Domenica 16 maggio 1993 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Ancona 5-0
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16 maggio 1993 - 2564 - Campionato di Serie A 1992/93 - XXXI giornata - calcio d'inizio ore 15.00
LAZIO: Orsi, Bacci, Favalli, Sclosa, Luzardi, Cravero (50' Marcolin), Fuser, Winter, Riedle, Gascoigne, Signori. A disp.: Fiori, Gregucci, Stroppa, Neri. All. Zoff.
ANCONA: Nista, Fontana, Sogliano, Pecoraro, Glonek, Bruniera, Lupo, Gadda, Agostini (46' Caccia), Detari, Vecchiola. A disp.: Raponi, Centofanti, Ermini, Bertarelli. All. Guerini.
Arbitro: Sig. Dinelli (Lucca).
Marcatori: 27' Cravero, 45' Fuser, 71' Riedle, 89' Signori, 90' Signori.
Note: ammoniti Cravero, Nista, Sclosa, Luzardi. Antidoping: Gascoigne, Signori, Bruniera, Raponi.
Spettatori: 38.742 con 8.473 paganti, incasso 269.245.000 lire; abbonati 30.269, quota 789.467.000 lire.
Troppo forte questa Lazio per un Ancona che non ha più nulla da chiedere al campionato: gli spacciati ragazzi di Guerini avrebbero potuto incamerare un numero maggiore di reti, se un Nista disposto a sfoderare interventi d'intuito non fosse riuscito a bloccare in parecchie occasioni gli scatenati biancazzurri. A dire il vero la retroguardia romana non è stata troppo impegnata, ma le sterili proiezioni offensive degli avversari l'hanno impensierita solo nel primo tempo, quando il risultato era ancora in bilico. Con Gascoigne in grande spolvero malgrado la maschera protettiva per attutire eventuali colpi sullo zigomo fratturato a Londra, la formazione capitolina brilla per eleganza delle geometrie ed efficacia degli scambi, anche se dall'altra parte non c'è una squadra capace di offrire solidi termini di paragone. E, complici i risultati degli altri campi, i biancazzurri festeggiano alla fine l'avvicinarsi del traguardo fissato ad inizio stagione, quel posto Uefa che garantisca il ritorno in Europa dopo anni di esilio. Si comincia con gli "aquilotti" proiettati in avanti, seguendo il canovaccio obbligato per chi si esibisce di fronte ai propri fans. L'Ancona rinuncia subito a qualsiasi velleità di contrastare gli avversari a centrocampo, ma erige una barricata abbastanza ben congegnata al limite della propria area di rigore. Riedle non garantisce un grande apporto in fase di finalizzazione, spreca molte occasioni e mentre Fontana non fatica granché a tenere a bada un Signori sempre effervescente ma poco determinante nel momento in cui dovrebbe dare il contributo decisivo, sono Winter e Gascoigne a cercare il salto di qualità. Anche gli adriatici hanno le loro belle occasioni per mettersi in mostra: il salvataggio di Orsi su Detari al 22' e' destinato a rimanere quasi isolato nel desolante bollettino finale dei rimpianti degli ospiti. Sfruttando l'ennesima respinta di Nista e l'imbambolamento generale della difesa in rosso, Cravero insacca al 27' e apre il festival del gol. E un attacco di incomprensibile indecisione colpisce anche il portiere dell'Ancona e il suo compagno Fontana in pieno recupero, consentendo così all'incredulo Fuser di mettere in rete la più comoda delle chance. Nella ripresa lo show di Gascoigne è tutto da vedere e raccontare. E lui poi dirà: "La maschera non me la tolgo più. La terrò anche l'anno prossimo". La Lazio non si disunisce nemmeno quando Cravero deve lasciare il campo per una testata con il neo entrato Caccia. L'unico pericolo per la porta biancoazzurra arriva quando corre il 14': Orsi alza sulla traversa un colpo di testa del numero quindici dell' Ancona. Al 26' fa tutto il suddito di Sua Maestà: parte dalla sua metà campo, semina un nugolo di avversari che appaiono quasi rispettosi della sua menomazione e serve altruisticamente al tedescone in crisi di astinenza il più facile dei palloni da spedire in rete. Pochi attimi prima c'era anche stato il balletto del gol di Fuser prima convalidato e poi annullato: il guardalinee sotto la Tribuna Tevere aveva inutilmente cercato di segnalare un fallo di Riedle a Dinelli e quest'ultimo ha fatto proseguire l'azione fino al momento in cui i giocatori dell'Ancona non lo hanno convinto ad andare a sentire cosa doveva raccontare il suo collaboratore. Per concludere la giornata di festa manca all'appello solo Signori. E il piccolo e sgusciante attaccante non si fa pregare: nel giro di due minuti, al 44' e al 45', infila Nista con deliziosi tocchi, entrambi all'angolo opposto a quello sul quale il portiere s'era appostato. E ancora una volta, la seconda giocata è stata propiziata dall'inglese, che ha sfoderato dal suo repertorio un lancio di una precisione millimetrica da una sessantina di metri. E così Signori entra nella storia della Lazio: nell'anno dello scudetto Chinaglia vinse la classifica dei cannonieri con 24 reti, con quelle di ieri l'ex foggiano è arrivato a quota 25.
Fonte: Corriere della Sera