Giochi Olimpici, Berlino 1936
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L’unico alloro olimpico che dobbiamo ricordare e ormai lontano nel tempo. Parliamo del famoso oro del 1936 Berlino, quando il calcio italiano, campione del mondo, stava vivendo un assoluto dominio a livello internazionale. La squadra allenato da Pozzo doveva essere, per regolamento, una squadra se non di dilettanti, almeno di giovani universitari. E così fu. Infatti Pozzo ebbe la fortuna di allestire una formazione con grossi campioni come Foni e Rava, Frossi e Cappelli che sono tutti universitari, alcuni laureati, ma tutti giocatori di serie A. Su questi campioni costruisce la squadra insieme ad altri giovani di buon livello. La nuova Italia olimpica comunque non riesce rapidamente ad assemblarsi e nel debutto contro gli Stati Uniti, compagine sicuramente non irresistibile, fatichiamo non poco.
Subito l’espulsione di Rava ci priva di un cardine della difesa e il giocare in dieci limita le nostre potenzialità d’attacco. La rete della vittoria porta la firma di Annibale Frossi, che sarà l’assoluto protagonista della nostra Olimpiade, che con un guizzo di testa supera la difesa americana. Intanto emerge con decisive parate il nostro portiere, Venturini della Sampierdarena. Nel turno successivo abbiamo il Giappone, squadra di semplici dilettanti e per noi è goleada. Sono otto i centri e Pozzo cerca di studiare la squadra migliore per affrontare le imminenti semifinali; le squadre che sono rimaste in lizza per titolo finale sono tutte di grande levatura.
Contro i nipponici tre reti di Frossi e quattro di Biagi del Pisa. Ottava rete con firma di Cappelli. Nella semifinale ecco arrivare la Norvegia. Pozzo cambia Capelli per Negro, Fiorentina.
La mossa risulta fortunata e il giocatore gigliato porta in vantaggio l’Italia. Il tutto preannuncia una facile vittoria ma la squadra si inceppa. Gli esterni non lanciano le nostre punte e i norvegesi creano contropiedi in continuazione. Al 58’ pareggio di Brust, giocatore che incontreremo due anni dopo ai mondiali in Francia. Arriviamo ai supplementari e anche in questa occasione l’occhialuto Frossi segna al sesto minuto del primo tempo la rete della vittoria. Per noi è finale. Incontriamo ancora la nostra avversaria di sempre, l’Austria di Hugo Meisl. Non è il celebre “Wunderteam” ma una squadra simile alla nostra che mischia campioni a giovani promettenti.
Con una certa fortuna gli austriaci sono arrivati in finale. Infatti nei quarti, mentre perdevano con il Perù per 4 a 2, l’invasione di campo di tifosi sudamericani fu punita con il 2 a 0 a tavolino. L’Austria a Berlino viene vista come una squadra di casa, e il tifo e tutto per loro. Il protagonista della partita è ancora Frossi; sua la rete del momentaneo vantaggio dove riprende una debole respinta del portiere austriaco Kainberger su tiro di Bretoni e poi dopo il pareggio avversario ancora nei supplementari su un cross dal fondo di Gabriotti tira al volo per il punto della vittoria e del trionfo. L’Italia è medaglia d’oro.
Giocatori biancocelesti convocati[modifica | modifica sorgente]
Giocatori biancocelesti convocati |
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Nome | Nazionale | Presenze | Maglia |
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Giuseppe Baldo | Italia | 4 | n.a. |
Francesco Gabriotti | Italia | 1 | n.a. |