Domenica 16 maggio 1982 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Bari 0-1
Turno precedente - Turno successivo
16 maggio 1982 - 2123 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie B 1981/82 - XXXIV giornata
LAZIO: Moscatelli, Spinozzi, Chiarenza, Mastropasqua, Pochesci, Sanguin, Vagheggi, Badiani (62' Montesi), D'Amico, De Nadai, Surro. A disp. Marigo, Pighin, Ferretti, Viola. All. Clagluna.
BARI: Fantini, Frappampina, Armenise, Loseto (67' Ronzani), Caricola, De Trizio, Bagnato, Acerbis, Iorio, Majo, Bresciani (79' L.De Rosa). A disp. Caffaro, Punziano, Del Zotti. All. Catuzzi.
Arbitro: Sig. Barbaresco (Cormons).
Marcatori: 80' Iorio (rig).
Note: pomeriggio di sole, terreno ottimo. Angoli 10-8 per la Lazio. Nella Lazio è rientrato dopo un anno e mezzo il portiere Moscatelli.
Spettatori: 30 mila circa (circa 10.000 baresi con bandiere e striscioni).
Con la vittoria ottenuta per una rete a zero contro la Lazio all'Olimpico, il Bari si è portato ad un solo punto dal terzetto di testa della classifica, riproponendo una seria candidatura alla volata finale per la promozione in serie A. L'episodio, vivacemente contestato dai laziali, che ha dato una svolta positiva alla partita dei baresi, si è registrato al 74' quando l'arbitro Barbaresco ha concesso un calcio di rigore agli ospiti per un fallo di mani in area commesso da Sanguin. La palla, colpita da Bagnato, dopo una confusa mischia, veniva schiaffeggiata, forse involontariamente, dal difensore biancoceleste. Il direttore di gara indicava senza esitazioni il dischetto mentre dalla curva Nord si scatenava la violenta reazione dei tifosi laziali. Volavano sassi, bastoni, razzi, in un clima di pericolosa eccitazione. Iorio, incaricato del tiro, dominando l'emozione, faceva partire un fortissimo rasoterra angolato che il portiere Moscatelli sfiorava, ma non riusciva a fermarne la corsa in gol. Grande esultanza dei 5 mila tifosi baresi, giunti a Roma con il loro carico di entusiasmo, mentre i sostenitori avversari sfogavano la loro rabbia che tuttavia finiva per esaurirsi senza che accadessero fatti gravi. La vicenda lasciava però una traccia di amarezza nell'animo del presidente Matarrese: «Ci sono rimasto male per i fischi rivolti contro di me e contro il Bari. La squadra ha espresso per tutto il campionato un gioco divertente e pulito. Credo che meriti la simpatia degli sportivi. Il fallo da rigore è stato abbastanza chiaro. Devo dire che la mia carica di presidente della Lega non ha influito sul cammino del Bari. Basterebbe ricordare altri episodi non certo a noi favorevoli».
Sanguin ha ammesso sportivamente di aver colpito la palla con la mano non riuscendo, però, a calmare il vicepresidente Galli, il quale ha accusato duramente Barbaresco: «La partita è stata decisa dal 23° uomo in campo». Probabilmente gli animi surriscaldati dei biancocelesti traevano la loro origine nella sorte avversa che ha incontrato la Lazio. Su questo punto avevano ragione di lamentarsi, ma soltanto per due clamorosi pali colpiti al 5' da D'Amico e al 63' da Chiarenza. Infatti, sul piano strettamente del gioco, le due squadre si sono complessivamente equivalse. Frappampina, Armenise, Maio, Iorio, ma soprattutto Acerbis, hanno saputo infondere alla formazione pugliese una fisionomia fresca e piacevole a conferma della legittima posizione in classifica. Sul fronte laziale, hanno giocato bene Spinozzi, Chiarenza, Sanguin e Vagheggi. La partita è stata abbastanza divertente, molti i gol sfiorati dalle due parti con ottimi interventi dei portieri, che hanno contribuito a mantenere in bilico il risultato fino all'episodio del calcio di rigore. Lazio sfortunata, ma il Bari non ha rubato nulla.
Fonte: La Stampa