De Giovanni Camillo
Pallanuotista e nuotatore. Nato a Roma l'8 settembre 1916 e deceduto il 30 agosto 2006. Inizia a nuotare a sedici anni applicandosi inizialmente alla rana. Entra tra gli allievi della Lazio e nel 1934 è tra i velocisti della squadra; intanto inizia a praticare la pallanuoto. Si applica all'epoca anche nella pallacanestro militando nel G.R.F. Campitelli e per un brevissimo periodo anche con la Lazio. In piscina ottiene buoni riscontri nel dorso, ma è il waterpolo a calamitare la passione più grande. Nel 1937, durante il Campionato di Divisione B che si concluderà con il trionfale ingresso nella massima serie, Il Littoriale così lo descrive: "De Giovanni, terzino sinistro, ha 20 anni, cinque in meno di Caucia, ma una sicurezza e un impegno nel gioco che lo fanno ritenere una sicura promessa per la squadra romana. Gode la stima dei dirigenti e dei compagni che ammirano in lui la passione per la pallanuoto e la correttezza di compagno di squadra. Per la sua taglia non imponente preferisce giuocare sul pallone che sull'uomo. E' stato nuotatore in tutti i tre stili. Gioca dal '34 e accomuna alla tecnica un'impeccabile leggerezza e chiarezza di gioco". Nel 1938 viene convocato in Nazionale e debutta in maggio in una tournée in Tunisia; in Campionato la neopromossa Lazio è magnifica terza. Nel 1943 combatte sul fronte greco; fatto prigioniero viene deportato in Germania. A guerra finita ritorna a Roma e riprende a frequentare la piscina dello Stadio Nazionale. Nel settembre 1945 fa parte della squadra che con un pareggio per 3-3 nell'ultima partita con la Rari Nantes Napoli si assicura lo scudetto. Un reclamo, però, dei partenopei, a causa di un errore tecnico dell'arbitro Bravin, porta alla sospensione dell'assegnazione del titolo. Dopo molti mesi la Federazione opta in maniera assurda per la cancellazione del Campionato. Il 1946 è la sua ultima stagione come atleta e la contemporanea crisi della sezione fa sì che ricopra anche l'incarico di consigliere. L'anno successivo il neo presidente Marcello Regona gli affida la conduzione della squadra, un incarico che lo vedrà impegnato per una dozzina di anni. Nel 1953, con il permesso della società, allena contemporaneamente in serie B la squadra del Ministero degli Esteri che con la sua guida conquista la promozione alla massima serie. Dopo molti tentativi falliti, anche per un soffio, la Lazio Pallanuoto si laurea finalmente Campione d'Italia nel 1956. Sul finire del decennio a seguito di qualche litigio con la Società passa alla A.S. Roma, ma l'esperienza dura poco per il crollo che coinvolge la Polisportiva giallorossa. Allena in seguito la squadra del C.U.S. Roma, i giovani dei Centri C.O.N.I., il gruppo dei "Nuotatori romani" e l'A.S. Nadir. E' allenatore per il nuoto per gli azzurri del Pentathlon, per rappresentative militari e per i portatori di handicap. Nel 1989 riceve la Stella di bronzo del C.O.N.I. per le innumerevoli benemerenze al servizio dello sport. Persona affabile nella vita e seria nel lavoro, paziente istruttore di valenti nuotatori quanto di semplici praticanti, scopritore di talenti come ad esempio Pucci, viene ricordato come grande laziale e come uno dei più importanti protagonisti della storia della pallanuoto italiana.