Domenica 23 settembre 1973 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Novara 6-0
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23 settembre 1973 - 1780. Coppa Italia 1973/74 - Girone 2 - V giornata
LAZIO: Pulici F., Petrelli, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni (81' Mazzola (II)), Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico. A disp. Moriggi, Labrocca, Inselvini, Chimenti. All. Maestrelli.
NOVARA: Pinotti, Zanutto, M.Riva, Vivian, Udovicich, Depetrini, Nastasio, Carrera (62' Gavinelli), Navarrini (46' Giannini), Ghio, Enzo. A disp. Nasuelli, Carlet, Rolfo. All. Parola.
Arbitro: sig. Panzino di Catanzaro.
Marcatori: 40' Chinaglia, 44' Martini L., 51' Chinaglia, 54' Garlaschelli, 81' Garlaschelli, 88' Mazzola (II).
Note: Cielo coperto e serata calda, terreno in buone condizioni, angoli 8-4 per la Lazio. Ammonito Frustalupi. In tribuna il C.T. della nazionale Valcareggi.
Spettatori: 45.000 circa (28.257 paganti per un incasso di 41.898.500 lire).
I biancazzurri per qualificarsi alla fase successiva della Coppa, devono segnare e vincere con almeno 4 reti di scarto. Maestrelli schiera dal primo minuto il giovanissimo talento D'Amico e la mossa si rivelerà vincente, perché il ragazzo sarà tra i migliori in campo.
Biancazzurri a testa bassa in avanti già dal primo minuto. Al 22' e al 25' vengono annullate due reti; la prima a Chinaglia per aver violato la regola dei tre secondi su Pinotti, e la seconda a Garlaschelli per un precedente fallo di Chinaglia su Udovicich. Queste due reti annullate facevano innervosire i biancazzurri a tal punto che Frustalupi veniva ammonito al 32' per aver spintonato Navarrini, reo in precedenza, di aver commesso un brutto fallo su Re Cecconi. Al 36' i piemontesi sfioravano la rete con un contropiede di Nastasio il cui tiro veniva deviato in calcio d'angolo da Pulici l'ex di turno.
Bisogna aspettare il 40' per vedere la gara sbloccata: discesa di Nanni a cui si opponeva Pinotti, ma al momento del tiro ci metteva un piede Udovicich che respingeva corto sui piedi di Chinaglia che incredulo per il regalo, non aveva difficoltà ad insaccare a porta vuota.
Rotto il ghiaccio arrivava dopo 4 minuti in raddoppio grazie ad uno splendido fraseggio tra Petrelli-Frustalupi-Martini che tirava una sassata da 30 metri che s'insaccava sotto la traversa. Si andava negli spogliatoi con metà dell'impresa fatta.
La ripresa iniziava subito con un brivido: su errore di Martini, Enzo entrava in possesso della palla e tirava a botta sicura. Per fortuna la sfera centrava il montante sinistro a portiere battuto. Al 51' arrivava la terza rete: Nanni, ben servito da Frustalupi, raccoglieva una respinta di un difensore all'altezza del dischetto del rigore; il pronto tiro era però toccato da Pinotti in uscita disperata. La palla s'impennava e lentamente si dirigeva verso la rete, ma senza l'intervento di Chinaglia che entrava in porta con tutta la sfera difficilmente si sarebbe insaccata.
A questo punto la Lazio attacca e ci crede e al 54' arriva il sospirato quarto goal. Azione partita da Wilson per Nanni, che subito indirizzava la sfera verso Chinaglia che dal vertice sinistro dell'area crossava basso: finta di Wilson e palla a Garlaschelli che solo davanti al portiere insaccava sotto la traversa. A questo punto la Lazio si rilassava un po', e il Novara provava ad attaccare con timidi assalti. All'81', però era ancora Garlaschelli, stavolta di testa, a centrare la quinta rete su cross di un'indomabile Re Cecconi. Il Novara a questo punto, ferito nell'orgoglio, si porta in attacco collezionando 3 angoli in un minuto, ma all'88' è ancora la Lazio a passare grazie ad una bella azione di D'Amico il cui tiro, respinto da Pinotti, veniva raccolto da Mazzola (II) che realizzava.
La partita finiva tra l'ovazione del pubblico che applaudiva a scena aperta i giocatori autori di un'impresa storica. Oltre alla qualificazione la Lazio ha ritrovato il gioco della stagione passata, con un D'Amico in più che può essere prezioso nel corso del campionato che inizierà fra due settimane.
► Il Corriere dello Sport titola: “Con quel Chinaglia tutto è possibile – La Lazio demolisce il muro del Novara (6-0) e conquista l’insperato ingresso nei quarti – Battesimo felice per il giovane D'Amico”.
Ne bastavano quattro, la Lazio ne ha fatti sei addirittura, 6 a 0 più altri due gol annullati contro un Novara che non ha regalato proprio nulla (c'erano anzi anche due ex arrabbiati, Ghio ed Enzo...) ma e che almeno per 40 minuti si è prodigato al massimo, arrangiandosi in tutti i modi, con le buone ed anche con le cattive maniere. Nei primi 40 minuti la Lazio ha attaccato con tal vigore e tanta insistenza da portare l'avversario al giusto punto di... cottura: poi tutto è diventato fin troppo facile, i 4 gol che ci volevano sono venuti nel breve spazio di 14 minuti, dal 40' del primo tempo al 9' della ripresa e nel finale la Lazio, dopo aver preso un attimo di respiro, è tornata a spadroneggiare ed ha arrotondato il punteggio fino a fissarlo sul più clamoroso e squillante risultato di tutte le eliminatorie di questa Coppa Italia.
Così la Lazio ha anche puntualmente rispettato il pronostico che la indicava netta favorita del proprio girone, in virtù del magnifico terzo posto nell'ultimo campionato, ed è rimasta, insieme con le “grandi” tradizionali, il Milan qualificato di diritto, la Juventus e l'Inter, e con i sorprendenti Cesena, Atalanta e Palermo, in lizza per il cerchietto tricolore, alloro raggiunto una sola volta, nel '58, nella storia della società.
È stato un Chinaglia letteralmente scatenato che ha proiettato la Lazio verso il clamoroso exploit. Chinaglia ha siglato personalmente il primo ed il terzo gol, sfruttando magistralmente (al 40' del primo tempo) un malinteso fra Pinotti e Udovicich, poi gettandosi (al 5' della ripresa) come un falco sulla preda a spingere in gol una palla di Nanni sfuggita alla presa del portiere ex foggiano: ha inventato il quarto gol, il primo di Garlaschelli, al 9' del secondo tempo: è stato, dal primo all'ultimo minuto, l'autentico “mattatore” della serata ed ha continuamente seminato scompiglio a terrore nella metà campo novarese.
Difficilmente un Chinaglia così potrà essere dimenticato, stamani, da Valcareggi fra i convocati della Nazionale per Italia-Svezia. Al posto dell’infortunato Manservisi, con il n. 11 Maestrelli ha mandato finalmente in campo il giovane D'Amico, poco meno di 19 anni, nazionale juniores, gioiello del vivaio laziale. Riuscire ad inserirsi in una squadra come la Lazio, abituata a giocare a memoria ed a trovarsi ad occhi chiusi sarebbe stata un'impresa anche per giocatori più anziani ed esperti di D'Amico: oltre tutto, Manservisi occupa anche un ruolo complicato e svolge compiti particolari.
D'Amico è entrato invece in campo con la tranquillità e l'autorità di un veterano, ha rispettato le consegne, si, ma senza rinunciare alla sua spiccatissima personalità ed a tratti ha saputo anche sfoderare tesori di gioco da applausi a scena aperta. Specie la sua intesa con Chinaglia è apparsa immediata ed istintiva e si può sostenere senza timore di sbagliare che i migliori servizi il centrattacco li abbia avuti dal più giovane di tutti, nonostante la presenza fra i... rifornitori laziali di gente del calibro di un Frustalupi, impeccabile nel suo sapiente lavoro di regia, di un Re Cecconi, in costante progresso di condizione e di forma, e di Nanni, forse leggermente più in ritardo degli altri (ma non preoccupa, anche l'anno scorso esplose verso ottobre-novembre), ma già bene avviato. Anche Garlaschelli ha azzeccato una promettente doppietta al 9' (su magistrale invito di Chinaglia ed un'astuta finta di Wilson) ed al 56' (di testa, da un bel cross di Re Cecconi) del secondo tempo ed ha lavorato moltissimo, ma un po' disordinatamente, almeno finché, dopo il 2 a 0, la retroguardia novarese ha conservato uno schieramento rigido e di estrema prudenza.
Nella retroguardia una graditissima sorpresa è stato Petrelli, attivo ed intraprendente come ai bei tempi, aggressivo ed utilissimo, specie nella prima parte, quando c'è stato bisogno di maggiore spinta dalle retrovie. Poco impegnato ma sempre in gamba Pulici. Attenti e sicuri Wilson e Oddi. Autore anche di uno splendido gol, il secondo della giornata, Martini, da un'idea di Petrelli, al 43'. Un felice ritorno quello di Mazzola, che ha fatto in tempo ad aggiungere la sua firma al vistoso successo con il sesto gol, a due minuti dalla fine, dopo un bel duetto con D'Amico.
I tifosi laziali sono andati in visibilio ed hanno fatto giustamente gran festa. Il primo obiettivo, la qualificazione per i quarti di finale delle Coppa Italia, è stato centrato in pieno; il secondo traguardo, il passaggio al secondo turno della Coppa UEFA, sembra a portata di mano dopo il rotondo 3 a 0 inflitto al Sion nel match di andata: il campionato sta per nascere sotto i migliori auspici, solo che si tenga conto che in cinque giorni la Lazio ha segnato qualcosa come 9 gol, 3 al Sion, appunto di mercoledì da aggiungere ai sei di ieri al Novara.
Chinaglia è già in splendide condizioni e con la tripletta agli svizzeri e la doppieta ai piemontesi è riuscito a risalire la corrente ed a rientrare in concorrenza con gli Anastasi ed i Pulici, i Boninsegna ed i Bigon per la maglia azzurra n. 9. Il grande acquisto mancato che i tifosi lamentavano è stato... fatto ieri sera: si chiama D'Amico ed è un giocatore di quelli che sul mercato non si trovano quasi mai...
I due ex, Ghio ed Enzo, che tanto ci tenevano a fare bella figura (l'indicazione di Enzo come ex è un refuso del Corriere dello Sport, Enzo non è un ex biancoceleste, bensì ex romanista avendo militato tra le fila giallorosse tra il '66 e il '69, nota LW), sono rimasti a bocca asciutta, bloccati inesorabilmente da Oddi e da Petrelli. Ma, almeno limitatamente ai 40 minuti iniziali, il Novara è apparso squadra solida e discretamente organizzata, magari un po’ lenta e macchinosa nello sviluppo del gioco, ma molto consistente: il suo campionato, senza grossi voli, ma anche senza rischi, dovrebbe farlo tranquillamente.
Già in forma eccellente anche l'arbitro Panzino, che a nostro avviso ha avuto ragione anche nei due gol annullati alla Lazio: il primo, di Chinaglia, che era stato lesto a battere in porta una palla storditamente appoggiata in terra da Pinotti (ma l'arbitro aveva già rilevato e segnalato un fallo di seconda in area, perché il pallone era stato trattenuto al di là del tempo concesso per regolamento) al 23', ed il secondo una “botta” a colpo sicuro di Garlaschelli (ma dopo che Chinaglia aveva a “sfondato” Udovicich e Vivian, mettendoli fuori causa) quattro minuti dopo. Sul 2 a 0, al 5' del secondo tempo, il Novara ha preso un palo (esterno) con Enzo: è stato l'unico vero pericolo corso dalla porta laziale.
► La Gazzetta dello Sport titola: “La Lazio si scatena nella ripresa e il Novara viene travolto (6-0) – Si è rivista la squadra del “boom” (e Chinaglia segna a ripetizione)”.
Roma - Dovendo svolgere un tema esatto, la Lazio viene obbligata stasera a 90 minuti o quasi d'attacco. Non c'è nessuno, infatti, all'Olimpico che non conosca le condizioni necessarie alla squadra romana per rimanere nel giro della Coppa Italia e che possa soprattutto determinarne squassando la solida difesa del Novara che comprende tra l'altro due vecchi allievi di Maestrelli e cioè Pinotti e Vivian, oltre allo stopper Udovicich, un fedele combattente di lungo corso.
Il nome di Chinaglia buca, pertanto, a tratti il silenzio accostato al “numero 4” a e cioè al grappolo di palloni che la Lazio dovrebbe sospingere in rete per concludere in maniera sontuosa questa settimana del tiro al bersaglio, cominciata rifilando tre reti al Sion. Ma il Novara - e lo si capisce presto - ha un'impalcatura sicuramente meno fragile di quella degli sprovveduti svizzeri e soprattutto gioca con grande animosità quasi dovesse contendere agli avversari in maglia biancoceleste una posta molto importante.
La Lazio capisce alla svelta che il compito è davvero intricato, ma comunque con buona lena comincia a dilagare nell'area novarese al fine di schiodare quanto prima il risultato per poi procedere al rinvenimento di quegli altri gol che le servono. Passano i minuti, ma non succede niente che interessi a Maestrelli, il primo tiro importante per i biancazzurri arriva soltanto al 10' e a scagliarlo è un terzino in fase di attacco e cioè Petrelli che scende sulla fascia destra, stringe verso il centro e poi esplode un fendente che finisce leggermente alto sopra la trasversale.
La Lazio, comunque„ è in buona serata, e soprattutto dimostra di aver colmato certe dispersioni a centrocampo, poiché Re Cecconi, Nanni e Martini procedono d'intesa e dilagano spesso e volentieri nell'area avversaria per fornire comodi appoggi alle punte. Al 25' si strilla al primo gol, ma l'arbitro annulla poiché Wilson, che si era incuneato in area, prima di passare il pallone a Garlaschelli, lo ha toccato con un braccio. Garlaschelli, comunque, ben appostato ha ripreso il suggerimento ed ha insaccato, ma l'arbitro Panzino a due passi annulla
Da questo punto però la partita si capovolge e la Lazio riesce a prendere le misure alla difesa avversaria e a passare. È il 40' e Wilson, un libero che preferisce spesso e volentieri giocare all'attacco, imperversa sulla sinistra, apre in mezzo per Nanni, che cerca in profondità Chinaglia. Il lancio è un po' troppo lungo, ma nella concitazione si scontrano il portiere Pinotti ed il libero Vivian: il pallone rimbalza davanti a Chinaglia che ha la porta spalancata e quindi segna facilmente sfruttando la topica.
Ma ecco il raddoppio: Petrelli scende, dribbla Depetrini, avanza, finta il passaggio a Chinaglia e invece appoggia a Martini che, sopraggiungendo in velocità, indovina un gran tiro dal limite e il pallone s'infila nel sette alla sinistra di Pinotti. Un gol davvero spettacolare e la Lazio va al riposo.
La partita diventa emozionante, la Lazio è quanto mai decisa a mettere al tappeto gli avversari. Il suo ritmo difatti torna a stroncare il Novara nella ripresa. Il particolare comunque viene dimenticato ben presto. La Lazio mette la quarta, si smarcano con scatti precisi sia Wilson che Martini e Re Cecconi. Si gioca ad una porta sola. D'Amico e Frustalupi saltano in cattedra, il Novara annaspa e va in barca. Ecco Nanni in un inserimento vecchia maniera, dribbla, ondeggia su invito di Garlaschelli poi entra in area e tira fortissimo, il portiere para ma non non trattiene, Chinaglia piomba sul pallone e insacca precedendo un ultimo disperato tentativo di Vivian e Udovicich.
È il 3-0, la Lazio è ormai sulla buona strada. Tre minuti dopo infatti arriva il gol del 4-0 e il compito della Lazio potrebbe ritenersi concluso; Wilson, che dà un'interpretazione personalissima del ruolo, parte sulla sinistra, triangola con Chinaglia che gli ridà il pallone al centro, Wilson a Garlaschelli che arriva e da pochi passi infila di prepotenza.
È una Lazio davvero perfetta, lucida nei movimenti, appoggiata al gran lavoro di un Re Cecconi superlativo che deborda in ogni parte del campo e indovina palloni calibrati per le punte avanzate. Con un suggeritore del genere anche Garlaschelli che viene da un periodo opaco fa la sua parte e all'81' firma la sua doppietta. Frustalupi taglia per Re Cecconi sulla destra, lo scatto del cursore è bruciante, e smarcante è il conseguente cross che Garlaschelli incorna imparabilmente di testa. È il 5-0, ormai il pubblico sarebbe sazio, ma la Lazio questa sera non ha finito.
Maestrelli fa uscire Nanni e mette in campo Ferruccio Mazzola, Dopo un lungo periodo di quarantena, in questa serata c'è un po' di felicità anche per Ferruccio. Insieme a D'Amico triangola di precisione all'88' e, dopo un gran tiro di D'Amico, ribatte egli stesso di precisione e completa la festa.
► Il Messaggero titola: “Lazio: i gol si sprecano – I biancazzurri vincono il girone travolgendo il Novara (6- 0) – A passo di carica, la squadra di Maestrelli ha disputato una entusiasmante partita d’attacco, realizzando con Chinaglia (2), Garlaschelli (2), Martini e Mazzola II. Annullate altre 2 reti di Chinaglia e Garlaschelli quando ancora il risultato era sul punteggio di zero a zero”.
Non sappiamo se la Lazio, quando nel giugno scorso è stata a New York, si sia recata ad Harlem ad abbracciare e baciare l’Albero della Speranza così caro al clarinettista Milton Mezzrov, quello di “Ecco il Blues”. Sta di fatto che ieri sera la Lazio ha segnato la bellezza di otto gol, sei buoni e due annullati. Questo per il calcio italiano è già un miracolo. Un altro miracolo è che la Lazio abbia segnato tutti questi gol a una squadra che, non soltanto non era disposta a subire con santa rassegnazione, ma ha mostrato di essere bene allenata, bene organizzata, piena di dignità.
La Lazio, prima di distanziarla, ha dovuto lavorarsela per quaranta minuti. Poi in meno di un quarto d'ora le ha inflitto i fatidici quattro gol necessari per superare il turno di Coppa. A questo punto, invece di issare bandiera bianca, il Novara ha fatto di tutto per rovinare la festa laziale, cercando il gol con ostinazione e obbligando Pulici a qualche non facile parata. Per essersi fin troppo aperto, nel finale è stato punito con altri due gol.
Ma il 6 a 0 non deve ingannare chi non ha visto la partita. Da parte del Novara non vi è stata mai acquiescenza, in nessun momento. Perciò bando ai sorrisetti, quella della Lazio è gloria genuina. Tanto più meritata in quanto profondamente sofferta.
L'imperativo dei quattro gol aveva messo la frenesia addosso ai laziali. Volevano segnare subito. E invece si sono visti aggredire dal Novara, che tra l'altro presentava, oltre all'ex romanista Enzo, l'ex laziale Ghio, al quale sabato la CAF aveva cancellato l'ultima parte della squalifica rimediata la stagione scorsa giocando nell'Inter.
Sono occorsi cinque minuti buoni perché la Lazio giungesse al bandolo della matassa. Dopo, ad essere aggredito, con un crescendo rossiniano, è stato il Novara. Solo che la frenesia di segnare annebbiava le idee ai laziali e ne rendeva il gioco alquanto disordinato. Il torto principale dei biancazzurri era quello di attaccare frontalmente anziché per aggiramento. Inoltre, troppo spesso essi sparavano contro la porta di Pinotti con precipitazione e da troppo distante. Sicché i minuti scorrevano inesorabili, ma di gol buoni non se ne vedevano. Tra il 22' e il 25' se ne registravano invece due fasulli, il primo di Chinaglia, che portava via la palla a Pinotti e metteva in rete dopo che l'arbitro aveva fischiato contro il portiere per aver violato la regola dei tre secondi (e non più) concessi per rinviare, il secondo di Garlaschelli viziato da precedente fallo di Chinaglia, ai danni di Udovicich.
La frenesia della Lazio aumentava. E, naturalmente, il nervosismo, del che si aveva la prova al 32', quando, per aver Navarrini, falso centravanti, trattenuto per la maglia il “suo” Re Cecconi, Frustalupi si lanciava contro il reo e si beccava un richiamo dall'arbitro. E ancora al 36’, quando la collettiva avanzata bianco-celeste dava modo a Nastasio di partire in contropiede e sferrare da fuori dell’area un improvviso, insidiosissimo tiro, che Pulici con grande bravura riusciva in volo a deviare in calcio d'angolo.
Il ritmo folle finiva tuttavia per fare inginocchiare il Novara al 40'. Sull'ennesima avanzata di Nanni il portiere usciva incontro al tiro conclusivo, ma era preceduto da Udovicich, che respingeva corto proprio sui piedi di Chinaglia. Questi accoglieva il regalo con una sorta d'incredulità, poi scartava sulla destra. avanzava e infilava a porta vuota. Rotto il ghiaccio, la Lazio ripartiva a testa bassa per far subito due. E lo faceva con uno stupendo fraseggio tra Frustalupi, Petrelli e Martini e splendido imparabile tiro di quest'ultimo sotto la traversa da una trentina di metri. Una trama e un gol stupendi, che definiremmo da Milan se anche la Lazio non fosse una “grande”: infatti mercoledì scorso il primo gol di Bigon alla Dinamo di Zagabria nacque e fu realizzato in modo analogo. Un gol, comunque, da squadrone.
In apertura dl ripresa, per una distrazione di Martini su allungo di Wilson, Enzo entrava in possesso del pallone e poteva tirare da buona posizione: per fortuna di Pulici e della Lazio respingeva il montante sinistro. Subito dopo, invece, diceva bene alla Lazio, che faceva tre per merito di Nanni, Frustalupi e Chinaglia. Nanni era pronto a raccogliere la respinta di un difensore e a farsi trovare nei pressi del dischetto sul passaggio di ritorno di Frustalupi. Con altrettanta prontezza tirava. Il portiere in uscita toccava, ma non fermava. La palla rotolava verso la rete, ma molto lentamente. Non sarebbe finita dentro, se non fosse sopravvenuto Chinaglia, con tanto impeto da rotolare anche lui in fondo alla rete. I novaresi contestavano la convalida del gol, ma avevano torto.
Bellissimo il quarto gol, che portava giocatori e tifosi laziali al settimo cielo. La palla è andata da Wilson a Nanni e da Nanni a Chinaglia, portatosi sul vertice basso sinistro dell'area di porta. Cross di “Long John”, finta di Wilson, Garlaschelli solo dinanzi al portiere e tiro conclusivo sotto la traversa.
A questo punto la qualificazione era raggiunta. Per qualche minuto la Lazio ha dato l'impressione di poter passare ancora, poi ha pensato soprattutto a controllare la situazione. In questo periodo si è messo in evidenza Re Cecconi, paonazzo in volto ma tornato macinatore di chilometri. Al 37', su contropiede, Martini ha dato a Frustalupi, il quale ha lanciato Re Cecconi, appunto, sulla fascia destra. Sgroppata, cross e Garlaschelli puntuale all'appuntamento: gol di testa da pochi passi.
Sullo zero a cinque il Novara ha avuto una rabbiosissima reazione, collezionando in un minuto ben tre angoli (per gli scettici diremo che sei contro zero ne ha realizzati nella ripresa la fiera squadra piemontese). Ma a segnare, a due minuti dalla fine, è stata ancora la Lazio su azione personale di D'Amico: il tiro è stato respinto dal portiere, ma Mazzola II, che era subentrato a Nanni subito dopo il quinto gol, ha raccolto e messo dentro. Una soddisfazione anche per lui.
Questa la partita, che è stata avvincente sempre, sia per l'implacabile determinazione della Lazio di fare il bottino che occorreva, sia per l’orgogliosa reazione del Novara, il quale proprio non ci voleva stare. Con i gol, come in fondo era logico, la Lazio ha trovato anche il gioco. Alcune sue trame sono state bellissime, per stile e perentorietà.
Si è finito per rivedere la Lazio della scorsa stagione, squadra nel vero senso della parola, nella quale gli uomini si ritrovano ad occhi chiusi e il gioco finisce per sgorgare spontaneo. Ciò che in essa ieri sera ha maggiormente colpito è stata la feroce determinazione con cui ha costruito il risultato che le occorreva per poi andare anche oltre.
A una squadra così alfieriana nessun obiettivo è precluso. Ci avevano parlato di un Re Cecconi, di un Nanni e di un Garlaschelli in ritardo rispetto ai colleghi. Noi li abbiamo trovati in eccellete condizione. Se si tiene presente che qualche sfasatura è stata determinata dalla particolare natura della partita, che non solo era da vincere, ma da vincere in un determinato modo, diremmo che tutti i biancazzurri siano da elogiare, da Pulici al “cervello” Frustalupi, al solito irriducibile e fin troppo generoso Chinaglia. Una parola a parte vogliamo tuttavia dedicare a D'Amico, ragazzo ricco di stile, di intelligenza, di acume tattico. Chi ha detto che alla Lazio mancano i rincalzi?
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