Domenica 5 settembre 1993 - Reggio Emilia, stadio Mirabello - Reggiana-Lazio 0-0
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5 settembre 1993 - 2569 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1993/94 - II giornata
REGGIANA: Sardini, Torrisi, Zanutta, Accardi, Sgarbossa, De Agostini, Morello, Scienza, Ekstroem, Picasso (75' Lantignotti), Padovano (75' M. Esposito). A disp. Cesaretti, Parlato, Pacione. All. Marchioro.
LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli, Di Matteo, Luzardi, Cravero, Fuser, Doll, Casiraghi, Di Mauro, Winter. A disp. Orsi, Bergodi, Bacci, De Paola, Saurini. All. Zoff.
Arbitro: Ceccarini (Livorno).
Note: antidoping Accardi, De Agostini, Negro, Saurini. Calci d'angolo: 2-2.
Spettatori: 13.045 con 2.793 paganti e 10.252 abbonati.
Abbastanza telegenica, anzi rimodellata di notte al punto da non lasciarsi piallare in una gara soprattutto atletica, la Lazio trova finalmente sopportabile questo fuori orario, che le riserva il secondo consecutivo pareggio in Pay Tv (abbonata allo 0-0 come la squadra di Zoff). Facile però distinguere stavolta l'accresciuta consistenza di un centrocampo biancazzurro affidato all'incontrista Di Matteo e all'equilibratore Di Mauro, contro oppositori improvvisamente meno impeccabili nei movimenti simultanei, anche se Sgarbossa resta capogruppo affidabile per supportare rapido l'organizzazione di Marchioro quando occorre raccorciare verso i guastatori Morello e Padovano, attaccanti di modesto repertorio. Impossibile per Scienza e Picasso alleggerire l'evidente disavanzo tecnico, puntando verso Accardi e De Agostini, che lungo l'out di competenza deragliano preoccupati da Fuser e dagli spostamenti in raddoppio di Winter. Così, smorzata la rapidità reggiana, c'è subito una buona possibilità: Di Matteo va via, imbecca Doll, ne segue il dribbling pasticciato, riprende, vince un contrasto e spalanca il corridoio là dove si catapulta Winter ad occhi forse socchiusi. Occasione facilissima, ma di collo pieno Winter coglie soltanto il palo. Tutto facile? No, la Reggiana, superato lo spavento, inalbera d'improvviso sincronia di scatti e Marchegiani vola ad alzare oltre traversa le velleità di Scienza, che Padovano ha appena imbeccato. Qua, pur assente Gascoigne, affiorano via via certe deplorevoli pause del gruppo Zoff, che scatenano Accardi. Così, Ekstroem, schizzato via sul filo del fuorigioco, smarrisce, scivolando goffamente, l'attimo propizio. Tocca a Fuser, d'intesa con Doll, allentare la stretta, articolare l'arrovesciamento, anche se il destinatario Casiraghi, che potrebbe stoppare il ben di Dio, incorna debolmente. Sale insopportabile il ritmo reggiano: ora il pressing funziona; Di Matteo, Winter e Di Mauro perdono quota; Luzardi sbaglia gli anticipi e Ekstroem, saltato Cravero, non può che puntare solitario verso Marchegiani: ribattuta, Morello, dall'altra parte non incide, ostacolato da Favalli. Poi, lo svedese di casa si diverte ancora tra le amnesie della difesa biancazzurra. Ripresa. La Lazio miliardaria sparisce (mentre restano attivi i suoi tifosi un pullman dei quali, prima della partita, si è fermato per prendere a sassate la festa dell' Unità e a botte un vigile, facendola poi franca), propone gli atteggiamenti speculativi di una piccola squadra e cambiano le sequenze, ora i biancoazzurri si lasciano dominare, salvati sempre dal saltimbanco Marchegiani, decisivo su una volée e di Sgarbossa, schizzato dietro un suggerimento di Morello. Un Marchegiani insuperabile. Un prosieguo in frenesia, ma, per fortuna laziale, contraddistinto da una produzione emiliana senza tiri precisi. Ora i dipendenti di Cragnotti si contentano di difendere un altro 0-0, risvegliandosi nel finale, quando il redivivo Favalli in picchiata contropiedistica valorizza il saltatore Casiraghi. Smash traversa e i soliti rimorsi. La grande Lazio è di là da venire.
Fonte: Corriere della Sera