Domenica 10 febbraio 1991 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Lecce 2-0
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10 febbraio 1991 - 2475 - Campionato di Serie A 1990/91 - XX giornata
LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, F.Marchegiani, Gregucci, Soldà, Madonna, Troglio, Riedle (63' Saurini), Sclosa, Sosa. A disp.: Orsi, Lampugnani, Vertova, A.Bertoni. All. Zoff.
LECCE: Zunico, Garzya, Carannante, Mazinho, Amodio, G.Ferri, Alejnikov (46' Moriero), Conte, Pasculli, Benedetti, Morello. A disp.: Gatta, Virdis, Panero, Ingrosso. All. Boniek.
Arbitro: Sig. Dal Forno (Ivrea).
Marcatori: 35' Morello (aut), 63' Gregucci.
Note: espulso al 64' G.Ferri per doppia ammonizione. Alcune fonti assegnano la prima rete a Soldà in quanto la deviazione di Morello è risultata lievissima. Osservato un minuto di raccoglimento e Lazio con il lutto al braccio per la scomparsa del vicepresidente Giorgio Calleri.
Spettatori: circa 23.000.
Troppo debole e rinunciatario si è rivelato il Lecce, per poter ostacolare la sicura marcia della Lazio, lanciata verso la zona Uefa. Nonostante il centrocampo rinnovato per le assenze di Pin, Domini e Bacci, la formazione di Zoff ha fornito una eccellente dimostrazione di compattezza e di vitalità assicurandosi in tutta tranquillità la vittoria per 2-0. L'argentino Troglio, schierato per la prima volta in campionato fin dal primo minuto, Marchegiani, Soldà e Sclosa del secondo tempo, hanno costituito il centro motore che ha fatto girare tutta la squadra, a tratti ammirevole per qualità di gioco. All'appuntamento sono in parte mancati Riedle, Sosa e Madonna e forse questo spiega perché i gol non sono stati più numerosi. D'altra parte non era neppure facile superare il munitissimo baluardo difensivo, sul quale Boniek aveva riposto la speranza di uscire senza danni dall'Olimpico. Schierata con l'unica punta Pasculli, la squadra pugliese si affidava a una tattica di contenimento accompagnata da una notevole carica agonistica, a volte un po' troppo esasperata, encomiabile sul piano dell'impegno, ma che non è riuscita a cancellare il divario emerso fra le due squadre. Tuttavia il Lecce del secondo tempo, con l'avanzamento di Benedetti e con la vivacità del nuovo entrato Moriero al posto di Aleinikov, è apparso più disinvolto nel tentativo di impostare qualche apprezzabile manovra. Questo dimostrava chiaramente che se i leccesi avessero disputato per intero una gara più spregiudicata, probabilmente avrebbero lasciato ugualmente i due punti, ma almeno non sarebbero stati mortificati da una esibizione mediocre. Inoltre avrebbero concesso qualche chances in più al ben disposto Mazinho, un giocatore che sa trattare bene la palla, abile nel cercare il dialogo, ma nell'occasione apparso come un predicatore nel deserto. Suo è stato il colpo di testa al 32' su cross di Carannante, che mandava di poco la palla a lato risultando nei 90 minuti l'azione più pericolosa del Lecce. Però la Lazio, in precedenza aveva ripetutamente sfiorato il bersaglio con Sosa e Riedle.
Prese le misure all'avversaria chiusa a riccio nella propria area, la squadra di casa partiva subito all'attacco, sorretta dai suggerimenti di uno splendido Troglio, lasciato colpevolmente troppo libero dai pugliesi. In assenza della scarsa precisione nella mira dei suoi cannonieri, la Lazio trovava negli uomini di centro campo la chiave per demolire il bunker avversario. Al 34', in seguito ad un fallo commesso da Ferri ai danni di Riedle, veniva concessa la punizione che Troglio appoggiava verso Soldà. Secco tiro rasoterra che si infilava a fil di palo della porta leccese. E' sembrato che la traiettoria fosse stata leggermente deviata, forse da Morello, ma quasi certamente Zunico non sarebbe riuscito lo stesso a frenare il bolide del laziale. Trascorrevano appena due minuti e la Lazio metteva definitivamente al sicuro il risultato: ancora su calcio di punizione battuto da Sclosa, si lanciava rapidamente in area Gregucci. Schiacciata di testa, la palla dopo aver battuto in terra rimbalzava sotto la traversa della rete leccese. Nella ripresa i padroni di casa si limitavano a controllare i velleitari tentativi dei giallorossi, soprattutto con Sclosa cresciuto alla distanza. Usciva Riedle per infortunio, entrava Saurini che, a conferma della giornata storta degli attaccanti laziali, falliva il facilissimo pallone del terzo gol.
Fonte: La Stampa