Domenica 15 dicembre 1991 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 1-1
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15 dicembre 1991 - 2507 - Campionato di Serie A 1991/92 - XIV giornata
LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Bacci, Doll, Riedle (58' Stroppa), Sclosa, Sosa. A disp.: Orsi, Vertova, Melchiori, Neri. All. Zoff.
MILAN: Rossi, Tassotti, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Evani, Ancelotti (64' Donadoni), Van Basten, Gullit, Massaro. A disp.: Antonioli, Galli, Fuser, Cornacchini. All. Capello.
Arbitro: Sig. Ceccarini (Livorno).
Marcatori: 51' Riedle, 54' Van Basten.
Note: ammoniti al 45' Gregucci, 90' Sosa.
Spettatori: paganti 31.074 per un incasso di 1.168.605.000, più 20.556 abbonati per una quota gara di 533.524.000.
Abbiamo capito, osservando ieri la Lazio pareggiare per 1-1 contro il Milan, qual è il peccato capitale per cui Zoff non è troppo amato dai tifosi e soprattutto dalla critica romana: è troppo vecchio. Infatti se avesse una decina di anni in meno, quanti ne aveva nelle ultime stagioni da giocatore, potrebbe almeno rimpiazzarsi tra i pali e mettere la Lazio al riparo dalle nefandezze di Fiori, come quella che ha determinato la rete del pareggio di Van Basten tre minuti dopo il gol di Riedle. Sul cross di Gullit da destra, il portierino laziale è uscito così in ritardo che Massaro ha potuto toccare di testa e spedire verso l'Olandesone per la capocciata decisiva. Così il Milan ha portato via un punto con uno dei due soli tiri che hanno trovato lo specchio della porta. E la Lazio ha dovuto rinviare l'appuntamento con la vittoria in casa, che manca da sette mesi, cioè dal successo sulla Fiorentina. La maledizione dell'Olimpico, che affanna i biancazzurri, si spiega insomma con il fattore umano di una difesa tremebonda ad ogni pallone che sorvola l'area e con un portiere giovane e già dedito alle opere di bene. Il Milan ha sfruttato l'errore con il cinismo spietato delle grandi squadre, quando non le assiste l'ispirazione. Ha giocato da prima della classe: infastidita in avvio dagli scattini agili delle punte laziali, poi sempre padrona del gioco, quindi ancora sorpresa dall'acrobazia di Riedle e infine glaciale nell'imporre il pareggio con cui si avvantaggia di un altro punto sulla Juve e tiene a distanza il Napoli.
Impressiona, pure in giornate come questa, la convinzione milanista di poter sempre e comunque ottenere quanto si è prefissata. Senza fretta o frenesia. Con la rabbia dosata solo quando serve. Neppure questa volta si può dire che i rossoneri abbiano rubato qualcosa, perché qualcosa hanno fatto per meritare il pari. E se sono andati in gol grazie a Fiori è pur vero che un'incertezza di Rossi sul colpo di testa bellissimo di Riedle (salito mezzo metro sopra la testa di Baresi) li aveva mandati in svantaggio.
E se c'è il dubbio per un gol negato a Sosa dopo 14 minuti per un fuorigioco, Ceccarini ha pure sorvolato su tre spintoni ricevuti da Maldini, Massaro e Van Basten in area sull'1-1: almeno in un caso, sull'olandese, ci è parso che il rigore fosse netto. Del resto Ceccarini è l'arbitro dell'ultimo derby di Torino. Chi lo ricorda in quell'occasione, non può stupirsi di cosa ha visto oggi. La carenza del Milan, oltre al portiere, giacché Rossi sta ad una grande squadra come un violinista di paese alla Filarmonica di Berlino, è paradossalmente in attacco. Si è visto all'Olimpico che i rossoneri mordono poco nella difesa avversaria e anche nel finale, quando Gullit ha trovato qualche accelerazione, le conclusioni pericolose sono venute con tiri da fuori area.
Van Basten ha giocato pochi palloni, Massaro gli è stato di appoggio, ma se Evani e Maldini e Tassotti non arrivano mai al cross dal fondo le punte rossonere si afflosciano come un cappello sotto la pioggia. Forse, se sta bene, sarebbe il caso di rispolverare Donadoni, visto soltanto negli ultimi minuti all'Olimpico. La Lazio invece è partita con brio e finché c'è stato Riedle ha puntato pericolosamente sul gioco di rimessa, che, uscito il tedesco, non ha più trovato: Sosa, lasciato solo, si è perso nella ragnatela rossonera, e Doll ha avuto vampate fenomenali che si sono poi raggomitolate in una matassa di idee non svolte. E anche per gli aquilotti di Zoff diventa essenziale la spinta di Sergio, autore di un bel duello con Gullit. Le azione più limpide sono nate dalla sua percussione sulla sinistra. Ma rimane, la Lazio, squadra di troppe ombre per puntare ai traguardi che chiede la sua gente.
Immaginare una Lazio più divertente, spettacolare, gioiosa di quella vista contro il Milan è di pura accademia. Non può sentirsi tranquillo chi attacca guardandosi alle spalle.
In sintesi gli episodi principali. 9'. La Lazio rischia l'autogol su appoggio di Gregucci a Fiori. 14'. Azione Sosa-Riedle-Sosa, l'uruguayano segna ma l'arbitro annulla per fuorigioco. 21'. Gran tiro di Gullit che Fiori non trattiene. 35'. Doll crossa da sinistra per Sosa che tocca verso Riedle anticipato di un soffio da Rossi. 45'. Maldini riesce a contrastare Riedle a pochi passi dalla porta su cross di Sergio sfiorato da Soldà. 51'. L'azione del gol laziale: Sergio da sinistra crossa evitando l'intervento di Gullit. Riedle resta in sospensione più di Baresi e schiaccia di testa in porta: 1-0. 52'. Ancora la Lazio con azione di Doll per Sosa che calcia fuori. 52'. Azione travolgente di Gullit su Sclosa e Soldà. Il tiro finisce fuori. 54'. Pareggio del Milan. Cross di Gullit dalla destra, Fiori sbaglia l'uscita su Massaro che di testa prolunga per Van Basten in stacco su Gregucci. L'olandese realizza a porta vuota. 60'. Tiro di Stroppa, devia Rossi. 79'. Maldini, trattenuto, devia in tuffo di testa ma la palla finisce fuori. 80'. Tira Evani, fuori di poco. 83'. Tiro dalla distanza di Albertini che sibila alla destra del palo con Fiori fermo.
Stavolta la colpa dell'ennesimo recupero subito in casa se la potrebbe prendere il presidente Calleri. Una mise violacea nient'affatto bene augurante, e al gol di Riedle ha risposto subito Van Basten. In sala stampa, oltre ai colori sgargianti, un gran sigaro acceso per festeggiare il Natale anticipato degli addetti ai lavori. «Auguri a tutti - dice Calleri, con la faccia da bravo ragazzo mentre estrae dalle tasche un piccolo albero di Natale -. Anche stavolta un regalo. Una strenna anticipata al Milan. Oggi, però, hanno pesato le incertezze dell'arbitro. Io ne ho contate una trentina...Comunque, senza regalo, avremmo vinto l'unica partita nella quale non meritavamo di vincere. Oggi davanti al Milan capolista ci siamo accontentati di giocare alla pari. Il pareggio è risultato giusto. Sono soddisfatto - continua il presidente (si fa prossimo il cambio di consegne con Cragnotti) - con amarezza, però. Siamo stati più bravi noi a far gol. Ma il rimpianto è più contenuto. Anche rispetto all'1-1 con la Juve, ad esempio». Sugli spalti c'erano cinquantamila persone: poche. Il presidente coglie l'occasione per parlare di obiettivi e per concedersi all'arte di moda di questi tempi, i consuntivi. «L'affluenza è solo un problema di risultati. Raggiungiamo l'Uefa, vedrete poi che anche i laziali con le passioni più sbiadite torneranno all'Olimpico. Un '91 buono, comunque, pieno di bel gioco. Con i tifosi che si sono sempre divertiti. Rimpianti per i punti persi male. Potevamo essere lassù, col Napoli. Pazienza». L'ultima goccia di inchiostro e di riflettori dell'anno suggerisce a Zoff la prima polemica nei confronti di un direttore di gara: «Era il giorno meno adatto per sfatare il tabù dell'Olimpico. Ma ho qualche dubbio sul gol del Milan. Van Basten poteva essere in fuorigioco. No, non è stato un errore di Fiori». Saluta, mentre a due passi lo stesso portiere si prende le colpe: «Un mio errore. Ho calcolato male la traiettoria del cross di Gullit. Forse dopo il colpo di Massaro c'era il fuorigioco. Considerazioni inutili se avessi preso il pallone. Che anno è stato? Positivo, ma oggi ho qualcosa dentro che mi impedisce di festeggiare». Mentre Zoff si allontana, qualcuno chiede ancora al tecnico un'opinione sulla «sosta selvaggia» chiesta per la sua Nazionale a Sacchi: «Una settimana per gli incontri ufficiali va bene, non altrettanto per le amichevoli». Ancora un salto altissimo, ancora una rete per Riedle. L'ottava in tredici gare, contro le nove dell'intero campionato scorso. «Ho avuto fortuna, il pallone è rimbalzato su una lastra di ghiaccio. Rossi non poteva prenderlo. Dell'ottavo gol mi interessa poco. Sarebbe stato più importante vincere». L'errore decisivo di Fiori ha tolto pressione dalla difesa biancazzurra, Bergodi involontariamente lo sottolinea: «Là dietro, contro il miglior attacco della A, abbiamo dimostrato di non essere dei brocchi. Cremona è stata riscattata. L'unico rammarico, è non aver avuto il tempo di assaporare il gusto del vantaggio contro il Milan. Sarà per il '92».
Nell'incredibile ressa che puntualmente si crea nello spogliatoio dell'Olimpico, dove i protagonisti delle partite vengono assediati negli angoli dei corridoi da giornalisti e telecamere, fanno spicco gli umori milanisti, soddisfatti per il punto conquistato nel giorno in cui la diretta rivale è stata battuta dalla Samp: «Noi guardiamo esclusivamente in casa nostra - afferma Capello cercando di nascondere la piccola bugia - soltanto negli spogliatoi abbiamo saputo il risultato dei bianconeri. Preferisco parlare del Milan di oggi che mi è molto piaciuto. Dopo aver subito il gol di Riedle, i miei hanno reagito splendidamente fornendo una grande dimostrazione di gioco. Purtroppo siamo stati penalizzati dal terreno ghiacciato sotto la curva Sud. Nel primo tempo è toccato a noi proporre il gioco d'attacco in quella zona del campo e non ci è stato possibile dare una concreta pericolosità alla manovra. Colpa pure del ghiaccio se abbiamo incassato la rete del vantaggio laziale. Rossi è rimasto inchiodato al suolo e non ha potuto tentare di intervenire, senza togliere il merito a Riedle, bravo e fortunato. Nella ripresa abbiamo avuto anche la possibilità di vincere la partita. Non ci siamo affatto accontentati. Lo ha dimostrato Van Basten con la sua reazione rabbiosa quando è stato trattenuto in piena area». La Lazio vi ha impegnati a fondo. «Ha disputato la gara che ci aspettavamo - replica il tecnico rossonero -, è una squadra che quando prende il pallone e parte in velocità diventa difficile riuscire a fermarla. Nel secondo tempo ha giocato nella parte ghiacciata e anche lei ha avuto qualche problema». Tassotti, popolarissimo ex laziale, ritiene giusto il risultato di parità: «La squadra di Zoff forse soffre un po' in difesa, però è assai pericolosa in attacco. Il Milan ha stentato nel primo tempo per l'impossibilità di costruire gioco nella zona coperta dal ghiaccio. Ma nella ripresa ci siamo ampiamente riscattati». Negli spogliatoi vi sarete sicuramente scambiati le vostre opinioni. Cosa hanno detto Maldini e Van Basten, che avevano protestato con l'arbitro? Pur rimanendo fedele allo stile Milan, Tassotti rivela che effettivamente i compagni erano piuttosto contrariati per aver subito plateali falli in area non rilevati dall'arbitro. Ma le polemiche affiorano appena di fronte allo scampato pericolo che rende tutti contenti. Vi aspettavate le battute d'arresto di Juventus e Napoli? «Erano impegnate contro avversarie difficili - risponde il difensore milanista - anche noi avremmo potuto perdere. Inutile nascondersi dietro la diplomazia, questi risultati ci fanno comodo». Albertini parla di un finale strepitoso del Milan, andato vicinissimo al successo pieno, pur riconoscendo i meriti degli avversari. I rossoneri sono tutti sulla stessa lunghezza d'onda. Bravi i giocatori di Zoff, ma sulla base del gioco e delle occasioni nasce spontaneo un pizzico di rammarico che si tenta a fatica di mascherare.