18 settembre 1949 - Roma, - Lazio-Juventus 1-3
Domenica 18 Settembre 1949
Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1949/50 - 2ª giornata - Lazio-Juventus 1-3
LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Remondini, Furiassi, Sentimenti (III), Montanari, Puccinelli, Penzo (I), Hofling, Flamini, Nyers (II)
JUVENTUS: Viola, Bertuccelli, Manente, Mari, Parola, Piccinini, Muccinelli, Martino, Boniperti, Hansen, Praest
Arbitro: sig. Galeati di Bologna
Marcatori: pt 41' Martino, st 11' Nyers II, 16' J.Hansen, 31' Praest
Note: spettatori oltre 33.000. Giornata di sole, terreno soffice. calci d’angolo 10-2 in favore della Lazio.
Da "La Gazzetta dello Sport" del 19 settembre 1949:
La tecnica ha battuto lo spirito. Il contrasto di due scuole, quella juventina, basata sullo stile e sulla capacità scaturita dalla classe, e quella laziale, creata dalla nobile emulazione di atleti di gran cuore, ci ha offerto una competizione superba che ha avvinto i trentamila e più spettatori e convinto i competenti e gli esigenti. Il punteggio non chiarisce, con il suo netto distacco, il vero andamento della partita. La Juventus ha vinto meritatamente, senza discussione, eppure i suoi tre gol, indubbiamente di classe, vennero segnati in contropiede e tutti e tre viziati da pecche iniziali. Sulla prima il sudamericano Martino mandava nella porta avversaria un pallone tagliato da una posizione impossibile quando tutti i giocatori della Lazio s’erano fermati, conviti che Martino fosse in fuori gioco, e Sentimenti (IV) usciva dalla porta, nel tentativo disperato di evitare il goal, con un attimo di ritardo. Ma lo era al momento del lancio di Muccinelli ? Effettivamente tutti i giocatori della Lazio si fermavano chiedendo questo, ma s’è detto che i giocatori devono fermarsi solo al fischio dell’arbitro, anche se qualche dubbio rimane perché l’azione non era del tutto convincente, quindi essi avevano torto. Il secondo gol pure segnato magistralmente da Hansen, dopo un bellissimo passaggio in profondità di Piccinini, veniva a sorpresa dopo un entusiasmante periodo della Lazio, per noi era viziato da fuori gioco, giacché Hansen raccolse il pallone esattamente sulla linea di Remondini e di Antonazzi. Ma l’azione è stata talmente fulminea che probabilmente sfuggì all'arbitro. Ricordiamo tuttavia che, peraltro, Galeati ha diretto benissimo, salvo nel cogliere i fuori gioco, che quando un giocatore si trova in linea con gli avversari, avendo davanti soltanto il portiere è in fuori gioco. Quindi anche il secondo, nonostante fosse bellissimo per noi era irregolare. Il terzo, quello di Praest, era facilmente parabile perché era debole, ma sfuggì dalle braccia di Sentimenti (IV), immaginiamo il dramma per l’ex portiere juventino. Nonostante si sia trattato di tre gol poco convincenti la Juventus ha meritato il successo, ma questo non è stato così netto come lascerebbe intendere il risultato e la Lazio avrebbe meritato una sorte più favorevole anche perché il suo gioco non è stato soltanto fuoco e sentimenti. Anzi c’è stato un momento in cui ammirammo non solo l’ardore agonistico negli atleti biancazzurri, ma anche la classe del palleggio. S’è notato piuttosto disordine e squilibrio fra le parti arretrate della squadra ed il suo attacco. In prima linea le necessitano due interni capaci di dare al sistema l’accordo del quadrilatero e quel gioco in profondità in grado di scavalcare le più forti difese. Pertanto Parola e compagni hanno avuto la meglio e sono riusciti a neutralizzare i continui attacchi avversari. Il 10-2 dei calci d’angolo in favore dei biancazzurri indica la generosa insistenza con cui i laziali hanno tentato di passare, ma non sono riusciti a spuntarla per il valore di Parola e dei suoi collaboratori, ma anche per il troppo affanno nelle loro azioni, ora troppo strette, ora troppo serrate e per l’indecisione e l’imprecisione dei componenti della prima linea laziale. Particolarmente Penzo sfoggiò diversi tiri ed apparve confusionario ed incapace di sfruttare i suoi magnifici mezzi. È strano che quest’atleta così potente e poderoso, a tratti abbia un timore reverenziale per i rivali. Hofling è più coraggioso dello scorso anno; l’ala destra Puccinelli che sembra il più piccolo, in realtà è il più insidioso, ma ha il vizio di tener troppo il pallone. tutto il reparto arretrato merita un vivo elogio: che bel giocatore Montanari! Non ha un gran stile, ma un’insistenza nell'azione di grande rendimento, bene pure Sentimenti (III) e che dire di Remondini ? Un centro sostegno sistemista infaticabile che a momenti ha addirittura convinto per lo slancio generoso dei suoi interventi! Quattro o cinque anni fa, quando, pur garbatamente, a Milano lo misero alla porta considerandolo finito, invece ancora oggi è tra i migliori. La Juventus quest’anno ha veramente una grande squadra? I tifosi ne sono convinti, eppure molti ancora se lo domandano, noi ne conveniamo, ma la partita di oggi, dove la Juventus ne è uscita vittoriosa con un punteggio netto ed in campo avverso, ci induce alla cautela. Nella combinazione fra i suoi giocatori avanzati c’è ancora qualche lentezza anche se i componenti del quintetto avanzato sono tutti giocatori di classe autentica da cui scaturiscono bagliori di garbo, di stile. Un arbitro attento potrebbe arrestare gli atleti juventini più volte per fuori gioco, visto che la loro azione si svolge quasi sempre in profondità in virtù di una bellissima impostazione dello schieramento a sistema. Ma è tutt'altro che demerito tentare e ritentare, perché il fuori gioco è spesso questione di sfumature. Viola è un portiere di grande disinvoltura, coraggioso, dal colpo d’occhio sicuro; Bertuccelli una sicurezza; Manente un po’ meno, deve ancora dare riprova del suo indubbio valore; il trio di sostegno è perfetto: i laterali Mari e Piccinini soni infaticabili ed al centro Parola sta tornando il grande Parola. Con uno schieramento simile alle spalle, gli abilissimi uomini dell’attacco, tutti superbi palleggiatori, rappresentano un pericolo costante per gli avversari ad ogni discesa: Boniperti mantiene le sue migliori promesse; a Praest i terzini dovranno fare molta attenzione perché avranno un lavoro durissimo per riuscire a sorvegliarlo; Martino deve un po’ sveltirsi, ma che tocco di palla! Il primo gol, a parte la pecca iniziale è stato un capolavoro. Quanto alla cronaca, tutta la partita meriterebbe di essere raccontata perché non ha quasi mai avuto attimi di sosta, è stata un continuo susseguirsi di attacchi e contrattacchi soprattutto da parte della Lazio, ma la controffensiva della Juventus è stata più incisiva e pericolosa. La giornata è stata una delle più belle del settembre romano, ammirevole il foltissimo pubblico, con un entusiasmo fremente, ma disciplinato e ben contenuto; bella anche la partita, brutto soltanto lo stadio, ormai antiquato che andrebbe quanto prima rifatto, Roma necessita di un impianto degno dell’entusiasmo del suo pubblico, ma Onesti ci ha assicurato che a breve sarà fatto. La Juventus ha attaccato subito con grande autorità; Remondini entrò deciso con la sua bella spavalderia dando l’impressione di un giocatore d’azzardo. Pensavamo che la Juventus fosse in procinto di cogliere il primo alloro tanto che l’arbitro iniziò le sue sviste sui fuori gioco e non vide un'irregolare posizione di Martino, lanciato magistralmente da Hansen. La Lazio sopportò a fatica i primi assalti, ma poi Remondini diede il là alla riscossa ed i laziali lanciati al contrattacco riuscirono a sconcertare persino Parola. Però i biancazzurri, pur nello slancio, non riuscirono a conservare la freddezza di manovra che dà il successo, quindi persero due o tre occasioni favorevoli e Viola fece il resto dando dei saggi delle sue capacità. Pure Nyers (II) non colse l’occasione buona. I trentamila e più già si agitavano per l’insperato inizio laziale e passavano dall'ebbrezza al batticuore quando al 23’ Hansen mandò alto un pallone che pareva già in rete. Quindi un ulteriore brivido quando, in seguito ad una discesa bianconera, Martino aveva un’occasione propizia, ma Sentimenti(IV) uscendo con decisione deviava il pallone in corner. Replicavano i biancazzurri con un’azione Penzo-Hofling, quindi Puccinelli con una finta era in procinto di segnare, ma Viola all'ultimo istante deviava in angolo. I biancazzurri collezionavano corner infruttuosi, ma quando il gol della Lazio era nell'aria, ecco la doccia fredda: al 41’ andava in gol Martino nel modo descritto in precedenza. Inoltre prima che Galeati fischiasse l’intervallo accordava un calcio di punizione dal limite per la Lazio, per batterlo accorreva lo specialista Remondini, ma il tiro era forte e schizzava in corner. All'inizio del secondo tempo la Lazio sembrava disarmata e la Juventus gli faceva passare cinque minuti penosi. Qualcuno ricordava lo 0-4 dello scorso anno, invece ecco un improvviso colpo di scena che rianima lo stadio: Puccinelli allungava per Penzo, che passava ad Hofling, questi smistava prontamente a Flamini il quale, vedendo Nyers (II) completamente libero sulla sinistra, gli porgeva il prezioso pallone, Viola tentava l’uscita, ma Nyers lo precedeva ed entrava trionfante nella porta incustodita. Pareggio! Era il 56' e per lo stadio passò una folata di gioia, ma durava appena cinque minuti perché il danese Hansen, con un ulteriore fuorigioco, ristabiliva le distanze. Poi al 73’ con un fuori gioco ancora più evidente stava per siglare la terza rete, ma ne era impedito da una tempestiva uscita di Sentimenti (IV). Due minuti più tardi un errore di Remondini metteva ancora Praest di fronte al portiere e questa volta Sentimenti (IV) non aveva scampo. La Lazio, tutt'altro che dominata, tentava poi nuovi attacchi, ma Parola aveva sempre la meglio e Penzo sbagliava e pure Boniperti commetteva un madornale errore a porta vuota. Il pubblico accettava sportivamente la sconfitta, la gente diceva: «Bella partita, una Juventus con i fiocchi, una Lazio che si è difesa con onore», quindi la folla capisce che la sua passione non deve essere licenza, ma comprensione del giusto e del bello. Siamo sulla buona strada!