A disp.: Orsi, Bergodi, De Sio. All. Zeman.

TRABZONSPOR: Grishko, Lemi, Hamdi, Osman, Tolunay, Abdullah, Cengiz, Unal, Soner, Hami, K.Orhan. A disp.: Nihat, Zafer, Mehmet, Semavi, Ender. All.: Senol Gunes.

Arbitro: Heyemann (Germania).

Marcatori: 25' Cravero, 73' Haml, 75' Di Vaio.

Note: ammoniti Abdullah, Fuser, Osman, Marchegiani e Cengiz. Calci d'angolo: 0-6.

Spettatori: paganti 24.887.

Il biglietto della gara
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L’esultanza di Cravero
Il goal decisivo di Di Vaio

Lazio nei quarti Uefa, con una vittoria bis sui turchi, stesso punteggio d'andata. E risulta vano anche il quattordicesimo tentativo del loro calcio, che rappresentato stavolta dal Trabzonspor, vagheggia qui dentro l'Olimpico d'intossicare la serata "zemaniana", eliminando per la priva volta una nostra squadra. I biancoazzurri, prescindendo da alcuni spaventi verso l'epilogo, azzeccano presto gioco avvolgente per oltrepassare la siepe centrocampistica Hamdi Soner Unal Ozkoylu, per allontanare ipotesi di "harahiri", o comunque lo scorno d'un destino Uefa via via ridisegnato secondo desideri opposti con l'aiuto di Allah. Così, bloccate le sovrapposizioni laddove Favalli chiude Lemi e rilancia Winter; trattenuto soprattutto Abdullah, preoccupato d'interrompere quanto combina l'altra accoppiata esterna Negro Rambaudi, non si rovescia quel rapporto di forze emerso due settimane fa, per rifornire a dovere i "punteros" Hami o Orhan, preposti alla commemorazione di se stessi lungo la zona Chamot, nell'ingorgo Cravero. E memorizzato appena uno sbilanciamento a metà gara (ma Orhan in picchiata solitaria quale ala sinistra sbaglia la facile rifinitura a rientrare per Hami consentendo l'intrusione Marchegiani), proprio "l'avvocato" con chierica della difesa laziale trova, dopo venticinque minuti il gol della sicurezza, saltando meglio dei segugi d'area turchi verso una punizione di Signori, propiziata dallo scattista Fuser, messo giù sulla trequarti destra al culmine d'una percussione perforante. La bravata Cravero pare il minimo raccolto per un predominio ragionato, zampillante dai recuperi di Venturin, dalla accelerazioni che garantisce Winter, dalle variazioni che impone Rambaudi, mentre gli oppositori turchi tradiscono rabbia agonistica intervenendo spesso scorretti su ogni portatore di palla biancoceleste. Ne sa qualcosa Favalli: rimedia una testata mentre sta controllando una sventagliata di Chamot e poi prosegue con un turbante insanguinato a sprintare imprendibile sulla corsia d'appartenenza. Inguardabile Trabzonspor: pressato ovunque, anticipato dagli incontristi "zemaniani", rischia d'andare ancora sotto quando lo spaziante "Beppe gol" intuisce e sfrutta quel disimpegno affannoso d'Abdullah, al quale sempre Rambaudi non dà respiro. Aggancio e scatto di Signori diventano automatici, pure se l'occasione di rompere il digiuno europeo s'infrange sulla base del palo di Grichko. L'esecuzione libera, di piatto, ha fatto apparire e scomparire in un amen quella prima rete Uefa che il bomber laziale cerca invano da due stagioni. Niente paura: anzi, chiesto soccorso a Marchegiani, agile nel graffiare disteso in corner un diagonale carogna scaricato da Orhan che ha saltato Negro schizzando all'arrembaggio, la Lazio riprende ad imporre forsennate cadenze. E' un tema di conquista ormai obbligato: lascia che Soner e compagni accarezzino l'illusione di riorganizzarsi. Però Fuser, terminale della combinazione panoramica Signori Rambaudi centra il petto proteso del portiere con la volée sotto misura. Adesso esce Signori e si perde la "suspense" che i biancoazzurri determinano riproponendo alcuni attimi d'abituale follia. Si scopre Chamot, perde palla, Soner pesca Hami e c'è solo Marchegiani a contrastarlo. Facile aggiramento e pareggio. Però, di lì a poco, raccogliendo una rimessa laterale, il talento subentrato, Di Vaio, azzecca la mazzata imparabile. Siparietto evitabile a fine partita: lite Winter-Gengiz. Arrivederci al prossimo febbraio.

Fonte: Corriere della Sera