Campionato sospeso per la morte di Giovanni Paolo II
Sabato 2 aprile 2005, alle ore 21:37, viene a mancare il Santo Padre Giovanni Paolo II.
Profonda commozione suscita la notizia della morte dell'amato Pontefice. La Federazione, d'accordo con le autorità, comunica il rinvio di ogni gara di Campionato di qualsiasi serie in segno di lutto e rispetto per l'evento e anche per facilitare l'operato delle forze dell'ordine impegnate nelle zone limitrofe al Vaticano dove stazionano migliaia di fedeli accorsi a rendere l'ultimo saluto al Papa polacco. Tutto il Campionato, pertanto, slitta di una giornata.
Scrive: La Stampa
Alla stazione di Grosseto, La Spezia e Pisa. Ai caselli d'uscita in direzione Firenze così come ai pedaggi autostradali di Bologna: i tifosi innestano la retromarcia o salgono sui treni che li riportano a casa. Lo sport itahano si ferma «perché tutto il mondo guarda a piazza San Pietro e non ce la siamo sentiti - spiega il presidente del Coni, Gianni Petrucci - di dare il via alle partite sapendo, poi, che al primo gol abbracci ed entusiasmo avrebbero avuto il loro sfogo». È l'ora di pranzo quando le agenzie di stampa annunciano la decisione del Foro Italico e dai calendari delle varie federazioni sportive spariscono gli appuntamenti del fine settimana.
Niente Fiorentina-Juventus, stop a Milan-Brescia, Bologna-Inter e Lazio-Livorno, sfide che avrebbero dovuto aggiornare la volata scudetto o la zona a rischio del campionato fra le 18 e le 22 e 30 di ieri. Cancellata dal veloce giro di consultazioni telefoniche fra Petrucci e cinque presidenti federali (Carraro in testa) esce anche la giornata di oggi, il resto del programma della serie A, ma non solo. Lo sport itahano che si ferma per rendere omaggio «al Papa amico degli sportivi» annulla avvenimenti come il campionato di basket e pallavolo, l'atto finale per l'assegnazione dello scudetto dell'hockey sul ghiaccio (Milano-Cortina) e della Coppa Italia di rugby.
Lo sport che si ferma chiude palazzetti e piscine, strade e circuiti con unica eccezione per discipline come l'hockey prato e a rotelle e il karaté che per difetto di comunicazione (questa la loro giustificazione) hanno portato a termine il loro programma di gare. «La nostra - continua Petrucci - è una decisione che abbiamo condiviso con tutti e il calcio è stato straordinario aderendo in modo entusiastico. Una presa di posizione chiara e netta per dimostrare che il mondo dello sport non insegue sempre il commercio, il successo e ['applauso facile». A inseguire primi posti o piazzamenti, in queste ore, saranno soltanto gli sportivi itahani impegnati in prò per il mondo dove, dalla Formua 1 al Giro delle Fiandre di ciclismo, il programma non subirà varia- zioni. «Noi - precisa il presidente del Coni - abbiamo la possibilità di intervenire nel nostro Paese e, poi, ognuno ha una propria coscienza. Il criterio del buon senso ci ha spinto ad annullare le gare, altrove non possiamo fare niente». Alle stazioni sono gli agenti della polfer a informare i tifosi che il pallone si è fermato. E, sono sempre i rappresentanti delle forse dell'ordine a spiegare agli juventini in marcia verso Firenze o agli interisti diretti allo stadio di Bologna che lo sport italiano per 48 ore non scenderà in campo. «Il nostro - ha ribadito Petrucci - è stato un gesto di umiltà con il quale abbiamo voluto dimostrare l'affetto per un uomo che ha cambiato la storia del mondo. Abbiamo fatto una cosa normale, non c'è stato nulla di straordinario. Il Papa ci ha dato tanti insegnamenti e con questo atto lo abbiamo seguito. Io ho avuto la fortuna di stargli accanto per quattro ore allo stadio Olimpico quando per il Giubileo degh sportivi il Santo Padre per la prima volta assistette ad una partita dal vivo».