Domenica 19 novembre 1972 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Palermo 2-0

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

1748. Campionato di Serie A 1972/73 - VII giornata

LAZIO: Pulici F., Facco, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, La Rosa (83' Petrelli). (12 Moriggi). All. Maestrelli.

PALERMO: Girardi, Sgrazzutti, Viganò, Arcoleo, Landini (I), Landri, Pace, Vanello, Troja, Pereni, Ballabio. (12 Ferretti, 13 Reja). All. Pinardi.

Arbitro: sig. Lazzaroni di Milano.

Marcatori: 14' Chinaglia, 34' La Rosa.

Note: pomeriggio di sole, temperatura frizzante con leggero vento di tramontana, terreno in ottime condizioni. Ammonito Vanello per proteste. Angoli 12-3 per la Lazio. Esordio in serie A per Ballabio.

Spettatori: 45.000 circa. Incasso £. 46.743.000.

La rete di Chinaglia
Giorgio Chinaglia
La rete di Chinaglia
La Lazio va vicina al gol con La Rosa
L'esordiente La Rosa
Il titolo del Corriere dello Sport
Titolo e foto di Momento Sera
La formazione del Palermo
(Foto Valentino Prestano)
La Rosa festeggiato dai compagni
Da Momento Sera

Scrive La Stampa:

Da oggi la Lazio è sola al comando della classifica. E' la seconda volta, nella sua storia cominciata oltre 70 anni fa, che la squadra biancoazzurra raggiunge questo prestigioso traguardo. La vittoria per due reti a zero, ottenuta sul Palermo all'Olimpico, conferma il valore degli uomini di Maestrelli che sembrano felicemente avviati a recitare un ruolo di rilievo nel campionato. Il primo posto della Lazio non è frutto di circostanze casuali. La squadra gioca un football moderno, dinamico, interpretato da giocatori che si muovono sul campo con sorprendente sincronismo. Il giudizio non nasce dalla prova sostenuta contro gli evanescenti palermitani, ma dal ruolino di marcia fitto di risultati positivi ottenuti fin'ora dal laziali contro avversari di gran nome come Inter, Fiorentina, Juventus, Roma. La Lazio odierna si è limitata a raccogliere tranquillamente i frutti del facile turno assegnatole dal computer. Il Palermo, secondo le previsioni, non ha costituito un valido banco di prova per la capolista. Tuttavia non è stato difficile scoprire nelle pieghe di una gara priva di difficoltà, il meccanismo della Lazio apparso perfettamente lubrificato e in grado di affrontare ostacoli ben più duri. Contro un avversario di scarsa levatura, Maestrelli ha deciso di schierare una squadra a tre punte affidando la maglia numero 11 al nuovo acquisto La Rosa. L'ex romanista è stato uno dei migliori in campo. Ha siglato il secondo gol con un preciso colpo di testa al 35' del primo tempo e nella ripresa è andato ancora vicino al bersaglio colpendo un palo e una traversa. Basterebbero questi episodi per capire quanto limpida sia stata la superiorità dei biancocelesti. Ancora una volta il centro campo, con gli inesauribili Re Cecconi, Frustalupi, Nanni in cui spesso dava una mano Martini, è stato il protagonista principale del successo. Ma la Lazio possiede anche quell'uomo in più che si chiama Chinaglia e per gli avversari non c'è scampo. E' stato proprio il centravanti, con un bolide scagliato dal centro dell'area al 13' a sbloccare il risultato togliendo al Palermo subito l'illusione di uscire indenne dall'Olimpico. I siciliani, nonostante l'innesto del nuovi acquisti Pereni e Ballabio, costituiscono ancora un complesso privo di gioco. Balbettante in attacco, dove il solitario Troja non può fare miracoli (bello, però, un suo spunto al 66' quando, scartato il portiere Pulici in uscita, si è visto respingere il tiro nella porta vuota dall'intervento di Wilson), incerta nella difesa dove soltanto Landini è riuscito a combinare qualcosa di buono, la squadra di Pinardi non è quasi mal riuscita a mettere in serio pericolo la porta di Pulici. Nella ripresa i siciliani, abbandonata ogni forma di prudenza, hanno praticato un gioco un po' più svelto. Ma nella sostanza è stata la Lazio ad avere la meglio sfiorando altre numerose marcature. Domenica i biancoazzurri vanno a Bergamo, poi ricevono il Cagliari, quindi faranno visita alla Sampdoria. Il calendario concede un po' di respiro ai giocatori di Maestrelli che sembrano decisi a non cedere a breve scadenza il comando della classifica.

Questa Lazio prima in classifica è una realtà, una meteora oppure un bluff ingigantito da fortunate circostanze? La serie di interrogativi gira vorticosamente nella mente dei frastornati tifosi romanisti e laziali trovando alla fine, come era facile supporre, due risposte diverse. I giallorossi sono certi che gli «odiati cugini» non tarderanno a sparire dalle scene calcistiche della serie A perché Nanni, Martini, Re Cecconi, Fruatalupi, Garlaschelli e compagni non possono essere diventati improvvisamente dei marziani del football. I laziali non sono disposti ad accettare il ridimensionamento che scaturisce più dalla rabbia che da una serena valutazione della forza attuale della loro squadra. I critici, che da arbitri obiettivi, sono chiamati a comporre il contrasto, non si pronunciano. Il campionato è lungo. Non è la prima volta che, alla distanza, vengono fuori di prepotenza i valori delle squadre tradizionalmente protagoniste del torneo. Forse la Lazio non arriverà vittoriosa fino al traguardo finale, però è un complesso da non sottovalutare. La compagine di Maestrelli gioca oggi su un livello nettamente superiore a molte grandi del torneo. Impressiona il suo perfetto meccanismo di manovra dove ogni uomo sembra aver trovato la giusta posizione che gli è più congeniale. Tutti sanno che la forza di una squadra nasce a centro campo. La Lazio, in questo settore, con i suoi sorprendenti Frustalupi, Re Cecconi, Nanni e Chinaglia perfetto interprete del gol, dimostra di non temere nessuno. D'accordo, il debolissimo Palermo, battuto con un tranquillo due a zero, non consente di abbandonarsi a lusinghieri giudizi sulla squadra di Maestrelli. Ma la facilità degli scambi, la manovra corale, la vitalità dal vari settori, costituiscono elementi concreti di una valutazione che va oltre la inconsistenza dei siciliani. La Lazio ha saputo giocare ieri come ha fatto con Inter, Juventus, Fiorentina, Roma. Possiede la maturità della compagine che riesce a riservare, senza la minima emozione, lo stesso trattamento a qualunque tipo di avversario. Durerà? Obiettivamente non è facile rispondere. Intanto, sulle ali di un primato conquistato per la seconda volta nella storia di settantanni di vita, la Lazio potrebbe aggiungere alla sua forza tecnica quella spinta psicologica su cui costruire il «sogno proibito». Il presidente Lenzini parla già di scudetto scaricando forse in maniera eccessiva le amarezze tenute in petto per tanti anni. I giocatori e Maestrelli ripetono fino alla noia che la squadra punta alla salvezza. Ma anche loro sono esseri umani. Dopo la pioggia di elogi che continua a cadere copiosa sul loro capo, hanno deciso di fare a meno dell'ombrello e di bagnarsi fino alle ossa con l'acqua della gloria. Attenti, però, a non prendere una polmonite.