Mercoledì 26 agosto 1981 - Roma, stadio Flaminio - Lazio-Reggiana 1-1 (0-2 per delibera del G.S.)

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26 agosto 1981 - Coppa Italia 1981/82 - 1° turno eliminatorio - Girone 7 - gara 2 – Lazio-Reggiana (0-2 a tavolino).

Incontro terminato 1-1, ma annullato per delibera del Giudice Sportivo e assegnato il 2-0 a tavolino per la Reggiana

LAZIO: Marigo, Chiarenza, De Nadai, Mastropasqua, Pochesci, Sanguin, Vagheggi, Bigon, D'Amico (46' Marronaro), Viola (79' Ferretti), Speggiorin. A disp. Moscatelli, Pighin, Badiani. All. Castagner.

REGGIANA: Eberini, Volpi (46' Sola), Corradini, Pallavicini, Bencini, Erba, Trevisanello I, Galasso, Zandoli, Matteoli, A.Carnevale (69' Bruzzone). A disp. Lovari, Catterina, Bosco, Sola. All. Fogli.

Arbitro: Sig. Pirandola (Lecce).

Marcatori: 42' Zandoli, 56' De Nadai.

Note: espulso Speggiorin al 37' pt per aver colpito Pallavicini a palla lontana. Ammoniti Trevisanello e Pochesci. Il giocatore Volpi, colpito alla testa da un oggetto contundente è stato costretto a uscire nell'intervallo. Per queste intemperanze dei tifosi la Lazio ha pagato con lo 0-2 a tavolino.

Spettatori: 19.915 paganti.

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Messa sotto in campo dalla Reggiana, irriconoscibile rispetto al buon esordio contro il Bologna, la Lazio paga a caro prezzo la follia di qualche suo tifoso con la sconfitta a tavolino decretata dal Giudice Sportivo dopo un 1-1 platonico, visto che tutti sapevano che la partita non aveva più alcun valore dopo che Volpi era stato colpito alla testa da un oggetto, probabilmente un sasso, scagliato dalla curva. "Evidentemente non si può giocare al Flaminio" ha tuonato Sbardella a fine gara, rimpiangendo l'Olimpico, con gli spalti ben lontani dal rettangolo di gioco. Le intemperanze sono scattate dopo l'annullamento di un gol di Vagheggi apparso comunque in posizione di fuorigioco palese. Era già stato espulso Speggiorin per aver colpito a gioco fermo il suo controllore Pallavicini mentre D'Amico si accingeva a battere una punizione: il centravanti, subito multato dalla società, ha protestato platealmente con il guardalinee e ha sostenuto negli spogliatoi che i colpi con l'avversario erano stati reciproci. In realtà tutti i calciatori biancocelesti hanno risentito di una serata-no che li ha innervositi: il rientrante D'Amico, in posizione centrale, ha finito per pestare i piedi a Bigon, togliendogli l'iniziativa, la difesa ha sofferto le pene dell'inferno, specie Chiarenza sullo scatenato Carnevale e Pochesci ha rischiato a sua volta di essere espulso per un'entrata omicida su Zandoli. Marigo, l'unico dei suoi a salvarsi, ha parato il parabile finché Zandoli non lo ha trafitto deviando con la tempia imparabilmente un cross di Galasso a fine primo tempo, il giusto premio al predominio territoriale degli ospiti. Nella ripresa, come detto disputata solo per onor di firma, De Nadai ha acciuffato il pareggio su invito del nuovo entrato Marronaro.