Domenica 7 maggio 1978 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Bologna 0-1
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7 maggio 1978 - 1969 - Campionato di Serie A 1977/78 - XXX giornata
LAZIO: Garella, Ghedin, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Apuzzo, Agostinelli, Giordano, Lopez, Badiani. A disp.: Cari, Pighin, Boccolini. All. Lovati.
BOLOGNA: Mancini, Roversi, Massimelli, Bellugi, Garuti, Maselli, Chiodi, Paris, De Ponti (63' Mastalli), Nanni, Colomba. A disp.: Zinetti, Valmassoi. All. Pesaola.
Arbitro: sig. Gussoni (Tradate).
Marcatori: 58' Nanni.
Note: giornata a tratti nuvolosa con vento. Terreno in buone condizioni. Ammoniti: Cordova, Massimelli, Lopez. Angoli 6-6. In tribuna il CT della nazionale Enzo Bearzot. Esordio in serie A per Ernesto Apuzzo classe 1956.
Spettatori: 50.000 circa.
Vince il Bologna con un gol di Nanni, e si salva dalla retrocessione. E un risultato im portante per gli emiliani, che giocando con maggior determinazione strappano i due punti ad una Lazio deconcentrata, stanca e senza slancio. I tifosi biancazzurri, protestano, scandiscono il grido: «Venduti! Venduti!», alla fine succedono incidenti per protesta. Non possiamo confermare le critiche e le proteste dei tifosi. Non abbiamo prove. Però dobbiamo ammettere che la Lazio gioca lo peggior partita della stagione. Si parla di deconcentrazione derivante dalla raggiunta tranquillità. E' una tesi, ma non vorremmo che fosse una tesi di comodo. Nella formazione di Lovati manca Garlaschelli e c'è Apuzzo, nella squadra di Pesaola figurano uomini d'attacco come il terzino fluidificante Massimelli, Chiodi a Paris, che sono due punte vere, Nanni mezz'ala di spinta e Colomba, abile nell'impostare e nel suggerire azioni e manovre offensive.
La classifica, e specialmente la «differenza reti » impongono al Bologna di vincere, e Pesaola prepara la squadra per la vittoria. I bolognesi iniziano subito. Forse con un po' di paura, certamente con volontà e determinazione, doti chi mancano invece ai laziali. Il Bologna attacca. De Ponti e Chiodi stanno a ridosso dell'area laziale. ma non sono mai soli. Avanzano a tratti anche Colomba, Paris e specialmente Nanni. E' una manovra suggerita dalla necessità. Non raggiunge subito lo scopo per la fermezza dei difensori avversari. Wilson combatte (forse anche con eccessiva acredine), Ghedin non dà tregua a Chiodi, Manfredonia segue De Ponti e trova il tempo di avanzare per suggerire gioco. Il Bologna non può sbilanciarsi troppo. Se fosse trafitto in contropiede sarebbe la fine, la posizione dei giocatori di Pesaola è prudente, ma nello stesso tempo aggressiva, guarda al sodo non al bello.
Passano i minuti e aumentano le occasioni per gli ospiti. I laziali stanno a guardare, come se il risultato a loro non interessasse. Cordova cerca qualche appoggio, ma non ha aiuto. Lopez vaga come nelle giornate storte, Agostinelli è fragile. Giordano non azzecca uno stop, non azzarda un solo tiro. Badiani e Martini non trovano la posizione giusta, impastoiati da tanti avversari sempre pronti negli interventi. Il Bologna ha paura, ma non lo dimostra. Poco dopo la mezz'ora Chiodi ha la palla buona per il gol. Riceve da un rimpallo, ed è solo davanti a Garella, fallisce il tiro buttando fuori da cinque metri.
La ripresa è più vivace ed al 52' succede un fatto sconcertante. Lopez serve Agostinelli che a pochi metri dal portiere viene atterrato da Massimelli. E' rigore nettissimo. I bolognesi guardano Gussoni, che la cenno di continuare. Gussoni non è nuovo a simili imprese, e confermerà la sua giornata 'strana' continuando a concedere tutto al Bologna e niente alla Lazio. Sarà casuale, ma Gussoni è lo stesso arbitro di Bologna-Foggia con tutte le polemiche che sono seguite. La partita diventa interessante. Il Bologna potrebbe segnare al 53' ma Wilson prima e Garella poi riescono a salvare. Si sveglia la Lazio per un momento: Martini centra, Apuzzo di testa impegna Mancini In una difficile parata volante. E al 58' viene II gol vincente: Maselli avanza tra molti laziali quasi fermi, devia al centro, tenta il tiro rimpallato, riprende e allunga a Nanni che arriva da sinistra. Il tiro (di piatto) dell'ex laziale è preciso: la palla entra in rete a fil di montante. C è qualche reazione, ma senza convinzione. Anzi è ancora il Bologna a sfiorare il gol al 65' con Maselli. Respinge Garella, riprende Nanni e colpisce la traversa con il portiere a terra. Una deviazione improvvisa di Apuzzo (72') fa gridare al gol, ma è una illusione.
I tifosi della Lazio non hanno perdonato alla loro squadra la sconfitta subita con il Bologna. Le grida minacciose che piovevano dagli spalti, hanno avuto un seguito clamoroso. All'uscita dallo stadio Olimpico, esattamente al viale dei Gladiatori, è accaduto un episodio che fortunatamente non ha avuto gravi conseguenze, grazie al tempestivo intervento delle forze di polizia. Mentre lo stopper della Lazio Lionello Manfredonia, seguito a pochi metri da Giordano, stava uscendo dai cancelli dello stadio, è stato prima insultato e poi aggredito da un folto gruppo. Tutto è cominciato quando alcuni scalmanati si sono messi a gridare 'venduti, venduti' stringendosi in cerchio intorno al giocatore. Manfredonia, dopo aver cercato inutilmente di dribblare la folla, ha reagito alzando i pugni su quanti lo stavano premendo più da vicino. Si è accesa una zuffa violenta. L'episodio non è però sfuggito ad una quarantina di agenti che si sono gettati sul gruppo distribuendo robuste manganellate mentre Giordano, approfittando della confusione riusciva a dileguarsi.
Parecchi tifosi sono stramazzati a terra sotto i colpi degli sfollagente. L'intervento della polizia è stato provvidenziale per consentire anche a Manfredonia di sottrarsi alla pericolosa situazione che per alcuni attimi ha assunto le tinte di un tentativo di linciaggio. Agli altri giocatori laziali, difesi dal provvidenziale cordone di polizia e carabinieri disposto Intorno alla pista dello stadio, sono stati riservati pesanti insulti. L'atmosfera, nonostante gli sforzi dei clubs per infondere un tono di festa al giorno dell'arrivederci con lanci di migliaia di palloncini biancoazzurri. era già abbastanza tesa prima della gara. Sulle gradinate e fuori dello stadio, sono stati notati grandi cartelli su alcuni dei quali era scritto: «Basta con Lenzini; Giù le mani da D'Amico».
Il gol siglato dall'ex biancoazzurro Nanni e lo sconcertante comportamento della squadra, hanno fatto saltare i nervi anche agli appassionati più tranquilli, che tuttavia hanno sfogato solo verbalmente il loro disappunto. Il fidanzato della figlia del presidente Lenzini, per evitare guai, sì è visto costretto a lasciare in anticipo la tribuna, mentre anche in altri settori si accendevano piccole zuffe. La grande paura, appena superata, e la fatica che ancora si faceva sentire nei muscoli e nelle idee, non hanno provocato le scene di entusiasmo che si aspettavano nello spogliatolo bolognese. Lo stesso Pesaola, con la solita sigaretta fra le labbra, è apparso stranamente calmo. Probabilmente finirò per cedere all'euforia — ha confessato il trainer rossoblu — quando avrò smaltito l'effetto dei tranquillanti che ho ingoiato. Il Bologna ha portato a termine una grande impresa. Sono grato ai ragazzi che si sono battuti come leoni. Poi Pesaola è tornato sul solito ritornello per giustificare il negativo campionato della squadra.
Ha parlato di episodi sfortunati ma soprattutto di rigori incassati contro nessuno concesso, che secondo lui hanno avuto un peso determinante. Tuttavia, molto furbescamente, non si è dimenticato di parlare della buona fede degli arbitri. A proposito di direttori di gara, un giornalista ha chiesto al tecnico a chi, fra Gussoni e Nanni, avrebbe preferito far erigere un monumento (la domanda è scaturita dal macroscopico fallo commesso in area da Massimelli su Agostinelli e che Gussoni ha ignorato). "A tutti e due" ha replicato con una risata Pesaola. La sua è stata una risposta davvero sincera. «La mia è stata una doppia soddisfazione — quasi gridava Nanni per farsi sentire da tutti — ho salvato il Bologna e ho segnato un gol alla Lazio». Ragazzi che paura — è intervenuto Bellugi riassumendo lo stato d'animo dei compagni — io ho giocato su tanti campi del mondo, ho giocato per lo scudetto, ma oggi ho sentito le gambe che mi tremavano, specialmente dopo il gol di Nanni. Nello spogliatolo laziale, Roberto Lovati, che ha condotto la Lazio nel porto della salvezza, ha cercato di sdrammatizzare l'atmosfera dell'insuccesso: «Non condivido gli insulti della folla anche se mi rendo conto che il pubblico avrebbe meritato di più nel giorno del congedo».
La squadra si è scaricata a Milano quando si è sentita al sicuro. Mi pare umano che oggi ci mancasse la rabbia in corpo per fare di più: Lovati ha confermato che la società gli ha offerto il posto di allenatore per il prossimo anno. Ha deciso di accettare. E' un giusto riconoscimento ad un uomo che con molta abilità creandosi intorno una simpatia generale, è riuscito a rimettere in sesto una barca che rischiava di affondar.
Fonte: La Stampa