Domenica 1 maggio 1983 - Varese, stadio Franco Ossola - Varese-Lazio 2-1
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1 maggio 1983 - 2164 - Campionato di Serie B 1982/83 - XXXII giornata
VARESE: Rampulla, G.Vincenzi, Braghin, Strappa, Misuri, Cerantola, Di Giovanni, Bongiorni, Turchetta, Salvadè (31' Mattei), Auteri (81' Maiellaro). A disp. Zunico, Cecilli, Franchitti. All. Fascetti.
LAZIO: Orsi, Podavini, Saltarelli, Vella, Miele, Perrone, Surro, Manfredonia, Giordano, D'Amico, Tavola (60' Ambu). A disp. Moscatelli, Spinozzi, Pochesci, Badiani. All. Clagluna.
Arbitro: Bergamo (Livorno).
Marcatori: 8' D'Amico, 20' Podavini (aut), 27' Auteri.
Note: violento nubifragio durante la gara. Terreno in pessime condizioni. Ammoniti Perrone, Braghin e Maiellaro.
Spettatori: paganti 2.382 per un incasso di 16.280.000 più 3.811 abbonati, quota partita 10.567.000.
Seconda sconfitta consecutiva della Lazio che ha perso a Varese con lo stesso punteggio (1-2) con il quale era stata superata otto giorni prima, in casa, dalla Pistoiese. Ma se all'Olimpico la Lazio aveva sprecato molte occasioni ed era stata punita più di quanto meritasse, a Varese invece le è andato tutto fin troppo bene, compreso un avvio di partita favorevolissimo. Erano trascorsi circa 90 secondi dal fischio iniziale che Bongiorni volava in area di rigore strattonato da Vella. Per tutti era penalty, non per l'arbitro Bergamo che anzi assegnava punizione alla Lazio. Al 7', su calcio piazzato, D'Amico portava quindi in vantaggio i romani sorprendendo con un pallone assai tagliato Rampulla.
Sull'1-0 la Lazio di qualche mese fa non avrebbe certo lasciato spazio agli avversari. Cercando di regolare i conti definitivamente, i biancazzurri si catapultavano invece in massa verso Rampulla, ma il Varese replicava con ancor maggior veemenza e, prima al 20' su punizione di Turchetta finita in rete per una deviazione di Salvadè, poi al 27', grazie a un bel diagonale dell'ala Auteri (al rientro dopo quattro mesi di inattività per infortunio), pareggiava e quindi passava in vantaggio.
Da quel momento la Lazio perdeva completamente la testa, nel campo reso sempre più impraticabile da un violento acquazzone e i limiti di Manfredonia e D'Amico (grandi palleggiatori, ma zero in agonismo), uscivano allo scoperto. Si esaltavano invece i coriacei centrocampisti varesini: Braghin, Bongiorni, il tornante Di Giovanni, il piccolo Strappa raccoglievano applausi a scena aperta. Da Giordano, con un tiro fuori di un soffio nel primo tempo (sembrava gol fatto) e una punizione sull'esterno della rete nella ripresa, le uniche note buone di questa Lazio che ora rischia di ripetere il disastroso finale di stagione del campionato scorso.
L'allenatore, Clagluna, non sembra avvertire il pericolo: «Anche con il Varese, come con la Pistoiese, la Lazio ha perso immeritatamente. Ho apprezzato i tentativi del ragazzi di rimontare una situazione a noi sfavorevole in un campo assai pesante. Le rivali per la A sono ora a due punti. Ci rimboccheremo le maniche e, se non ci saranno contraccolpi psicologici, non dovremmo avere problemi a reagire». Giordano ha preferito lasciare gli spogliatoi quasi un'ora dopo la fine della partita mormorando: «Sono troppo deluso, non parlo». Non si è capito se ce l'aveva con se stesso per aver mancato clamorosamente lo specchio della porta al 31' facendo salire così a 722 i minuti di digiuno con il gol oppure con l'arbitraggio. In realtà delle decisioni del signor Bergamo chi deve lamentarsi di più è forse il Varese.
Il trainer biancorosso Fascetti, che di subire squalifiche non ha proprio più voglia, ha preferito dire che «il rigore al primo minuto poteva anche esserci», ma ha lasciato subito cadere il discorso. Chi invece, pur salvandosi con abili giri di parole, non ha taciuto è stato il presidente varesino, l'avv. Colantuoni: «Gli arbitri internazionali ci vengono assegnati soltanto quando giochiamo con le squadre patrizie, perciò ribadisco il mio pensiero: ci vuole il sorteggio. E poi io non ho più voglia di continuare a soffrire».
Fonte: La Stampa