1901 (stagione)
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Bruto Seghettini, italiano di nascita ma naturalizzato francese, fu colui che portò a Roma, nel gennaio 1901, il primo pallone di calcio in dono alla Lazio. Bruto Seghettini diventerà socio della Lazio. In occasione dei Ludi Sportivi del gennaio 1901 la Lazio organizzò un torneo di calcio e, oltre alla società biancoceleste, vi parteciparono la Veloce e la Forza e Coraggio. Degli incontri non si conoscono i risultati. Probabilmente li vinse la Lazio nell'ambito dei tempi regolamentari, ma poi si giocarono ulteriori tempi "supplementari" e la Lazio, forse per fair-play, concesse la vittoria agli avversari.
La rosa della Lazio è approssimativa, ma non dovrebbe discostarsi molto dalla seguente: Balestrieri, Grassi, Pellegrini, D'Amico, Golini, Grifoni, Masini, Bitetti, Pollina, Ricci, Ancherani.
Nel corso delle Feste Sportive del 1901 svoltesi al Velodromo Salario furono disputate anche delle gare di atletica. Nella foto qui di seguito si notano due atleti della lazio al comando.
Dalla rivista "Italia Sport" del 28 gennaio 1901:
Seghettini si recò a via Valadier 21 perché aveva saputo di un torneo che stava per disputarsi al Velodromo "Roma" al Salario in occasione dei Ludi Sportivi al Secolo Nascente, manifestazione che interessava anche la Lazio per via di alcuni cimenti atletici. Poco dopo la visita di Seghettini, i laziali si recarono alla sede del Veloce Club Podistico, organizzatore del torneo di calcio, allo scopo di ottenere ulteriori informazioni e magari iscriversi. Avevano a disposizione una manciata di giorni per prendere confidenza col pallone. Il torneo, per loro fortuna, subì un rimando di un paio di settimane. Si giocò infine la domenica pomeriggio del 27 gennaio. Tre le squadre iscritte: il VCP (Veloce Club Podistico - nda), la SPL (Società Podistica Lazio - nda) e la SS Forza e Coraggio. La competizione venne però funestata da un incidente occorso durante la prima partita: Alessandro Marchetti, capitano del Veloce Club, colpì Ulderico Tatta, della Forza e Coraggio, con un calcio in un occhio, che rimase talmente mal ridotto da venire asportato una volta giunto il poveretto all'ospedale. La Forza e Coraggio si ritirò dal torneo, lasciando spazio alle rivali. Scesero così in campo la Società Podistica Lazio ed il Veloce Club Podistico.
Coloro che ritengono che il football fosse già sviluppato in molte parti d'Italia in forma completa e asseriscono che esso fosse stato già praticato a Roma agli albori del '900, sembrerebbero smentiti da questo articolo de "Il Corriere dello Sport - La bicicletta" dell'ottobre 1901, da cui si desume che persino nella moderna e progredita Milano, allora motore dello sport italiano, il calcio veniva praticato in forma molto selettiva ed embrionale. Riteniamo che quelle partite svoltesi a Roma negli ultimissimi anni dell' '800 e nel primo biennio del '900, fossero più esercizi ginnici in cui il pallone era solo un attrezzo di accompagnamento della performance che partite di football come si intendono oggi. Si ponga, a tal proposito, l'attenzione sulle parole scritte nella seconda colonna in cui si afferma che prima della fondazione del Milan , dicembre 1899, (Il Calcio veniva giocato) con un metodo che lo falsava e lo rendeva un esercizio acrobatico e accademico, togliendogli il lato più simpatico: l'energia.
Ciò avvalora quanto LazioWiki sostiene da molto tempo: le fantomatiche partite giocate a Roma a stretto cavallo del secolo non erano altro che esibizioni ginniche prive di, appunto,...energia.
Inoltre riteniamo che anche la famosa partita Lazio-Virtu 3-0 del 15 maggio 1904, considerata il primo vero match di Calcio giocato dalla Lazio, avesse comunque ancora alcuni aspetti ginnici come la durata dei tempi, quattro della durata di venti minuti ciascuno, che corrispondeva a quella delle scansioni tra le diverse prove nelle gare di ginnastica ed il fatto che l'incontro fosse arbitrato da un giudice proveniente dal mondo ginnico, il maestro Quagliotti.
Questa che segue è probabilmente la prima foto della Lazio. Risale al 16 maggio 1901 ed è stata scattata davanti alla Tomba di Cecilia Metella sulla Via Appia Antica. Il dottor Marco Impiglia, storico dello sport, l'ha scoperta e ha voluto donarla a LazioWiki, accompagnandola con un suo scritto che molto volentieri pubblichiamo. A lui i nostri ringraziamenti.
La Lazio, nell'anno 1901, si dedicò al suo sport d'elezione: Il Podismo. Il 4 giugno 1901 due atleti laziali si iscrissero al Concorso Nazionale di Ginnastica che fu disputato a Firenze, alla presenza del re e della famiglia reale. Era l'avvenimento più importante dello sport italiano. Nella gara di corsa si impose Angelo Golini della S.P. Lazio e in quella di marcia Romano Zangrilli, neanche a dirlo, della stessa società. Due atleti, due vittorie. Si ricorda che queste gare erano a livello nazionale e i podisti laziali, partiti senza denaro, passarono la notte sulla panchina di un giardino cittadino.
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Marco Impiglia
Come disse lo scrittore Kurt Vonnegut, "la storia è solo una lista di sorprese. Può solo predisporci ad essere sorpresi un'altra volta". E questa volta la sorpresa è grossa: dal fondo della Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma ecco consegnarsi, minuta ma preziosa, al cuore della Patria Lazio quella che deve considerarsi la più antica fotografia della "Podistica". La data in cui venne scattata è certa: 16 maggio 1901. Vale a dire tre anni prima della famosa foto della sezione calcio presa in occasione del derby con la Virtus nel 1904, pubblicata nel 1969 da Mario Pennacchia nel suo fondamentale volume Storia della Lazio. Uno degli aspetti interessanti è che, nella foto suddetta, non compare il fondatore Luigi Bigiarelli, in quanto già partito per la Francia ad inseguire il suo sogno di podista professionista. Invece, in questa foto del 1901 Bigiarelli è presente, giacché partecipò, assieme ad una cinquantina tra soci e aggregati, alla Passeggiata Archeologica di quel giovedì festivo, giorno dell'Ascensione del Signore.
Appena due settimane dopo, Bigiarelli si aggiudicò una marcia di 50 km ai Castelli Romani precedendo i consoci Romano Zangrilli e Alete Dal Canto. La gita di circa una dozzina di chilometri, la terza dell'anno a carattere culturale, si svolse, secondo quanto riporta la cronaca coeva de Il Messaggero, sul percorso: Foro Traiano, Appia Antica, Valle dell'Almone, Caffarella, Appia Nuova e Porta San Giovanni. Incluse la visita alle chiese di San Sebastiano e San Urbano e a quella del Quo Vadis, dove il giornalista Nino Ilari recitò alcuni suoi sonetti romaneschi. Seguì una colazione al sacco consumata nel boschetto antistante l'Appia Pignatelli. Alberi che fungevano da guardia alla fonte e alle spelonche della ninfa Egeria. Quelle stesse rovine fiabescamente disegnate in una stampa settecentesca del Piranesi e citate dal Goethe. Presso la Tomba di Cecilia Metella uno dei gitanti, Pietro Mammalucchi, tirò fuori il treppiedi e vi installò la sua macchina fotografica. Produsse, così, la prima immagine su lastra della storia della S.S. Lazio. Pubblicata sul "Bollettino degli Sports" della rivista politica e letteraria Roma, essa è giunta fino a noi. Tre mesi dopo lo scatto di quella foto, il sodalizio sportivo dei Prati di Castello si riunì per eleggere il comitato direttivo e ritoccare lo statuto sociale.
Nel corso di un'assemblea tenutasi alla presenza di trenta soci, Giuseppe Pedercini divenne il primo presidente della "sezione nuoto". Come si evidenzia dai diplomi d'epoca disegnati da Duilio Cambellotti, una "sezione calcio" ancora non esisteva. L'altra sezione era la podistica, organizzatrice per l'appunto delle passeggiate archeologiche. Codesta immaginetta minuta, praticamente un francobollo "posta celere", la scopersi per caso mentre facevo alcune ricerche sulle origini della Rari Nantes Roma. Sodalizio scomparso ormai da tempo e più antico della stessa SPL, risalendo al 1891. Potete immaginare la mia sorpresa allorché, sfogliando le delicate e ingiallite pagine della vecchia rivista letteraria, trovai la cronaca molto sintetica sulla gita dei biancocelesti, ritratti tutti in abiti civili presenti diverse esponenti del gentil sesso. E fra queste ultime, con buona probabilità, anche le signore e signorine che ricamarono il primo vessillo sociale. Poiché il mio ottimo amico, professor Paolo Ogliotti, lui romanista della più bell'acqua ma comunque egregio direttore della rivista Lancillotto e Nausica, proprio in quei giorni mi stava per pubblicare un breve saggio sulla S.S. Lazio in quanto società centenaria iscritta all'Unasci, diedi volentieri il placet allo "scoop".
Che passò completamente inosservato, considerata la non grande popolarità del periodico in questione, una delle più gloriose riviste di storia e cultura dello sport pubblicate in Europa. Ma, tant'è, fu in parte colpa mia: non mi preoccupai di proporre ad alcun giornale la cosa; ero veramente in tutt'altre faccende affaccendato. Su invito dell'amico Antonio Buccioni, passai, però, l'immagine in formato elettronico a un gruppo di persone che stavano raccogliendo materiali per libri fotografici sulla Lazio. Ora me la vedo rispuntare dentro vari volumi e articoli, a vario titolo e sempre senza alcun riferimento alla mia modesta personcina. Va beh, in fondo quel che conta è che la foto sia stata riconsegnata alla koiné. A voi tutti – amici di LazioWiki – delego l'arduo compito di scovare l'originale, chissà in quale baule dimenticato, magari insieme ad altre lastre e foto sviluppate di quella familiare escursione di 116 anni fa. Sarebbe vieppiù importante, perché consentirebbe di identificare i pionieri effigiati.
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