Cenci Riccardo

Da LazioWiki.

Riccardo Cenci

Centrocampista, nato a Fucecchio (FI) il 25 febbraio 1958.

Cresciuto nella Pistoiese con cui gioca 2 partite di campionato (una in C ed una in B), nel 1978/79 viene ceduto alla Cerretese, squadra del comune di Cerreto Guidi, che disputa il campionato di C2. Si mette particolarmente in luce realizzando 8 reti in 23 partite e viene acquistato dalla Lazio che lo inserisce nell'organico di prima squadra. E' la stagione che coincide con la retrocessione della Lazio a tavolino a causa della vicenda del Calcioscommesse e il giocatore riesce a collezionare 5 presenze in campionato. Viene confermato in serie B l'anno seguente ma anche in questo caso non riesce a conquistare una maglia di titolare ed è utilizzato solo in 5 occasioni. Si toglie comunque la soddisfazione di relizzare il gol vincente dell'incontro Foggia-Lazio 0-1 del 26 ottobre 1980. Nel 1981/82 è ceduto in C1 al Piacenza dove rimane per due stagioni. Gioca in seguito con Mantova, Derthona e Cuoiopelli.

Con la Lazio colleziona 13 presenze (10 in Campionato e 3 in Coppa Italia) ed una rete.





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Nota[modifica | modifica sorgente]

Riportiamo l'intervista pubblicata su Il Tirreno Edizione Empoli (25 marzo 2014).

« Una tripletta che mise in croce Kaiser Beckenbauer ». I ricordi dell’ex calciatore fucecchiese Riccardo Cenci che una sera rubò la scena al campione tedesco e a Chinaglia.

FUCECCHIO. «Quella volta che feci tre gol contro Beckenbauer». Potrebbe iniziare così la storia di Riccardo Cenci, ex giocatore della Lazio che, in un martedì di ottobre del 1980, si concesse il lusso di scrivere un pezzo di storia segnando una tripletta in un'amichevole contro i Cosmos New York. Accade in una serata organizzata per celebrare l'eroe laziale per eccellenza, quel Giorgio Chinaglia che portò il primo scudetto sulla sponda biancoceleste della capitale nel 1974. Long John, che in quei giorni giocava appunto con Franz Beckenbauer (soprannominato Kaiser) nei Cosmos, tornò a Roma ma per una sera si vide rubare il palcoscenico da un giovane fucecchiese, un numero dieci alla vecchia maniera, tutto tecnica e piede mancino: Riccardo Cenci. Un exploit storico per Cenci, durante la sua seppur breve permanenza alla Lazio. Per capire meglio, però, occorre ripartire dall'inizio, quando Cenci giocava nella Pistoiese: «Fui ceduto in comproprietà alla Cerretese - racconta - in C2. Facemmo un grande campionato ed io volevo tornare alla Pistoiese. Quando venni a sapere, invece, che mi aveva riscattato la Cerretese, ci rimasi un po' male e non ne capii i motivi. Poi, una sera, il presidente di allora Cappellini annunciò che uno fra noi giocatori sarebbe andato alla Lazio. Noi rimanemmo di stucco ma una volta tornato a casa mio padre mi disse che mi sarei trasferito nella capitale. Immaginatevi la mia gioia...». E qui la storia del talentuoso fucecchiese si incrocia con un personaggio che negli anni a venire avrebbe fatto parlare molto di sé: Luciano Moggi. Fu Moggi, infatti, a portarlo a Roma, grazie ai rapporti che l'allora allenatore della Cerretese Idilio Cei - ex portiere della Lazio - aveva con la sua vecchia squadra. Moggi infatti, ma questo Cenci lo scoprirà solo in seguito, era stato più volte a Cerreto per visionarlo. Era il campionato 1979-80 e Cenci esordì contro la Juve, in un pareggio a reti bianche. Un altro mondo rispetto a Cerreto Guidi: « A Roma - continua - noi calciatori potevamo vivere di rendita. Alla Lazio, poi, si viveva ancora del mito di Chinaglia, anche se era arrivato il suo "erede" Bruno Giordano. Caratterialmente, però, era simile a Long John, non so se mi spiego». Quel Bruno Giordano che, dopo un match contro il Pescara, il 23 marzo 1980, verrà portato via in manette - insieme ad altri compagni - per l'inchiesta sul Calcioscommesse. Anche qui Cenci dimostra di non aver scordato quegli attimi: « Eravamo negli spogliatoi quando arrivarono le forze dell'ordine che intimarono ad alcuni nostri compagni di seguirli. Giordano, Cacciatori, Manfredonia e Wilson finirono nel carcere di Regina Coeli. In quei minuti mi sembrò veramente d'esser sulla luna, io ero lì per giocare a calcio, non per altro». Nei mesi successivi la Lazio verrà retrocessa in serie B, con Cenci che rimarrà nei ranghi, pur giocando poco. Al debutto nella serie cadetta, il 26 ottobre 1980, Cenci segna subito contro il Foggia: due giorni dopo arriva l'apoteosi contro i Cosmos, il momento potenzialmente "catartico" della carriera del mancino fucecchiese:« Mi trovai davanti Beckenbauer, era incredibile. Ti metteva soggezione perché non ti considerava, ti faceva capire che per lui non eri un ostacolo, che ti avrebbe comunque dribblato con la sua immensa eleganza. Dopo quei tre gol, comunque, a Roma si parlava più di me che del Papa (sorride ndc)». Poteva essere il momento della svolta ed invece l'allenatore Ilario Castagner, visto il rientro dell'ex Milan Stefano Chiodi, non fece più scendere in campo Cenci. Fu così che Cenci decise di cambiare aria, passando al Piacenza e poi al Mantova, continuando a giocare soprattutto in serie C. Finita la carriera nel 1992, Cenci ha fatto anche l'allenatore, sia della prima squadra della Cuoiopelli che delle giovanili, ad esempio del Fucecchio, dove ha allenato anche il figlio Gianmarco. «Mio figlio in spogliatoio mi chiamava Mister, era la nostra regola. Poi fuori dal campo tornavo suo padre». Ora Riccardo gestisce l'azienda di famiglia che produce manici di scopa mentre Gianmarco ha appena vinto la Coppa Toscana col Fucecchio.

Marco Sabia.