Domenica 30 marzo 1980 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Catanzaro 2-0

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30 marzo 1980 - 2036 - Campionato di Serie A 1979/80 - XXV giornata

LAZIO: Budoni, Tassotti, Citterio, Perrone, Pighin, Zucchini, Garlaschelli, Manzoni, D'Amico, Cenci (70' Ferretti), Viola. A disp. Avagliano, Todesco. All. Lovati (in panchina Morrone).

CATANZARO: Trapani, Sabadini, Ranieri, Menichini, Groppi, Zanini, Borelli (63' Chimenti (II)), Orazi, Bresciani, Nicolini, Palanca. A disp. Mattolini, Mauro. All. Mazzone.

Arbitro: D'Elia (Salerno).

Marcatori: 72' D'Amico, 82' Groppi (aut).

Note: giornata serena, terreno in buone condizioni. Ammonito Groppi. Calci d'angolo: 7-3 per la Lazio. In panchina al posto dello squalificato Lovati era presente Morrone. Esordio in serie A per Riccardo Budoni classe 1959.

Spettatori: 40.000 circa con 21.624 paganti e 13.114 abbonati per un incasso di £. 65.508.000.

Il biglietto della gara
L'ingresso in campo delle formazioni
Dal Guerin Sportivo: la sequenza delle due reti
Cenci al tiro
La gioia di Garlaschelli dopo la prima rete
Da l'Unità: la cronaca della gara

Nella giornata più temuta, la Lazio ha cercato nell'orgoglio e nella grinta dei suoi giovani, la chiave per uscire da una delicata situazione psicologica e di classifica. Ci è riuscita battendo all'Olimpico per due a zero il Catanzaro, che dopo questo insuccesso appare irrimediabilmente avviato verso la retrocessione, salvo «ripescamenti» della giustizia sportiva. E' un argomento che non mi interessa — ha detto risentito Mazzone dopo la gara — la salvezza avrei voluta conquistarla sul campo, invece i miei giocatori l'hanno ingenuamente gettata al vento graziando la Lazio nel primo tempo.

In effetti il tecnico calabrese aveva ragione: la squadra bianco azzurra, decimata nei ranghi per le assenze di Giordano, Wilson, Cacciatori e Manfredonia, guidata in panchina da Morrone per la squalifica che ha colpito Lovati, nella prima parte della gara ha rischiato grosso. Dopo un ottimo quarto d'ora iniziale, in cui i biancocelesti, con triangolazioni veloci e precise, sorretti da un pubblico commovente, avevano sfiorato ripetutamente il bersaglio, si è fatta viva la paura. Pur continuando a giostrare su ritmi agonistici assai elevati, che avevano per protagonisti di rilievo Pighin, Garlaschelli, Viola. Citterio. Tassotti e successivamente anche Zucchini e D'Amico, la Lazio accusava vistose pause di gioco in tutti i reparti.

Fra i giovani, Cenci sembrava frenato dall'emozione mentre Perrone alternava buoni interventi ad altri meno felici. Il portiere Budoni è stato poco impegnato. Il Catanzaro, però, non ha saputo approfittarne e alla lunga ha dovuto pagare assai caro il prezzo delle sue distrazioni. La prima grossa occasione capitava agli uomini di Mazzone, con le squadre sullo zero a zero, al 23' con Bresciani, che dopo aver dribblato anche il portiere Budoni, spediva incredibilmente a lato. Lo stesso centravanti mancava poco più tardi un'altra rete mettendo praticamente la parola fine ai tentativi dei calabresi.

Nella ripresa la Lazio, che sembrava aver esaurito le sue risorse agonistiche, tornava invece in campo sorprendentemente ricaricata. Dopo numerosi affondi che cominciavano a far traballare paurosamente la squadra calabrese, i biancocelesti si portavano in vantaggio al 72' con una autentica prodezza di D'Amico. Nove minuti più tardi Groppi faceva secco il suo portiere Trapani con un preciso pallonetto all'indietro mal calibrato, che decretava definitivamente il legittimo successo laziale. «Domenica ho pianto dal dispiacere - ha detto il presidente Lenzini riassumendo con le sue parole l'atmosfera festosa che si respirava nello spogliatoio bianco-celeste - oggi dalla gioia. E' stata una partita commovente che dedichiamo anche ai ragazzi in prigione. Per me sono ancora tutti innocenti».

Fonte: La Stampa