Marsili Florio

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Florio Marsili
da la Tribuna illustrata del 5 ottobre 1913
Florio Marsili
Florio Marsili con la canottiera del C.C. Aniene

Nuotatore, nato a Viterbo il 23 marzo 1887 da Vincenzo e Annunziata De Santis, deceduto a Porpetto (Udine) il 21 agosto 1916. Fu sepolto a Genova.

Militò nella Lazio e nell'Aniene e fu uno dei migliori nuotatori nelle gare di fondo sul Tevere. Nel suo periodo di permanenza al Circolo Canottieri Aniene si dedicò con successo anche al canottaggio.

Partito militare per la Prima Guerra Mondiale con il grado di Capitano del 3° battaglione ciclisti, inquadrato nel 3° reggimento, il più decorato d’Italia il cui motto era “Maiora viribus audere”. Durante il conflitto questo reggimento si distinse sul Col di Lana, sul Carso, a Vermegliano e Monte Sei Busi nel primo anno di guerra: nel 1916 sul Selz,Monte Sief, sul Piccolo Colbricon, nella Val Cismon e Jamiano a q. 144. Nel 1917 il reggimento era operativo nel Veneto, Serravalle, Passo di Fadalto e Pieve di Cadore perché inquadrato dal 29 agosto al 4 novembre nella VII brigata bersaglieri insieme al 2º reggimento. Il suo III battaglione ciclisti invece operò come unità autonoma e si distinse in azioni di retroguardia nel 1917 e di resistenza sul Piave nel giugno 1918.

Marsili cadde in combattimento a Porpetto (Udine) il 21 agosto 1916. Quindici giorni prima era caduto un altro soldato del suo battaglione, romano come lui ma non socio della Lazio, che diventerà una leggenda ed un esempio per l’Italia intera: Enrico Toti.

Marsili fu insignito di due Medaglie d’Argento ed una di Bronzo al V. M.. Per un’antica e radicata concezione dell’onore gli ufficiali dovevano sfoggiare coraggio e per questo si mettevano in mostra durante le battaglie con sprezzo del pericolo e alla ricerca della “bella morte”.

La prima medaglia d’argento fu guadagnata a Monte Sei Busi, il 26 luglio 1915 con la motivazione: “Durante un violento attacco nemico, rincorava coll’esempio la propria compagnia. Ferito sopra l’occhio sinistro rimaneva al suo posto di combattimento e soltanto più tardi si recava a farsi medicare, ritornando subito dopo sulla linea di fuoco”. La seconda medaglia d’argento è stata concessa per l’azione nei pressi di Monfalcone, avvenuta il 6-9 agosto 1916, con la motivazione: “Guidava con calma e valore il proprio battaglione all’attacco di un forte triceramento nemico e conquistatolo, concorreva con altri reparti a rafforzarlo e a mantenerne il possesso contro i reiterati violenti attacchi avversari, finché veniva gravemente ferito”. La croce di guerra in commutazione di encomio solenne era stata concessa nel 1923 per un’azione avvenuta a Vermigliano il 19-20 luglio 1915 con la motivazione: “Nell’avanzata guidò la propria compagnia con ardire e sano accorgimento tattico, tenendo in rispetto il nemico e recuperando, con pattuglie, feriti ed armi che trovavansi in posizioni avanzate”. La medaglia di bronzo per episodi accaduti a Vermigliano (20-24 luglio 1915), con la motivazione: “Per cinque giorni consecutivi rimaneva a contatto col nemico resistendo imperterrito ad intenso fuoco di artiglieria; respingendo con felici atti controffensivi numerosi assalti e dando esempio di calma e coraggio alla propria compagnia”.