Domenica 19 marzo 1995 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Genoa 4-0
Turno precedente - Turno successivo
19 marzo 1995 - 2646 - Campionato di Serie A 1994/95 - XXIV giornata
LAZIO: Orsi, Negro, Bacci, Di Matteo, Bergodi, Chamot, Rambaudi (82' Bonomi), Fuser, Casiraghi, Winter (86' L.Colucci), Di Vaio. A disp.: Roma, Nesta, Venturin. All. Zeman.
GENOA: Spagnulo, Torrente (52' Miura), Caricola, Manicone (52' Francesconi), Delli Carri, Galante, Ruotolo, Bortolazzi, Onorati, Skuhravy, Van't Schip. A disp.: Spinetta, Signorini, Signorelli. All. Marchioro.
Arbitro: Ceccarini (Livorno).
Marcatori: 10' Bacci, 19' Chamot, 44' Fuser, 56' Di Vaio.
Note: ammoniti Venturin e Winter per la Lazio, Caricola per il Genoa. Esordio in serie A per Leonardo Colucci classe 1972.
Spettatori: 38.000 circa.
Ecco un' altra "partita del giovedì" nel campionato laziale, per opporre innamorate trasfigurazioni alla contestazione di pochi giorni fa: valanga zemaniana, Genoa subito piallato, senza rimpiangere nemmeno un attimo mezza squadra assente (Marchegiani, Favalli, Cravero, Boksic, Signori), come quando il copione valorizza qualsiasi sostituto, sublimandone addirittura i gesti atletici. Può testimoniarlo ad esempio Bacci, terzino utilizzato quasi mai, che scardina quel lento 5 3 2 tracciato da Marchioro, con l'accelerazione associata all'intuito d'una mezza punta occasionale di piede morbido. Anticipa Van't Schip, prosegue sul binario spalancato, mentre Bortolazzi prima e Delli Carri dopo lasciano fare, anzi ripiegano nell'interno campo, verso chi secondo loro dovrebbe sviluppare l'idea. Sensazione sballata, ma desta soprattutto stupore l'impudenza successiva, quando l'infiltrato usa Di Vaio quale sponda esatta, nonostante Torrente, per trapassare Spagnulo. Questo patatrac, annunciato dal palo lampo a porta vuota che Di Vaio timbra, azzera troppo presto le possibilitò d'assimilare Orsi dentro una vicenda vera. Nel gruppo genoano corrono poco e male gli esterni Manicone, Ruotolo, Galante; né Onorati, finto supporto dei lontani Van't Schip Skuhravy, scala dietro per alleviare Bortolazzi sempre saltato. Straripa così la Lazio champagne delle solite goleade, salvo lasciare appena lo sfizio di due tiri sballati ai due attaccanti oppositori incapsulati fra Bergodi e Chamot. Che adesso prevale rapinoso su Skuhravy per trasformare in galoppata devastante una proposta boomerang di Manicone: venti metri bruciati via, l'appoggio obliquo ad innescare Rambaudi oltre Galante, la palla del raddoppio puntualmente ritrovata al culmine dello sprint verso il secondo palo. Pippo Marchioro assiste impietrito. La rappresentazione a senso unico, straripante snodi Rambaudi Fuser, andrebbe sospesa con la formula pugilistica della manifesta inferiorità, anche se protesterebbero i cinquemila paganti dell'ultim'ora. Gente che stima Zeman comunque; che s'è abituata all'altalena del troppo o troppo poco; abbuffate e digiuni; caviale e aria fritta. Resta ancora tanta Lazio, che inalbera Fuser fino al delirio podistico, fra birilli scavalcati lungo trenta metri, collaboratore Winter. Spagnulo oppone mani rassegnate, Fuser ringrazia. Beh, la Lazio di stagione appare proprio condannata ad affascinare e deludere, senza quiete giornate di routine. E qua non rallenta. Scende dunque Di Matteo a preparare la quaterna: avvista Rambaudi e gli permette la palombella che smarca Di Vaio, baby bomber con minima percentuale d'errore sulle occasioni facili. Il portiere s'inchina. E' il cinquantacinquesimo gol biancoazzurro in campionato (43 all'Olimpico), aspettando una distribuzione più mirata delle prodezze per centrare i traguardi desiderati. Accadrà ? Nell'attesa, l'organizzazione genoana spostata un po' avanti raccatta le briciole: usciti gli impresentabili Torrente e Manicone, arrivano Francesconi e il giapponese Miura. Francesconi attiva Ruotolo, di conseguenza Onorati e, evitato Bacci, il tiro defilato sbecca la traversa. Insomma il Genoa, a scoppio ritardato, cerca l'onorevole segnatura, che non arriva. Invece si materializza il secondo esonero stagionale. Marchioro, dopo aver stabilito un record (due panchine di serie A in una stagione), ne batte un altro (due licenziamenti). Oggi il suo posto verrà preso da Claudio Maselli, che, nella stagione 1992-93, subentrò a Gigi Maifredi e che, nello scorso campionato, fu esonerato per far posto a Scoglio. La panchina del Genoa (vedi il luogo) è un porto di mare. Dal 1992 è saltata sei volte ospitando cinque allenatori (Giorgi, Maifredi, Maselli, Scoglio, Marchioro), di cui uno (Maselli) due volte. Oggi hanno perso tutte le rivali del Genoa, sempre matematicamente salvo, ma la ragione della cacciata di Marchioro va ricercata nel carattere del presidente Aldo Spinelli che, come nel caso di Scoglio, non sopportava più l'allenatore. Cercava un pretesto per licenziarlo, già da due domeniche. Ma il Genoa le ha vinte entrambe. Ieri Spinelli, finalmente, ha avuto la rivincita.
Fonte: Corriere della Sera