20 gennaio 1946 - Livorno, - Pro Livorno-Lazio 1-0
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20 gennaio 1946 - Campionato della Divisione Nazionale girone Centro-Sud serie A/B 1945/46 - XIII giornata
PRO LIVORNO: Giudici, Soldani, Lovagnini, Spagnoli, Capaccioli, Bonaccorsi II, Piana, Stua, Raccis, Zidarich II, Cattaneo.
LAZIO: Gradella, Carton, Ferri, Alzani, Gualtieri, Del Pinto, Puccinelli, Brunetti, Lombardini, Manola, Tossio - All. Cargnelli.
Arbitro: sig. Pizziolo di Firenze.
Marcatori: st 26' Capaccioli.
Note: Spettatori 10.000 con mezzo milione d’incasso; al 15' Lombardini si è contuso il ginocchio per cui si è invertito di ruolo con Puccinelli.
A due minuti dalla fine la Lazio asserisce d’aver segnato, ma l’arbitro Pizziolo dice no. Gli amaranto sono riusciti a prevalere sulla Lazio con uno striminzito punto di scarto, quell’unico punto che caratterizza ormai i successi casalinghi della Pro Livorno. Comunque il risultato rispecchia fedelmente l’andamento della gara che ha visto una squadra, il Livorno, attaccare di più e l’altra, la Lazio, difendersi con accortezza e cercare di sorprendere l’avversario con azioni di contropiede. Ad avvalorare quest’asserzione sta il fatto che Giudici è stato molto meno impegnato di Gradella che, tuttavia, ha assolto bene il suo compito parando il parabile e l’imparabile. Al 12' ha bloccato con intuito e precisione una rovesciata di Raccis da pochi metri. Se le cifre sono quelle che contano, al di sopra delle cifre c’è il gioco svolto dalle due squadre e prendendo a riferimento il comportamento delle due compagini, reparto per reparto, va notato che i migliori sono stati in entrambe la mediana ed il trio difensivo: Giudici, Soldani e Lovagnini hanno rivaleggiato in bravura con Gradella, Carton e Ferri, mentre Capaccioli ha tenuto il campo bene quanto Gualtieri. È stata la rivincita del centrosostegno amaranto che ha dato modo al reparto d’attacco labronico di prevalere sulla linea avversaria senza tuttavia brillare per incisività.
L’inversione di ruolo tra Raccis e Piana ha consentito maggior organicità all’attacco e da questa è scaturito il calcio di punizione che ha portato al goal. Alla Lazio non si può imputare nulla: ha tenuto bene il campo puntando al nulla di fatto, ma una volta in svantaggio s’è scoperta e, sul finire, avrebbe raggiunto il pareggio, ma diciamo avrebbe, perché Pizziolo, che era a due passi, dopo essersi consultato con i gurdalinee, ha negato il punto.
Quanto alla cronaca: è la Lazio per prima a sorprendere i labronici con un gioco veloce, poi però gli amaranto si riprendono e vanno al tiro con Cattaneo che batte Gradella, ma Ferri salva sulla linea; sono ancora gli amaranto ad impegnare Gradella al 7' ed al 9'; quindi Lombardini, contuso, è costretto ad uscire cedendo il suo ruolo di centravanti a Puccinelli, poi rientra ma all’ala destra; fino all’intervallo gli amaranto continuano ad attaccare, peraltro ben contenuti dalla difesa laziale.
Nella ripresa il Pro Livorno mantiene le redini del gioco e Gradella è impegnato al 49' da un tiro di Stua, quindi deve deviare di pugno un tiro di Piana ed al 57' deve esibirsi in una brillante parata su tiro di Raccis; ma al 71' viene accordato un calcio di punizione: lo batte Stua, si crea un groviglio di uomini nell’area laziale e Capaccioli ne approfitta per insaccare di testa, con Gradella impossibilitato ad intervenire essendo completamente coperto. La Lazio tenta di reagire, ma è ancora il Pro Livorno a dominare. All’88' Puccinelli effettua una delle sue fughe verso il fondo e da qui smista per Lombardini, Giudice si tuffa ed affera la sfera, ma Lombardini gliela toglie e calcia in porta, il pallone schizza sotto la traversa, ribalza sulla linea bianca e poi Bonaccorsi lo allontana. Sorgono le discussioni di prammatica, l’arbitro consulta i guardalinee, poi decide che non è gol e fischia la fine della gara.