Domenica 11 marzo 1979 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Ascoli 3-1
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11 marzo 1979 - 1994 - Campionato di Serie A 1978/79 - XXI giornata
LAZIO: Cacciatori, Ammoniaci, Martini, Wilson, Manfredonia, Viola, Agostinelli (59' Badiani), Nicoli, Giordano, D'Amico, Cantarutti. A disp.: Fantini, Tassotti. All. Lovati.
ASCOLI: Pulici, Legnaro, Anzivino, Scorsa, Castoldi (41' Trevisanello (II)), Perico, Pileggi, Moro, Ambu, Bellotto, Quadri. A disp.: Brini, Roccotelli. All. Renna.
Arbitro: R. Lo Bello (Siracusa).
Marcatori: 25' Quadri, 42' Ammoniaci, 56' Giordano, 62' Giordano.
Note: giornata calda, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: al 40' Martini per protesta e al 56' Quadri per protesta. Angoli 4-4. Sorteggio antidoping negativo.
Spettatori: 40.000 circa (21.831 paganti).
La vittoria della Lazio sull'Ascoli è apparsa legittima nel risultato, ma assai meno nelle proporzioni del punteggio di 3-1, che punisce troppo severamente la compagine di Renna. I marchigiani si sono fatti ammirare nel primo tempo con il loro gioco a tutto campo superiore per qualità, che coglieva un po' di sorpresa i biancocelesti romani i quali, forse, si aspettavano un avversario più prudente e meno spregiudicato. Renna aveva visto giusto. Contro una squadra potenzialmente superiore sul piano tecnico, che trovava la sua migliore espressione nelle fasi d'attacco con l'inventiva di un uomo di classe come D'Amico, con gli affondi di Giordano in un periodo di vena strepitosa, gli ascolani hanno impostato la gara senza ricorrere a particolari accorgimenti difensivi.
La squadra di Lovati, aggredita, ha mostrato i suoi limiti a centrocampo dove Cordova, squalificato si è fatto abbondantemente rimpiangere. Viola, Agostinelli, Nicoli, venivano spesso "saltati" dalle veloci manovre marchigiane che trovavano in Moro, Perico. Pileggi, il corridore Bellotto, gli uomini di maggior spicco. Inoltre i giocatori di Lovati, sollecitati dalla parte che imponeva il copione di una gara giocata in casa, si sbilanciavano in avanti favorendo la tattica avversaria. Dopo appena 11 minuti di gioco Giordano, ricevuta la palla da D'Amico su calcio di punizione, coglieva la traversa con un gran tiro. Ma si trattava di un episodio isolato. L'Ascoli continuava a macinare gioco con bella disinvoltura e al 24' si portava giustamente in vantaggio: Moro pescava sulla destra Perico il quale fermava la palla, effettuava un preciso cross in area. L'attaccante Quadri, con i difensori laziali stranamente fermi, batteva sul tempo gli avversari insaccando imparabilmente di testa. Il vantaggio ascolano rispecchiava fedelmente i connotati del confronto.
La reazione dei biancocelesti era affidata praticamente solo a Giordano che al 33' forniva un saggio perfetto della sua abilità, dribblando da campione Legnaro e facendo poi partire un bolide deviato con altrettanta bravura da Pulici, festeggiatissimo al suo primo ritorno all'Olimpico contro la sua ex squadra. Cantarutti, che avrebbe dovuto affiancare Giordano in attacco, si rivelava assai mediocre. Tuttavia la prima linea biancoazzurra poteva contare su un validissimo D'Amico che al 37' offriva al pubblico uno dei suoi classici spunti sfiorando d'un soffio la marcatura. Ma la generosa gara dell'Ascoli doveva incappare in una svolta negativa al 42', quando Castoldi, per disturbi allo stomaco, si vedeva costretto a lasciare il posto a Trevisanello. C'è stato un momento di confusione fra le file marchigiane che stavano cercando la nuova impostazione. La Lazio non si faceva sfuggire l'occasione. Al 43' su un cross di Viola, toccava debolmente di testa Scorsa, che metteva la palla proprio sui piedi di Ammoniaci: tiro fortissimo di controbalzo e il difensore biancoceleste faceva centro.
Nella ripresa l'Ascoli cercava di mantenere la stessa fisionomia alla sua bella partita. Moro sfiorava il palo con un fortissimo tiro, ma al 56' la Lazio siglava la seconda rete con un preciso bolide di Giordano, scagliato direttamente in porta su calcio di punizione. I marchigiani protestavano vivacemente per un nettissimo fuorigioco di Wilson. Ma l'arbitro Lo Bello deve aver ritenuto ininfluente la posizione del libero biancoceleste e concedeva il punto. La squadra di Renna accusava nettamente il colpo, specialmente sul piano psicologico, sfaldandosi progressivamente sotto l'offensiva degli avversari completamente rinfrancati. La Lazio poteva finalmente esibirsi nella maniera più congeniale al suo gioco, portando ripetuti attacchi alla difesa bianconera che capitolava per la terza volta al 62': un cross teso di Martini ingannava il portiere Pulici, che forse si aspettava la deviazione di compagni o avversari e terminava la sua corsa in porta. Giordano sollevava il braccio in segno di esultanza. Ma il centravanti non aveva neppure sfiorato la palla. Il gol era di Martini. L'Ascoli alzava bandiera bianca, mentre per la Lazio diventava tutto facile lasciando l'immagine di una squadra dominatrice che in realtà lo è stata solo quando i marchigiani le hanno dato via libera.
Fonte: La Stampa