Domenica 5 gennaio 1941 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Milano 0-0
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5 gennaio 1941 - 628 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1940/41 - XIII giornata
LAZIO: Giubilo, Romagnoli (II), Monza (II), Gualtieri, Ramella, Ferri, Zironi (I), Piola, Lombardini, Flamini, Vettraino. All. Molnar.
MILAN: Micheloni, Boniforti (II), Berra, Antonini, Remondini, Toppan, Boffi, Todeschini, Arcari (IV), Buscaglia P., Menti (I).
Arbitro: sig. Scarpi di Dolo.
Note: tempo minacciante pioggia. Terreno melmoso. Calci d'angolo 7 a 2 per la Lazio.
Spettatori: 6.000.
Gli inglesi, dopo l'arrivo della 6ª Divisione australiana, entrano in Libia e attaccano la località di Bardia, ai confini con l'Egitto. Le difese della piazzaforte italiana sono sfondate quasi subito grazie all'impiego dei carri armati, risultanti più efficienti di quelli italiani.
“La tradizione dei pareggi romani dei rosso-neri contro gli azzurri si arricchisce di un’altra divisione di punti: la settima!”. Così termina Il Littoriale la cronaca della partita. Ma è stato molto più di questo: è stata una di quelle partite che danno una svolta ad un’intera stagione. Nel caso della Lazio, in negativo. Reduci da due vittorie consecutive, infatti, i capitolini potevano benissimo centrare la terza, visto che hanno attaccato per quasi tutta la partita. Monologo biancoceleste che si è concretizzato in undici occasioni da gol, sette angoli (contro due del Milano), due traverse (di Zironi e Piola in 4’, Il Messaggero ne riporta una terza di Vettraino nella ripresa, il cui colpo di testa è però finito all’esterno della rete) ma zero reti.
E poco importa che anche La Stampa faccia i complimenti alla Lazio, che Il Messaggero ed Il Littoriale critichino l’arbitro per essere stato molto permissivo con gli ospiti, che Vettraino ha giocato nella ripresa solo per onor di firma, visto un infortunio muscolare patito. Non aver vinto questa partita ha impedito alla Lazio di salire ancora di più in classifica, dando così maggiore tranquillità alla squadra nelle partite seguenti. Invece, parte da qui un campionato che per la Lazio sarà tutto in salita, con un finale thrilling.
E dire che la partita era iniziata nel migliore dei modi con un’azione laziale che, iniziata da Ramella, vedeva una veloce combinazione a tutto campo tra Lombardini e Piola, con tiro da poco fuori area di quest’ultimo che sfiora la traversa. Sembrava il prologo di un match che avrebbe visto la Lazio predominare, ed invece, vuoi per sfortuna vuoi per bravura dei difensori rossoneri, il gol non è arrivato.
Eugenio Danese, sul Littoriale, sintetizza così i 90’ (in realtà 92, visto il recupero concesso per l’infortunio a Vettraino): “Di solito una partita finita zero a zero lascia ugualmente scontente la squadra di casa e quella di fuori, non volendosi nessuna delle due identificare nella squadra che meritava di perdere. Questa volta, però, non vi può essere dubbio: la sola Lazio può rammaricarsi del risultato. Il Milano no: e ne ha dato prova col caprioleggiare dei suoi giocatori al trillo di chiusura emesso dall’arbitro. La Lazio ha disputato una bellissima partita eppure non è passata. Come mai? E’ presto detto: unicamente per sfortuna nella due occasioni in cui Micheloni, battutissimo, non tentò neppure la parata, e trovò nella traversa una santa protettrice; per il grande valore della difesa rosso-nera nelle altre occasioni (diconsi undici!) in cui gli attaccanti azzurri ebbero il gol a portata di piede!”
Fonti:
Il Messaggero del 6 gennaio 1941
Il Littoriale del 6 gennaio 1941
La Stampa del 6 gennaio 1941