Domenica 22 gennaio 1989 - Milano, stadio Giuseppe Meazza – Inter-Lazio 1-0

Da LazioWiki.

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22 gennaio 1989 - 2396. Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1988/89 - XIV giornata - Inizio ore

INTER: Zenga, Bergomi, Brehme, Baresi I, Ferri II, Mandorlini, Verdelli, Matteoli, Diaz (89' Rocco), Matthaus, Serena. A disp. Malgioglio, Rivolta, Paolino. All. Trapattoni.

LAZIO: Fiori, Monti (78' Muro), Beruatto, Pin, Gregucci, Marino, Dezotti (61' Rizzolo), Icardi, Di Canio, Acerbis, Sosa. A disp. Bastianelli, Di Loreto, Greco. All. Materazzi.

Arbitro: Felicani (Bologna).

Marcatori: 40' Mandorlini.

Note: ammoniti al 28' Beruatto ed all'86' Baresi. Espulso al 74' Di Canio per doppia ammonizione. In tribuna Giorgio Chinaglia e Francesco Moser.

Spettatori: paganti 15.362, incasso di 298.296.000 lire; abbonati 25.023; quota partita di 524 milioni.

Paolo Di Canio espulso lascia il terreno di gioco
Marino in difesa
Il biglietto della gara

Non vi piace l'Inter ? Trapattoni non batte ciglio e schiera due liberi vincendo ugualmente. Tira poco in porta ? Pazienza, gli scudetti si vincono anche col minimo indispensabile. Anche la prima in classifica può avere una domenica di appannamento specie se deve fare i conti con le assenze degli infortunati Bianchi e Morello e dello squalificato Berti, a questi si è aggiunto Fanna, stiratosi in fase di riscaldamento, per cui Trapattoni si è arrangiato con due liberi. In panchina aveva poche alternative. Ha dovuto inventare anche un goleador, Mandorlini, al quale il vice presidente Abbiezzi sarà felicissimo di regalare la seconda cravatta della stagione. Un patto di questa estate, un accordo scaramantico: quel gol di ieri da parte del libero vale molto di più perché permette all'Inter di allungare sulle inseguitrici, di annullare una domenica che poteva avere contraccolpi sul piano psicologico perché un eventuale pareggio interno con la Lazio sarebbe stato interpretato come un primo segnale di stanchezza.

Naturalmente si dimenticava che la squadra di Materazzi in trasferta non ha quasi mai perso: cinque pareggi su sei, aveva imposto il match nullo anche a Milan e Napoli. E possiede una covata di ragazzi interessanti: da Di Canio a Monti. Peccato che proprio Di Canio, quasi irresistibile quando avanzava con la palla al piede, si sia fatto espellere a 15' dalla fine dopo un bel tuffo in area. Avessero un Dezotti più intraprendente (chissà che la pallonata di Brehme non gli abbia confuso le idee) e in difesa qualcosa di meglio di Beruatto, gli aquilotti potrebbero spiccare il volo verso la zona Uefa invece di doversi accontentare del centroclassifica. Il gruppo, comunque, c'è e anche ieri per una quarantina di minuti ha tenuto testa ad un'Inter confusionaria, a tratti paurosa di scoprirsi troppo.

Nel giro di pochi minuti, dal 38' quando l'arbitro ha annullato il gol a Diaz per fuorigioco, al 40' quando la testata di Mandorlini ha battuto Fiori, la Lazio si è sbilanciata e ha rovinato tutto. Ha rischiato di pareggiare nel finale quando in tre minuti ha fatto soffrire l'Inter ma in porta c'era Zenga e anche l'insidioso pallone di Sosa su punizione (all'89' e 25') è stato arpionato dall'estremo difensore. Si può chiamare fortuna quella di una squadra che riesce a vincere con pochi tiri e ha il merito di avere uno dei portieri più forti ? Fate voi: per noi è organizzazione, tatticismo, adattamento o arrangiamento.

Ma si, mettiamoci anche un pizzico di fortuna, non stona mai. Matthaus stavolta ha giocato più avanzato ma ha dovuto spesso tornare indietro nel vecchio ruolo: non è stato appariscente però ha lavorato come un forzato. Ha anche cercato il gol ma forse avrebbe dovuto servire i compagni in particolare Serena che ha dovuto fare partita a sé avendo a fianco quella specie di attaccante che è Diaz. Matteoli avrebbe dovuto rifinire il gioco ma non sempre c'è riuscito: troppe, approssimazione attorno a lui, troppo affanno. Così anche il tamburino sardo s'è sentito in dovere di portare la palla con conseguenze intuibili: a volte il dribbling riesce, a volte no, col rischio di. sbilanciare i compagni. Oltre all'ineguagliabile Brehme, hanno lavorato bene anche Baresi, Ferri, lo stesso Verdelli per non dire di Mandorlini sul quale occorre rettificare le impressioni d'inizio stagione. L'Inter ha un libero che sa anche segnare: con la giusta maturità, l'ex granata si è inserito bene nel gruppo nerazzurro a costo di dovere ritornare nel vecchio ruolo di marcatore sulla fascia, alternandosi poi con Verdelli quando era necessario.

L'Inter ha dovuto aspettare 25' prima di chiamare in causa Fiori: o meglio, ci ha pensato involontariamente l'argentino Dezotti a mantenere ancora inoperoso il portiere...respingendo con una capocciata la bomba di Brehme. Matthaus, con tocco sopraffino, invece di mettere la palla in area, aveva aperto a sorpresa sulla sinistra per Brehme: gran sinistro e kappaò per Dezotti rimasto a terra per due minuti. Al 38' e al 40' i due episodi citati col gol di Mandorlini. Nella ripresa due salvataggi di Icardi (58' e 71' su Serena) quindi l'espulsione di Di Canio, la palla-gol sbagliata da Serena (84') e il gran finale della Lazio.

Fonte: La Stampa