Domenica 7 febbraio 1937 – Roma, stadio del P.N.F. – Lazio-Bologna 0-0

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7 febbraio 1937 - 502 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1936/37 - XIX giornata

LAZIO: Blason, Zacconi, Monza (II), Baldo, Viani (I), Milano, Busani, Riccardi, Piola, Camolese, D'Odorico. All. Viola.

BOLOGNA: Ceresoli, Fiorini, Gasperi, Montesanto, Andreolo, Corsi, Maini, Sansone, Busoni, Fedullo, Reguzzoni.

Arbitro: sig. Barlassina di Novara.

Note: campo soffice, tempo bello. Angoli 6-3 per il Bologna. Nella tribuna d'onore hanno assistito alla gara S. E. Galeazzo Ciano, Edda Ciano, Vittorio e Orsola Mussolini, Bruno Mussolini, e uno stuolo di autorità.

Spettatori oltre 25.000. Incasso £. 200.000.

Roma, 8 mattino. Neppure ieri il Bologna è venuto meno alla fama che giustamente gode di solidissima unità di difesa. Di fronte ad una Lazio tutta protesa all'arrembaggio, i felsinei hanno attuato con successo la tattica preferita, la stessa tattica che essi hanno adottato con esito felice in precedenti occasioni contro squadre che posseggono linee d'attacco che non lasciano dubbi sulla loro efficienza. Due stili, due diverse concezioni di giuoco: immediatamente è scoccata la scintilla del combattimento che, dal primo minuto non ha avuto che l'ultimo minuto, pause insignificanti: il tempo per gli atleti di riprendere fiato e di lanciarsi nella lotta con rinnovato vigore. Gli azzurri hanno, dunque, dato il «là» alla partita; i rossoblù - classico schieramento con le mezze ali arretrate — hanno di buon grado ceduto agli avversari l'onore dell'iniziativa. Non vi staremo a raccontare quante volte le raffiche laziali si sono infrante contro il granitico schieramento rossoblù e quante volte un argine ha ceduto alla pressione della travolgente avanzata, che doveva, però, essere contenuta più in là.

Gli interventi provvidenziali, ma non fortunati, di Fiorini, di Andreolo, di Corsi e di Ceresoli sono stati numerosi. In più d'una occasione la classe inconfondibile dei bolognesi ha rifulso di vivissima luce. Si è rivisto il vecchio glorioso Bologna d'un tempo, duro a morire, gagliardo, volitivo, barriera di petti che non si arrende; il Bologna dei tempi d'oro che ha mutato volto all'attacco, dove il vuoto lasciato dall'indimenticabile Schiavio resta ancora da colmare.

E' appunto in questo reparto che sono emerse evidenti come non mai le manchevolezze della compagine di Ceresoli. Le unità, che adottano per sistema lo schieramento a W dovrebbero possedere, nelle azioni di contrattacco, nei subitanei rovesciamenti di fronte, l'arma più insidiosa. Quest'arma è stata maneggiata con scarso successo dai bolognesi: Busoni, anche prima che si facesse male, non ha saputo sfruttare le numerose occasioni che gli sono state fornite da Fedullo e da Sansone, i quali l'hanno rifornito da lontano in maniera esemplare.

Anche Maini e Reguzzoni non hanno saputo fare grandi cose. Da segnalare che la difesa degli azzurri non è paragonabile davvero a quella bolognese. Dal canto suo la Lazio ha profuso nella lotta accanita le sue migliori energie. Tutto il settore offensivo ha lavorato d'impegno e con eccellente intesa, intessendo con la mediana, vigile e presente a se stessa, azioni piacevoli e veloci. Piola, guardato a vista da Andreolo, ha lanciato i compagni come meglio non si poteva pretendere. In qualche occasione ha anche cercato da solo di giungere fino a Ceresoli; questi tentativi personali hanno richiamato intorno al vercellese una selva di gambe e non è riuscito nel suo intento: o, meglio, vi sarebbe riuscito al 61° se il palo trasversa non si fosse incaricato di respingere il suo tiro di testa. L'incontro ha entusiasmato ma anche deluso una folla di circa ventimila persone, che ha fatto salire l'incasso alla cifra di 200.000 lire. Sono stati tirati 6 calci d'angolo contro la Lazio e 3 contro il Bologna.

Fonte: La Stampa





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