Domenica 11 febbraio 1996 - Udine, stadio Friuli - Udinese-Lazio 1-1

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11 febbraio 1996 - 2686 - Campionato di Serie A 1995/96 - XXI giornata

UDINESE: Gregori, Helveg, Calori, Bia, Bertotto, Ametrano (80' Matrecano), Rossitto, Desideri (89' Shalimov), Stroppa, Bierhoff, Poggi (90' Mauro). A disp.: Testaferrata, Montalbano. All. Zaccheroni.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli (46' Gottardi), Di Matteo, Bergodi, Chamot, Fuser, Winter, Casiraghi, Boksic, Signori (77' Rambaudi). A disp.: F.Mancini, Marcolin, Piovanelli. All. Zeman.

Arbitro: Treossi (Forlì).

Marcatori: 10' Negro (aut), 96' Fuser.

Note: ammoniti Rossitto, Di Matteo, Bergodi, Negro, Ametrano. Calci d'angolo: 5-10.

Spettatori: 11.000.

Dal Guerin Sportivo: foto delle partita
Dal Guerin Sportivo: foto delle partita
L'autorete di Negro
La novità della segnalazione del recupero da parte del "quarto uomo"

Non sono trascorsi dieci minuti quando il terzino Negro, nell'intento di anticipare a centro area Stroppa, provoca il più classico degli autogol: ma non sono stati sufficienti, ancora una volta, ai bianconeri i tempi regolamentari per tirare un sospiro di sollievo. Nel recupero la squadra di Zaccheroni (ieri sostituito in panchina, per squalifica, da Agresti) incassa l'ennesimo gol assassino e vede sfumare punti decisivi. La partita potrebbe essere tutta qui, nella maledizione dello sfortunato Negro, e nelle maledizioni che il presidente Pozzo manda all'indirizzo del signor Treossi. Il resto è Udinese nel primo tempo e Lazio nella ripresa. Non è il caso che i deboli di cuore seguano l'Udinese. Ancora una volta il minuto decisivo è l'ultimo, e forse in questo caso si oltrepassa il limite del tempo massimo: dopo la beffa di domenica scorsa a Cremona giunge il colpo gobbo della Lazio. Il pareggio di Fuser, una prodezza balistica da trenta metri, arriva proprio come il tiro proiettile di Florjancic, sette giorni fa. L'Udinese chiude così la partita a testa bassa, giocatori e tecnico chiudono le bocche e decretano il silenzio stampa. L'urlo di gioia, allora, è tutto di Fuser: "Gol così, dal limite, sono un po' la mia specialità. Come ho colpito la palla ho capito subito che sarebbe finita in rete. Un gol importante, perché ci permette di interrompere la serie negativa di cinque trasferte senza punti; un pareggio tonificante, perché ci dà un po' di serenità in vista del derby con la Roma". Mai dire mai. Soprattutto quando di mezzo c'è la Lazio: autolesionista, commovente, pazza, irriducibile, ma soprattutto mai doma. Forse l'Udinese non aveva messo in conto questo particolare. I bianconeri hanno avuto 94 minuti per assaporare la vittoria, una manciata di secondi per vedere svanito tanto impegno. La Lazio, specie nel primo tempo, ci mette anche del suo per favorire l'avversario: Zeman rispolvera per l'occasione il tridente, ma Signori è sacrificato sulla fascia destra, più mediano che punta. Una Lazio, insomma, così così, più ispirata dai solisti che dalla prassi del collettivo. Una Lazio che stona nel primo tempo e poi si aggrappa ai rombi del motore di Winter, inesauribile. Vero che il gol ancora di salvezza esplode dai piedi di Fuser, ma il pareggio colto dalla Lazio si lega al fiorire del tulipano olandese, ai suoi impetuosi arrembaggi, che hanno trascinato la squadra alla rimonta. Sfiorisce, invece, il sogno dell'Udinese, che assiste incredula all'ennesima beffa: corrono ormai sei minuti di recupero, l'arbitro inverte una rimessa dal limite, la Lazio accelera le manovre e la palla arriva sui piedi esplosivi di Fuser. Era destino, per questa Udinese: il veleno è nella coda, un finale al vetriolo come le taglienti accuse del patron Pozzo. "Capisco le recriminazioni dei friulani - cerca di parare le polemiche Marchegiani -, ma i minuti di recupero mi sembrano giustificati dalle tante interruzioni, soprattutto dal tempo che è occorso per soccorrere il mio collega Gregori. Pareggio, in definitiva, giusto, anche se noi non possiamo sentirci soddisfatti per un punto preso. Consoliamoci pensando che finalmente torniamo a casa con un risultato utile, ma la Lazio deve aspirare a ben di più". Inconsolabile l'Udinese, i tre punti erano troppo preziosi per perderli in extremis.

Fonte: Corriere della Sera